Leggiuno | 30 Settembre 2021

Elezioni a Leggiuno, quattro domande per il candidato sindaco Stefano Introini

Architetto, capolista di un progetto incentrato sul rilancio turistico del paese, legato alle opportunità di crescita di tutto il territorio lacustre. L'intervista

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Ci sono periodi ed epoche in cui il susseguirsi degli avvenimenti di pubblica rilevanza porta certe questioni a convergere verso un unico punto dove, a sapere cogliere le intuizioni, si spalancano opportunità di crescita e sviluppo, nell’interesse collettivo.

Quel tempo, guardando alle sinergie tra amministrazioni e realtà locali appartenenti all’alto Varesotto e in particolare alla fascia lacustre, è arrivato. Ed è sinonimo di cambiamento e di rilancio. Ne è convinto Stefano Introini, il candidato sindaco della lista “Leggiuno per il lago Maggiore”, in corsa per la tornata elettorale delle Amministrative in programma domenica e lunedì.

Sessant’anni, architetto con un ruolo dirigenziale presso il Comune di Roma, ex dipendente del Comune di Luino. Introini è alla prima esperienza da aspirante sindaco ma conosce bene Leggiuno – che da vent’anni è il paese in cui risiede – e le dinamiche della sua quotidianità.

Abbiamo rivolto al candidato quattro domande riguardanti il progetto finalizzato ad avviare un processo di evoluzione per Leggiuno. Un processo che, in caso di elezione, toccherà svariati ambiti dal turismo alla qualità dei servizi e delle infrastrutture; nell’ottica di migliorare il paese e allo stesso tempo gettare le basi per qualcosa di grande che riesca a coinvolgere l’intera sponda lombarda del Verbano. Di seguito l’intervista.

“Portare il sorriso sulla cosiddetta sponda magra” è un obiettivo del vostro programma elettorale. La chiave per trasformare questa ambizione in realtà ha a che fare soprattutto con le opportunità turistiche, finora non considerate. In cosa consiste l’idea? 

L’obiettivo è far fruttare l’esperienza portata a Leggiuno dagli operatori che vivono e lavorano sul posto. Un’esperienza che deve raccogliersi attorno alle opportunità di crescita offerte dal nostro luogo simbolo che è Santa Caterina. Il concetto è quello di fare leva sulle competenze per sviluppare una sorta di ‘accademia dell’accoglienza’. Immagine suggestiva ma che nel concreto significa spazi di confronto tra operatori del settore e giovani imprenditori, studio e applicazione di dinamiche che altrove, nelle località turistiche, sono state assimilate anni fa e qui invece ancora mancano. Penso alle forme di accoglienza dei turisti che arrivano dall’estero, alle regole per seguire il modello di “Air BnB”, ai servizi e alle opportunità che vengono offerte ai visitatori. E’ a proposito di questo ultimo punto che entra in gioco la nostra proposta di avviare una segreteria interistituzionale per la candidatura a sito Unesco di Santa Caterina. Candidatura che è legata alla presentazione di alcuni requisiti che, dal mio punto di vista, il gioiello di Leggiuno possiede. Sarà un processo lungo ma le opportunità di crescita ci sono, dobbiamo seguire il percorso già tracciato negli scorsi anni sul Ceresio per proiettare Leggiuno al centro della realtà turistica del nostro lago. In tutto ciò non va dimenticata l’idea di “fare sistema”, seguendo il “modello Stresa” e collaborando, in nome del turismo, con la città dell’altra sponda, con Regione Lombardia, con la Provincia di Varese, con la Camera di Commercio e con molti altri enti con cui abbiamo già avviato un interessante dialogo, finalizzato anche a cogliere con il giusto tempismo le opportunità economiche che arriveranno grazie ai fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr).

Durante la campagna elettorale che sta per volgere al termine vi siete confrontati con diverse figure attive in paese. Alcuni di questi incontri sono stati dedicati al tema dei giovani e delle opportunità di crescita che il paese offre alle nuove generazioni. Qual è la vostra proposta su questo fronte?

