Cuasso al Monte | 19 Settembre 2021

Elezioni a Cuasso, quattro domande per la candidata sindaco Vanessa Valtorta

45 anni, tornata in paese dopo una lunga esperienza professionale lontano da casa, la capolista di "Viva Cuasso" fa il punto su alcune proposte programmatiche

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Il futuro dei giovani, quello dei tanti lavoratori frontalieri che vivono sul territorio, il ruolo della tecnologia e il nodo dei trasporti. Sono questi alcuni dei temi al centro delle proposte programmatiche di Viva Cuasso (clicca qui per la presentazione della lista), progetto civico guidato dalla quarantacinquenne Vanessa Valtorta che da aspirante sindaco contenderà ad un’altra donna, Loredana Bonora, la guida del municipio di Cuasso al Monte per i prossimi cinque anni.

In vista delle elezioni amministrative di inizio ottobre, e dopo aver consultato il programma del gruppo (qui la versione integrale) abbiamo contattato telefonicamente la candidata per trattare più da vicino alcuni singoli punti. Ecco di seguito l’intervista.

Nuove generazioni e istruzione sono temi che occupano da soli un intero punto programmatico della proposta elettorale di Viva Cuasso. La lista ha annunciato che in caso di elezione porterà avanti un progetto per la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia in località Cuasso al Piano. Come nasce questa idea? 

Da un incontro avuto con l’associazione che oggi si occupa dei servizi esistenti e che attraverso uno studio curato da professionisti del settore ha guardato al futuro pensando ad una nuova struttura. Abbiamo visionato il rendering e la loro strategia ci ha subito convinti tanto da portarci ad anticipare loro che in caso di elezione appoggeremo il progetto impegnandoci nel definire, secondo gli schemi legislativi, la collaborazione tra pubblico e privato essenziale per giungere all’obiettivo finale. Cuasso al Piano è una frazione del nostro Comune con una rilevante densità di famiglie nuove, con bambini e giovani. L’edificio sorgerebbe quindi nella zona adeguata, dove sono inoltre già presenti le scuole medie e la palestra. Un contesto ideale dove è situato un terreno già di proprietà del Comune, immerso nel verde. Si tratterà di avviare un lavoro impegnativo che richiederà cifre importanti. Ma noi vogliamo crederci.

Anche il tema dei lavoratori frontalieri è in cima alla lista delle vostre priorità. Per quale motivo?

Il tema del frontalierato e dei ristorni (soldi che derivano dal pagamento delle tasse e che ogni anno la Confederazione elvetica restituisce in parte ai paesi di residenza dei lavoratori, ndr) è una costante nelle realtà di confine come la nostra. C’è però una novità, recente, e riguarda l’ultimo ricalcolo statale che ci ha assegnato una cifra superiore rispetto a quella degli ultimi anni. Secondo il nostro programma sarebbe corretto investire di più, data la maggiore disponibilità, nella asfaltatura delle strade che ha un costo enorme per il Comune. C’è poi un secondo aspetto che tocca gli interessi dei lavoratori frontalieri del territorio. Si tratta dei servizi in parte già svolti dai patronati e dagli altri centri di assistenza fiscale. Sono presenti nei nostri comuni ma penso che anche una amministrazione debba offrire una soluzione dello stesso tipo ai residenti, se possibile in coordinamento con le altre organizzazioni locali. Sono convinta che manchi qualcosa a livello di comunicazione, spesso i frontalieri si trovano in difficoltà con le pratiche. Vorremmo offrire anche noi, come Comune, il nostro supporto.

Tra servizi pubblici da potenziare e nuove soluzioni turistiche da adottare, c’è un elemento che emerge in diverse proposte programmatiche della lista. E’ quello della tecnologia. Che ruolo avrà, in caso di elezione, nel vostro modo di amministrare il paese? 

Pensiamo che i tempi siano maturi per digitalizzare più servizi possibili, facendolo però nel rispetto delle persone poco avvezze ai metodi tecnologici. Ecco perché il concetto chiave, in questo senso, sarà quello della semplicità che verrà garantita dalla presenza di un programmatore esperto tra i nostri candidati consiglieri, e anche da una serie di soluzioni che abbiamo già studiato attraverso l’impiego di app per avvicinare i cittadini a una nuova concezione dei servizi e ad una piattaforma dedicata alle segnalazioni, anche per quanto riguarda ad esempio l’attività della nostra protezione civile. I volontari trarrebbero vantaggio dall’impiego di un sistema online dedicato alla loro attività e ai loro interventi sul territorio. Lo stesso metodo vorremmo applicarlo in ambito turistico coinvolgendo le altre amministrazioni della valle e gli enti sovracomunali, alla ricerca di una efficienza che può arrivare più facilmente se ci si interfaccia tutti con un unico portale incentrato sulla vita culturale, sui luoghi di culto, sui monumenti, sui luoghi di interesse naturalistico e sulle biblioteche.

Quale è la posizione di Viva Cuasso rispetto all’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico sul suolo comunale e nei collegamenti con la valle? 

Il servizio oggi è limitato, è evidente, ma non bisogna dimenticare che dipende dai numeri, cioè dalla quantità di utenti che sottoscrivono un abbonamento. E i nostri numeri sono bassi. La riapertura dell’ospedale, tema su cui vogliamo essere presenti il più possibile, partecipando ai tavoli decisionali, potrebbe essere il primo fattore per incrementare l’utilizzo dei mezzi e dunque richiedere all’azienda responsabile un maggior numero di corse per migliorare i collegamenti. L’alternativa è rivolgersi ai privati ma i costi potrebbero rivelarsi proibitivi. Allo stesso tempo non possiamo pensare che i cittadini, su base volontaria, diventino degli autisti. Anche la questione della sicurezza, in rapporto alle normative da rispettare, è da questo punto di vista particolarmente complessa. Noi abbiamo pensato ad una soluzione, guardando soprattutto alla fascia d’età che al momento soffre di più questa mancanza. Si tratta dei giovanissimi, spesso costretti a rinunciare alla pratica sportiva, nel loro tempo libero, perché impossibilitati a raggiungere le strutture. Chiedendo alle società di riferimento uno sforzo maggiore, e offrendo loro un sostegno economico come ente pubblico, potremmo arrivare ad una gestione migliore degli spostamenti, in attesa di scoprire quale sarà il destino del nostro ospedale e di capire come riorganizzare altri servizi che potrebbero condurre ad una maggior richiesta di mezzi pubblici.

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