Italia | 2 Settembre 2020

Il mondo dell’arte e della cultura dice addio a Philippe Daverio

A ottobre avrebbe dovuto ricevere il Premio Chiara alla carriera. Scompare un intellettuale eclettico, capace di attrarre il pubblico con la sua inconfondibile verve

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Avrebbe dovuto ricevere il Premio Chiara alla carriera il prossimo 25 ottobre, al Teatro Sociale di Luino, ma una malattia lo ha stroncato a 70 anni: Philippe Daverio, storico dell’arte, critico, saggista e divulgatore molto noto anche al pubblico televisivo è venuto a mancare nella nottata di oggi, mercoledì 2 settembre.

Inconfondibili il suo farfallino e i suoi look originali così come la sua eccentricità, che hanno reso Daverio un personaggio in grado di far appassionare milioni di italiani all’arte e alla cultura raccontandola con passione e semplicità non perdendo mai di vista l’approccio scientifico e rigoroso che lo ha da sempre contraddistinto.

Nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, da padre italiano ha frequentato anche la Scuola Europea di Varese e si è poi trasferito a Milano intorno al ’68. Pur senza raggiungere mai la laurea, l’apertura di una galleria d’arte lo ha reso subito uno dei protagonisti più in vista del panorama culturale meneghino prima e nazionale poi, tenendo anche corsi come docente sia all’Università di Palermo sia al Politecnico. Dopo un breve passaggio politico che lo ha visto ricoprire la carica di assessore alla Cultura nel Comune di Milano tra il 1993 e il 1996, è stato anche autore e conduttore di numerosi volumi e di programmi televisivi fra cui “Passepartout”, andato in onda su Rai 3. Nel 2013 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana il Cavalierato delle arti e delle lettere e la Medaglia d’Oro di benemerenza del Ministro per i Beni Culturali e la Légion d’honneur dal presidente della Repubblica francese.

“L’Associazione Amici di Piero Chiara gli avrebbe riconosciuto quest’anno presso il Teatro Sociale di Luino il Premio Chiara alla Carriera”, commenta il sindaco di Luino Andrea Pellicini, “Philippe Daverio ci lascia con il rammarico di non averlo potuto applaudire”.

“Siamo profondamente addolorati per l’improvvisa notizia della prematura scomparsa dell’amico Philippe Daverio, storico dell’arte, esperto di lingue, di culture e di tradizionali locali, saggista e docente, grande divulgatore colto e raffinato e grande spirito europeista, amante del paradosso e della provocazione intellettuale”: il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore alla Cultura e Autonomia Stefano Bruno Galli, ricordano con queste parole Daverio, a nome dell’intera giunta regionale.

“Geniale, per certi aspetti unico. Passione e competenza hanno caratterizzato la sua esistenza, sempre segnata da un’energia e una voglia di fare dirompenti. La Regione e i lombardi lo ricorderanno sempre con affetto e con quella familiarità che sapeva trasmettere in maniera ineguagliabile”, ha aggiunto il governatore Fontana.

“È stato un uomo di vasta e approfondita cultura – ha sottolineato l’assessore Galli – e ha incarnato sino in fondo lo spirito mitteleuropeo, ha saputo raccontare la nostra Europa dei popoli e delle culture, ha saputo altresì narrare in maniera accessibile a tutti le bellezze lombarde portandole nelle case degli italiani. Era un grande amico della Lombardia e ha sempre dato un contributo concreto, collaborando anche con le istituzioni”. Daverio, infatti, ha partecipato anche ai progetti di valorizzazione del patrimonio Unesco lombardo, in particolare per quanto attiene all’eredità storica e artistica longobarda, analizzando e raccontando gli affreschi della chiesetta di Santa Maria Foris Portas di Castelseprio.

Proporrò che gli venga intitolata una sala di Palazzo Lombardia o di Palazzo Pirelli per ricordarlo. La scomparsa di Philippe Daverio lascia davvero un grande vuoto, che addolora ognuno di noi: è un colpo al cuore per la nostra cultura”, ha concluso l’assessore.

Con la scomparsa di Philippe Daverio, al mondo della cultura italiana mancherà sicuramente una figura come la sua, di intellettuale raffinato, cosmopolita e abile comunicatore capace di passare dall’ironia all’eleganza senza privarsi, non di rado, anche di una certa vena polemica. (Immagine di copertina dal sito web del Premio Chiara)

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