Darmstadt | 29 Aprile 2018

“Luinesi all’estero”: dopo otto anni in Norvegia, oggi Emanuele Rocca vive e lavora in Germania

Tornerai un giorno in Italia? "Ho passato ormai troppi anni all’estero, fortunatamente senza vivere in precarietà. Magari un futuro prossimo, 'mai dire mai'"

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Torna con la cinquantesima testimonianza la rubrica “Luinesi all’estero”, che periodicamente sta raccontando vite, esperienze e speranze di tutti quei luinesi che hanno deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferiti all’estero, alcuni anche in Usa, Oriente o Australia, con l’intenzione di lavorare oppure spinti dal seguire le proprie passioni.

Quest’oggi siamo andati in Germania, precisamente a Darmstad, dove abbiamo incontrato Emanuele Rocca. Ecco quello che ci ha raccontato.

Raccontaci di te… Quando sei andato via dall’Italia? Dove vivi?

Sono andato via dall’Italia circa dieci anni fa. Ho avuto l’opportunità tramite l’università dell’Insubria di Varese di fare un periodo Erasmus all’estero, in Norvegia. Vista la qualità della vita e l’approccio senz’altro meno stressante di quello italiano, me ne sono innamorato e ho messo radici per otto anni. Nel 2016 mi sono spostato in Germania presso Darmstadt dove vivo attualmente.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

Sono rimasto affascinato dalle storie dei miei coetanei vissuti in Svezia (Iros Barozzi) e Danimarca (Vincenzo Sansone). Probabilmente la mia voglia d’indipendenza e l’opportunità data dalla borsa di studio mi hanno senz’altro facilitato la decisione.

Di cosa ti occupi?

Ho recentemente conseguito il Certificato B1 di tedesco dopo aver lasciato la mia precedente occupazione, vista opportunità di imparare la lingua. Qui in Germania sto lavorando presso il centro meteorologico europeo (EUMETSAT) e per Mercury Engineering (azienda di progetti editi), rispettivamente come: responsabile della documentazione per il programma spaziale a orbita terrestre bassa (LEO) e geostazionaria (GEO); Document Controller/Information Manager.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

In linea generale, il mio lavoro richiede la classificazione/gestione di documenti a volte confidenziali all’interno di un DMS (Document Management System) per un dato progetto; quando un documento è registrato all’interno del Database, informo il responsabile per iniziare la fase approvazione.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

Ho lavorato presso l’azienda varesina dei trasporti (AVT) come responsabile dei parcometri e parcheggiatore quando avevo poco più di vent’anni. Ciò che ho notato è che la cultura norvegese ha un approccio meno frenetico, senz’altro meno “impulsivo” di quello Italiano, aspettando di avere il quadro della situazione in chiaro prima di prendere qualsiasi decisione, sia in ambito professionale che privato. In Germania, diversamente, sto notando un approccio con ritmi più intensi, volti alla conclusione di un’azione/task nel minor tempo possibile con il massimo livello di efficacia.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?

Sono qui solo da un anno e poco più, però mi trovo bene. Mi sto integrando nella società anche grazie al fatto di incominciare a conoscerne la lingua e la cultura. Senz’altro mi ha facilitato il fatto di aver già vissuto per un lungo periodo all’estero.

Quali difficoltà hai riscontrato?

Inizialmente ho avuto un approccio molto “naïve”, con un eccesso di confidenza sulla ineccepibilità del sistema burocratico tedesco, certo rinforzato anche da aver vissuto in Norvegia, più “semplice” da gestire visti i pochi milioni di abitanti. La lingua è ostica e non saperla preclude non solo opportunità di lavoro, ma un pieno conoscimento di una cultura che non è simile alla nostra.

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato lavorativamente parlando?

In Norvegia mi sono trovato molto bene: in qualsiasi situazione, sul luogo di lavoro, c’è un’estrema cordialità e distensione. Forse, a mio parere, questo “stress-free environment” è a discapito della qualità del prodotto. La Germania ha una cadenza diversa: richiede un livello di concentrazione maggiore ed una flessibilità notevole. Passato “lo shock” culturale dei primi mesi, sono contento della decisione presa.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Certo. Mi mancano la mia famiglia (in special modo mio padre), gli amici e dove sono cresciuto. Ho sempre la nostalgia agrodolce delle vie del centro storico di Luino, vicino alla Parrocchia San Pietro e Paolo; le quali hanno quella bellezza malinconica di vivere nell’oblio, nell’ombra del lungolago, ricordandomi di come non cambino mai dal 1984.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Sto valutando l’opportunità di aprire una Start-Up in futuro. Però è idea ancora acerba.

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Volentieri, ma non penso sia possibile. Ho passato ormai troppi anni all’estero, fortunatamente senza vivere in precarietà. Magari un futuro prossimo, “mai dire mai”.

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice GambatoFabio SaiMatteo Lattuada, Luciano AmadeiAntonio BuccinnàPatrizia DelleaFabiana SalaGiorgia ParodiEmanuele MaranoWilmer TurconiRoberto ZanaldiSerena FortunaMichel AndreettiGiuseppe ScaleseFrancesca SaiIros BarozziRosita CordascoFederico FolciaAlessio BadialiMarco ChiminiMark MasneriMaria Giovanna FolciChiara TepsichGabriele Romano,  Cristian MassaMattia StragapedeRoberto BrambiniSerena FiorilloSerena MartinelliRamona CerinottiLuca MaremmiDario CaputoMirco ZaniniAndrea FaraceAntonio ArcieriLorenzo BinaElena ArgentonStefano BelluzCarol BaggioliniPaolo RussoLoris MeotLea CanellaDiana Cossi e Beatrice Berutti questa è la 50esima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”.

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