Londra | 2 Settembre 2018

“Luinesi all’estero”, Niccolò Contini a Londra lavora nel mondo degli investimenti

Il 23enne: "In futuro mi piacerebbe lanciare e poi gestire un fondo d’investimento. È un’idea ambiziosa e che richiederà molto tempo ma sono fiducioso"

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Ancora un’altra testimonianza di “Luinesi all’estero”, la nostra rubrica che periodicamente continua a raccontare le vite e le esperienze di tutti quei cittadini che hanno deciso di lasciare le rive del lago per cercare un lavoro e di costruirsi una vita all’estero. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferiti nei paesi stranieri, alcuni anche in Usa, Oriente o Australia.

Oggi siamo tornati ancora una volta in Inghilterra, a Londra, dove siamo andati a trovare Niccolò Contini che da diversi anni vive in lì e che oggi, dopo alcune esperienze in diversi paesi stranieri, si occupa di product development e di analizzare società quotate in borsa, commodities e derivati.

Raccontaci di te… Quando sei andato via dall’Italia? Dove vivi?

Ho lasciato l’Italia circa cinque anni fa e, da allora, ho vissuto per tre anni a Londra e due a Vienna, dove ho portato a termine la mia laurea di primo livello. Attualmente, sto concludendo una parentesi lavorativa tra Zurigo e Lugano, prima di rientrare in Inghilterra nel mese di settembre.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

Senza dubbio l’attrazione per un’esperienza internazionale o di vita in una metropoli come Londra hanno avuto un ruolo importante nella mia decisione, ma mentirei se ti dicessi che uno “scarso feeling” con il sistema scolastico italiano non sia stato il motivo principale. Essendo una persona estremamente pratica, ho sempre faticato a portare avanti gli studi in Italia, dove la teoria regna sovrana. Di conseguenza, ho deciso di intraprendere una strada più adatta alle mie esigenze.

Di cosa ti occupi?

Lavorativamente parlando, mi occupo di investimenti. Sono attivo in due aree per il momento, la prima è il product development, nella quale svolgo un ruolo di intermediario tra la figura del trader e quella del programmatore, essenzialmente spiegando al secondo le esigenze del primo con lo scopo di creare piattaforme informatiche utili agli investimenti. Secondariamente, mi occupo di analizzare società quotate in borsa, commodities e derivati, con l’obiettivo di proporre strategie di investimento ad alto rendimento.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

La giornata lavorativa è abbastanza standard, inizio alle 8.30 circa controllando le email e finisco (generalmente) qualche meeting più tardi, intorno alle 17. La parte più interessante è la stretta collaborazione con start up del settore banking e aziende fintech, grazie alla quale ho la costante possibilità di vedere gli ultimi trend della tecnologia.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

Non ho mai avuto la possibilità di svolgere nessuna attività lavorativa in Italia.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?

In Inghilterra mi sono trovato bene da subito, probabilmente perché ho trovato gli stimoli che cercavo. Una delle cose mi ha colpito più positivamente riguardo la cultura anglosassone è la scarsa importanza data agli avvenimenti passati. Mi sono sempre sentito come se fosse importante solo quello che devo fare oggi e non quello che ho fatto in passato, questa filosofia mi ha aiutato a comprendere che c’è sempre qualcosa che si può fare nel presente per rimediare agli insuccessi passati.

Quali difficoltà hai riscontrato?

Come penso per il 99% degli italiani, questa risposta è facile: il cibo! Non me ne intendo particolarmente, però devo dire che ho fatto fatica ad abituarmi alla cucina locale, soprattutto in Austria, dove, per esempio, è di moda intingere il Bratwurst nella senape (come si fa in Italia per brioche e cappuccino) e mangiarli mentre si cammina per il centro!

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato dal punto di vista lavorativo?

Ho vissuto anche in Austria e Svizzera, lavorando solo nel secondo paese. Dal punto di vista lavorativo, l’esperienza è stata al di sotto delle mie aspettative, soprattutto a causa delle mie difficoltà relazionali con la mentalità germanica. In generale, l’impressione è quella di una comunità statica, ancorata ai suoi principi e non aperta al cambiamento, cosa che non è in linea con la mia visione del lavoro.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Sicuramente la cosa che mi manca di più è la famiglia e qualche amico, per il resto devo dire che sto bene dove sono.

E invece, che progetti hai per il futuro?

In futuro mi piacerebbe lanciare e poi gestire un fondo d’investimento. È un’idea ambiziosa e che richiederà molto tempo ma sono fiducioso!

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Purtroppo non penso di poter realizzare i miei obiettivi tornando in Italia, dunque ne riparleremo dopo la pensione!

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