Maccagno con Pino e Veddasca | 17 Giugno 2019

Fabio Passera: “Ci siamo rimessi al lavoro con entusiasmo, ma non mi ricandiderò più”

Ad una settimana dalla vittoria, il sindaco confermato racconta campagna elettorale, ballottaggio e futuro. Sul ricorso? "Non mi appassionano le vicende nei tribunali"

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Dopo il pareggio del primo turno che ha portato al ballottaggio, Fabio Passera è stato rieletto sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, avendo la meglio sull’altro candidato Davide Compagnoni per solo 38 voti (51,1% contro il 48,8%).

Sabato è arrivato invece l’annuncio della composizione della sua giunta con la conferma a vicesindaco di Andrea Morandi e la nomina ad assessore di Alessandro Fazio. Negli scorsi giorni, però, il primo cittadino è venuto in redazione a trovarci per raccontarci come sono andati questi mesi di campagna elettorale, come ha vissuto il ballottaggio e, soprattutto, quale sarà il futuro del paese lacustre.

La volontà, come espresso nell’intervista post proclamazione, è quella di amministrare i prossimi cinque anni, ma di lasciare il timone in vista delle elezioni nel 2024, dopo un’esperienza come consigliere, assessore, vicesindaco e sindaco che dura ormai dal 1985.

Dagli eletti in maggioranza di questa tornata, secondo Passera, infatti, dovrà necessariamente uscire il prossimo candidato sindaco di “Impegno Civico”. Ecco quello che ci ha raccontato il sindaco.

Che campagna elettorale è stata?

Posso parlare per quello che riguarda noi, non è mio costume parlare degli altri. In campagna elettorale ho raccontato quello che abbiamo fatto e che faremo. Abbiamo avuto bassi toni per evitare qualsiasi tipo di scontro: penso sia fondamentale dare alla gente il diritto di farsi un’opinione in base ai programmi e non in base a chi urla di più.

Cos’ha pensato quando è stato ufficializzato il pareggio tra lei e Davide Compagnoni?

Che avevo molto sonno (sorride, ndr). A parte gli scherzi, ho pensato che è stato uno stillicidio infinito, uno dei periodi più stressanti della mia vita. Ero felice di non aver perso ma deluso per non aver vinto, anche se sul giornale ho voluto ringraziare tutti, da una lista all’altra. Ognuno ha fatto la propria partita e ha giocato le sue carte. Dall’alto della mia esperienza, è giusto riconoscere quando c’è impegno e interesse per il proprio paese. Dopo aver messo insieme tanti pensieri, ho convinzione che per me si stava aprendo un periodo nuovo, cioè quello di cominciare a dare un futuro alla mia lista e al paese. Futuro che, ovviamente, non posso essere io.

Di queste voci che circolano in paese, riguardanti una scheda elettorale fatta a penna e altri tre voti fatti senza scheda elettorale al seggio, durante il primo turno, che idea si è fatto?

Nessuna idea, non mi appassionano le vicende dei tribunali. So che c’è stata un’elezione, c’è un esito e mi attengo a quello. Lo avrei fatto anche se avessi perso. L’abbiamo già vista questa cosa, durante il referendum. Non mi appartiene fare ulteriori commenti.

Quali erano le sue aspettative? 

Avevo preso atto che l’altra lista aveva fatto una campagna elettorale ottima, ma voglio esser onesto, non mi aspettavo che si arrivasse così in equilibrio.

E da lunedì 27 maggio come avete affrontato la campagna elettorale?

Era una cosa nuovissima e come tutte le cose nuove ho provato due sentimenti. Il primo di scoramento: guardare al vantaggio importante di cinque anni fa, arrivare in parità è stato un momento di grande stupore. Il lunedì post elezioni è stata una giornata complicata. In democrazia il pareggio è improbabile, certo, ma può essere prevedibile. In ogni caso impone un vincitore, e occorreva rimboccarsi le maniche: abbiamo battuto il territorio per portare la gente a votare, non solo quelle che erano andate, ma soprattutto convincere quelli che non ci erano andati. Lo abbiamo fatto come i nostri competitor. Il 9 giugno le scuole erano già chiuse, tantissima gente aveva già prenotato per il mare.

