Un territorio ricco di bellezze e di potenzialità turistiche che molto spesso, da chi lo vive quotidianamente, vengono sottovalutate a discapito di altre destinazioni note e più attrattive in tal senso: questo è l’alto Verbano, tra il lago Maggiore e le sue valli. E a tratteggiare in modo emblematico questa situazione è stato il sindaco di Luino EnricoBianchi nell’introdurre l’evento conclusivo del progetto “Andar per Valli”.
«Qualche giorno fa – ha raccontato il primo cittadino nel pomeriggio di ieri a Palazzo Verbania – i “baschi rossi” dei Carabinieri presenti qui sul territorio per il contrasto allo spaccio nei boschi mi hanno detto che percorrono per ore e ore i sentieri delle nostre montagne e non incontrano nessuno: lasciare questi luoghi “sguarniti” dalla presenza di gente comune che può godere di questa natura fa sì che altri, l’illegalità in questo caso, li occupino».
Ecco perché “Andar per Valli”, ha chiosato Bianchi, «è un invito a cambiare un po’ la nostra mentalità, a cogliere la bellezza degli aspetti paesaggistici a cui noi stessi non pensiamo e a frequentare e vivere di più le nostre montagne».
Invito che si inserisce perfettamente nello spirito del progetto che la Comunità Montana Valli del Verbano, insieme a Lipu e Touring Club Italiano, con il supporto di Fondazione Cariplo, sta portando avanti da tre anni, con una fase di continuo confronto con le realtà locali che si è declinata nel corso dell’ultimo anno e mezzo fino alla sottoscrizione ufficiale dell’accordo per promuovere il turismo sostenibile sul territorio da parte degli enti coinvolti, delle associazioni e degli operatori avvenuta ieri.
«Siamo partiti dalla convinzione che lavorare assieme in una visione e in una strategia comune di sviluppo è una cosa importante, anzi determinante – ha affermato l’assessore ad Ambiente, Ecologia e Turismo dell’ente montano Gianpietro Ballardin – e abbiamo maturato la convinzione che, più abbiamo coraggio di allargarci e coinvolgere altre realtà, più facilmente riusciamo a raggiungere dei traguardi per noi fondamentali: ovvero che il territorio dia la possibilità di godere delle sue bellezze, ma anche e soprattutto quella economica di rimanervi».
La fase che si apre ora, dopo la firma dell’accordo, è forse ancora più importante di tutto quanto fatto fino a qui: «Dobbiamo dimostrare come tutto ciò che abbiamo pensato può concretizzarsi – ha riconosciuto Ballardin – Dobbiamo dare stimolo e rilancio all’alto Verbano, mettere insieme una condizione di riconoscibilità e di attrattività che deve svilupparsi e che trova in questo territorio delle componenti senza dubbio favorevoli».
Un punto, questo, sottolineato anche dalla vicepresidente di Fondazione Cariplo Claudia Sorlini, che ha altresì evidenziato il desiderio dell’ente di supportare da vicino i bei progetti provenienti da aree che intendono avviare un percorso di rivitalizzazione economica, ma anche sociale: «Le risorse ci sono, ma bisogna fare un grande lavoro per valorizzarle da tutti i punti di vista, da quello della conoscenza fino al loro buon utilizzo e alla loro cura. Qui esistono tutte le premesse per organizzarsi in un progetto di turismo su basi sostenibili e sinergiche che possa avere un futuro».
Ma dal punto di vista pratico cosa lascia in dote “Andar per Valli” ai trentadue Comuni della Comunità Montana, a chi ci vive e a chi vuole lavorare per dargli nuove opportunità di rilancio? Intanto due database, che raggruppano uno gli operatori turistici e uno tutti gli attrattori analizzati nel corso degli incontri. Ma anche un metodo di progettazione delle esperienze turistiche che guida la costruzione dei prodotti e l’accordo volontario che Matteo Montebelli, responsabile Ricerche, Analisi e Pubblicazioni Centro Studi del Touring Club Italiano, nel trarre le conclusioni di questo grande lavoro ha definito il «primo risultato concreto» del percorso compiuto.
