Luino | 12 Aprile 2021

“Fra le righe…”, in sella ad una bici per la libertà: la storia di Maryam

"Fiori di Kabul" di Gabriele Clima racconta il tentativo di una giovane afghana di affermarsi come persona tramite lo sport, e opporsi così ad un ingiusto destino

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(A cura di Maria Giulia Baiocchi) Facile come andare in bicicletta… si impara da piccoli e non si dimentica più. Un divertimento sano, che offre una sensazione di libertà perché pedalando ci si sposta più lontano da casa e si ha la sensazione di intraprendere un viaggio, un’avventura.

Ma la storia che ci racconta Gabriele Clima nel suo libro “Fiori di Kabul” (Einaudi Ragazzi, pp. 149, € 12,00) è quella di una ragazza afgana, Maryam, che non può usare la bicicletta perché donna. Suo padre, un rigido ultraconservatore, le nega qualsiasi libertà e punisce ogni suo tentativo di affermarsi in quanto persona. La madre e il fratello l’appoggiano ma in silenzio, perché è difficile contrastare un marito/padre violento e tiranno.

Maryam però ha tanta forza in sé ed è sicura che vincerà la sua battaglia e un giorno sarà libera e indipendente, la sua vita non finirà con il solito matrimonio combinato, perché, come recita un proverbio afgano, per quanto sia alta una montagna, c’è sempre una strada per arrivare in cima.

È notizia del 10 marzo 2021 che a Kabul cinquanta donne provenienti da sette regioni diverse afgane hanno potuto partecipare a una gara ciclistica vinta dalla ventiseienne Yulduz.

Purtroppo, alle Olimpiadi di Tokyo non ci sarà nessuna nazionale femminile dell’Afghanistan, nonostante dal 2015 le donne afgane cercassero il modo di parteciparvi. Ai Giochi Olimpici ci sarà Masomah Alizada, nata e cresciuta in Afghanistan ma profuga in Francia che correrà con la bandiera del CIO per i rifugiati.

L’Italia grazie alla nostra ambasciata di Kabul, alla Federazione Ciclistica Italiana, ad Alessandra Cappellotto presidente del CPA Woman e al lavoro della giornalista Francesca Monzone che ha documentato la storia delle cicliste afgane, ha aiutato concretamente le atlete di questo tormentato paese a realizzare quello che fino a pochi anni fa era solo un sogno: prendere una bicicletta e pedalare senza temere di essere prese a sassate o investite di proposito. La strada da percorrere è ancora lunga, ma tanti piccoli passi sono già stati fatti.

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