E così è arrivato il giorno del ballottaggio. Quali erano le sue aspettative rispetto al 26 maggio?

Il ballottaggio era novità, una grandissima novità; non c’erano più preferenze. Noi due candidati sindaci uno contro l’altro. Non avevo più grandi certezze, erano state demolite quindici giorni prima. Non ne avevo più. La mia storia e quello che avevo fatto in paese speravo avessero significato qualcosa, ma invece non è andata così.

Risultati alla mano, il dato politico è che ha vinto nei seggi di Veddasca e a Pino, ma è uscito sconfitto nelle sezioni di Maccagno. A cosa imputa questo esito?

Parto dal presupposto che gli abitanti sono tutti uguali e appartengono allo stesso paese. Il dato che leggo è quello globale, ma è anche evidente che è un risultato da analizzare. Non possiamo dire che va tutto bene, c’è un segnale forte che arriva da questo voto a Maccagno. Il nostro impegno sarà quello di capirlo, interpretarlo e dare risposte. Detto questo, però, permettetemelo: non riesco a dare un peso diverso ad un elettore di una via piuttosto che un’altra.

Abbiamo notato una notevole differenza di voti rispetto al primo turno. Al ballottaggio, se Davide Compagnoni ha ottenuto due voti in più, lei ben 38. In tanti parlano di un’alta affluenza di stranieri alle urne, le risulta?

C’era tanta gente che non era andata a votare al primo turno, perchè ci dava per vincitori. Diversi cittadini pensavano ce la facessimo anche senza il loro voto. Probabilmente è da imputare a questo. Per quanto riguarda la comunità straniera, invece, si tratta al massimo di cinquanta persone circa su 2650 cittadini; non mi sembrano così tanto pesanti da un punto di vista politico. Gli stranieri che votano, inoltre, vorrei ricordarlo, sono italiani.

Che ne pensa, invece, del ricorso di Compagnoni che aleggia nell’aria per il voto fatto a penna del primo turno?

Ad oggi non ho evidenze di ricorsi effettuati in questo senso. Il comune parla per atti, quando sarà ufficializzato prenderemo le misure adeguate.

In che modo, se lo farà, cercherà di collaborare con la minoranza?

Io ho voluto delegare le competenze anzitutto ai collaboratori della lista. La nuova amministrazione che sta nascendo mi vedrà dare più responsabilità ai miei consiglieri, anche per dare una prospettiva di governo al nostro gruppo che prescinda dalla mia persona. Nel rispetto dei ruoli, invece, se la minoranza sarà propositiva non vedo perchè non ci debbano essere spazi e modi da condividere. Non abdicheremo al nostro ruolo, ma saremo sempre disponibili ad ascoltare e verificare. Se ci saranno attività che possono essere condivise, lo faremo insieme.

In che modo cercherà di limare la frattura della popolazione tra chi ha votato lei e chi ha scelto Compagnoni?

Interpretando i bisogni che evidentemente gli elettori hanno espresso nel loro voto e lavorando come gruppo consiliare per rispondere a queste emergenze. Sarà fondamentale per me, questa volta, essere davvero il sindaco di tutti.

E da oggi, quali saranno le priorità del paese? Interventi e opere?

Ora abbiamo un vantaggio perchè continueremo a portare avanti i nostri progetti: il lungolago della Gabella, la pista ciclopedonale verso Colmegna, la sistemazione del cimitero di Maccagno Inferiore e il rifacimento del campo sportivo. Continueremo il lavoro interrotto il 25 maggio. Abbiamo questo vantaggio, senza tralasciare il risultato delle elezioni che necessita un ragionamento profondo e valutazioni diverse.

Un’ultima battuta dopo questa importante tornata elettorale: quale sarà il futuro della Comunità Montana Valli del Verbano?

Difficile fare previsioni dopo quanto avvenuto nell’ultimo anno, ma sarà di fondamentale importanza capire quanto sia fondamentale il lavoro della Comunità Montana per il nostro territorio, soprattutto quello delle Valli. Invece di lasciare solo spazio alla politica e alle segreterie di partito, dobbiamo capire che è prioritario intercettare fondi per la nostra zona, come faceva una volta la Comunità Valli del Luinese guidata dal compianto Silvio Fiorini. Staremo a vedere cosa accadrà.

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