«L’obiettivo del lavoro portato avanti in questo anno e mezzo – ha spiegato – era quello di creare una rete e mettere a punto una serie di strumenti di progettazione e poi di traghettare le realtà coinvolte verso il consolidamento di questa rete. Siamo di fronte a un territorio attivo che, nonostante le tante difficoltà, ha voglia di mettersi in gioco. Non partiamo da zero, in molti di voi hanno già idee che possono avere le gambe per camminare e crescere: il progetto “Andar per Valli”, quindi, è un punto di partenza e non di arrivo».
E un’esperienza fatta per davvero di passi è quella presentata dall’antropologa Ambra Molinari, fondatrice del progetto di turismo di prossimità “The Roots Way”: “tracciaminima”, un gruppo di giovani nato nell’immediato post Covid che si occupa di rigenerazione territoriale attraverso processi partecipati con l’obiettivo di «creare reti sul turismo lento e sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico, sociale e culturale».
Il progetto principale di “tracciaminima” – un nome che fa intendere l’idea di lasciare il minor impatto possibile sul territorio – è il “Cammino del lago Maggiore”: un tracciato che, in 220 chilometri e undici tappe unisce due regioni, due Stati e trentadue Comuni, oltre alle due sponde del Verbano, provando così ad andare oltre la tradizionale narrazione di “sponda grassa” e “sponda magra”.
La vittoria di un bando per procedere alla mappatura partecipata di questo percorso e le collaborazioni avviate con una serie di realtà locali e non ha consentito loro di realizzare una mappa interattiva del cammino che, attraverso il dialogo con le istituzioni, le associazioni e le Pro loco, punta a diventare accessibile a diverse fasce di popolazione, compresa quella delle persone con disabilità. Non solo: il gruppo, e in particolare il besozzese Elia Origoni, è al lavoro su un’alta via, ovvero un altro anello parallelo a quello di mezza costa, con il quale si andrà comunque a intersecare in alcuni punti, per offrire un’opportunità diversa agli escursionisti e ad altre strutture del territorio.
Un esempio pratico, insomma, di quello che si può realizzare sfruttando ciò che l’alto Verbano offre e che dimostra come «creare una rete di attori all’interno di un percorso partecipato, con il potenziamento e la differenziazione dell’offerta e il coinvolgimento di strutture ricettive e culturali e della comunità locale» – come ha raccontato Arianna Bonardi, responsabile dell’Ufficio Turismo della Comunità Montana della Valle Trompia, nell’illustrare il progetto della Greenway delle Valli Resilienti nato proprio tra Valle Trompia e Valle Sabbia, nel Bresciano – sia la strada giusta.
«Abbiamo le possibilità, la necessità e la fame di progetti di questo tipo, – ha commentato a margine della presentazione l’assessora al Turismo del Comune di Luino Serena Botta – perché se vogliamo tenere i ragazzi qui, dobbiamo trovare delle professioni che gli consentano di lavorare sul territorio. Mi auguro che questo sia davvero un inizio che porti tutti i Comuni a lavorare insieme e a far emergere progetti concreti». A farle eco anche il presidente dell’ente Parco Campo dei Fiori Giuseppe Barra: «Il tema del turismo e del riscoprire il territorio in maniera diversa è ormai acclarato, tutti gli enti lavorano su questo tema ed è importante interagire con tutte le realtà. Serve una visione unitaria complessiva che porta a un approccio a questi temi fatto in maniera integrata e non settoriale»
«È fondamentale partire con progetti che abbiano un futuro e che guardino lontano», ha concluso Barra, sulla cui linea si è posto in chiusura anche l’assessore Ballardin, con l’auspicio che tutto questo percorso possa proseguire e non finire dimenticato in un cassetto e con l’appello lanciato a tutti i Comuni delle valli del Verbano a dar vita a un Ufficio Turistico di Comunità Montana per investire ancora meglio in questo ambito.
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