Migliorare la consapevolezza della qualità della vita, che non deve essere necessariamente cercata altrove. O meglio, non deve dipendere soltanto dalla volontà di impostare il proprio futuro professionale lontano da casa, soprattutto tenendo a mente gli importanti cambiamenti che stanno interessando il mondo del lavoro e delle professioni, anche a seguito degli stravolgimenti portati dall’emergenza sanitaria. Abbiamo l’ambizione di far crescere qui sul territorio le imprenditorialità, allentando la morsa dell’equazione, comune a tanti, “lavoro – treno – Milano”, modificandola secondo le nostre potenzialità in “lavoro – casa – più Milano”. Come si realizza tutto ciò? Investendo davvero nella mobilità sostenibile e creando spazi di coworking. In paese abbiamo strutture e spazi oggi dismessi, da allestire per il soddisfacimento di queste funzioni. Abbiamo un oratorio molto grande, un teatro all’aperto che sembra concepito appositamente per far fronte alle esigenze anti covid. Abbiamo i mezzi per trasformare il paese anche in termini culturali, facendolo diventare sede di convegni, investendo sul lago Maggiore anche in un’ottica di brand locale.

Quanto ha inciso l’impronta della sua professione sulla realizzazione del programma della lista? 

Più che alla mia professione farei riferimento all’attitudine manageriale sviluppata in ambito lavorativo. A Luino, per esempio, ho maturato la curiosità da applicare di volta in volta a ciò che rappresenta energie nuove e la capacità di unire intuizioni, sensibilità diverse, qualità dei singoli che unite portano alla realizzazione di progetti. La mia è una visione che va nella direzione opposta a quella di chi predilige personalismi o si trincera dietro ai veti incrociati: situazioni che ci siamo trovati a fronteggiare durante questa campagna elettorale. Dietro la lista, dietro i nomi dei miei candidati, c’è il laboratorio, ci sono le idee. La capacità manageriale serve, come detto, a tenere tutto insieme, ad esaltare le competenze, a valorizzarle nel modo corretto in favore della comunità.

La campagna elettorale è ormai alle battute conclusive. Quali sono state, durante i vostri incontri, le richieste più frequenti dei cittadini? 

Alcune appartengono ad un livello “intimo”, che ha a che fare con i “problemi della quotidianità”, a volte trascurati. Ci vuole sensibilità per coglierli e capire come muoversi in rapporto a questioni quali ad esempio un incrocio stradale pericoloso, un parcheggio poco funzionale, un parcheggio che manca, un marciapiede che va sistemato. Il paese è un piccolo universo. E’ poi emerso un altro tema, più complesso e particolarmente sentito. E’ quello della mobilità e nel nostro programma occupa uno spazio rilevante. Faccio un esempio su tutti, collegandomi ad una realtà che non è lontana da noi. Oltre frontiera, in Ticino, l’apertura della galleria di base del Ceneri ha cambiato tutto. Noi rimaniamo ancorati alle questioni che riguardano il trasporto di merci pericolose, la chiusura dei passaggi a livello. Loro invece parlano di vera mobilità. Dobbiamo fare lo stesso. Parlare sul serio di mobilità, farlo attraverso proposte realizzabili. Una delle nostre proposte è quella di mettere in funzione quello che abbiamo definito “treno di acqua dolce”, per ripristinare a tutti i costi la tratta litoranea dedicata ai passeggeri. Quella tratta che oggi ad un certo punto si interrompe. Il “braccio litoraneo” che congiunge Ispra, Taino, Angera, Sesto è dedicato esclusivamente alle merci da una quindicina d’anni. Le stazioni però sono rimaste. Ripristinare il collegamento Luino – Sesto vuol dire andare nella direzione della mobilità sostenibile, guardando alla qualità delle linee per unire su rotaia il territorio a Milano ma anche a Novara e dunque all’altra sponda, per avere una alternativa a livello turistico. Anche qui il tema del turismo torna in modo incisivo. Ci permetterà di crescere e di acquisire centralità all’interno dello scenario del nostro lago. Il rischio, tralasciando certe opportunità, è quello di trasformarci irrimediabilmente in un paese di periferia.

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