La campagna elettorale per le amministrative luinesi del prossimo 21 settembre è entrata nel vivo e prosegue a spron battuto l’attività dei candidati sindaci e delle rispettive liste per portare all’attenzione dei cittadini le principali tematiche attorno alle quali si concentrerà il futuro di Luino nei prossimi cinque anni.
Tanti gli spunti raccolti attraverso i social e nei gazebo allestiti per le vie, al fine di garantire agli elettori uno spazio di incontro e di confronto sulle priorità di interesse pubblico e collettivo. Settembre è alle porte e nei prossimi giorni anche le due liste sostenute dal centrodestra, “Sogno di Frontiera” e “#luinesi“, comunicheranno ufficialmente le date di presentazione.
Per quanto concerne invece “Proposta per Luino“, squadra che sostiene Enrico Bianchi come capolista, dopo il focus sul turismo e sul commercio che vi abbiamo proposto nella giornata di ieri, attraverso le parole della candidata Serena Botta, è giunto il momento di una panoramica più generale sugli obiettivi del progetto.
Panoramica che vi offriamo tramite l’intervista al candidato sindaco Bianchi, riportata di seguito.
Dottor Bianchi come sta andando e come state vivendo questo inizio di campagna elettorale?
Spesso i candidati, credo anche giustamente, vedono le cose in maniera positiva. Non potrebbe essere diversamente, si è carichi di energia, si incontrano molte persone, vengono scritti i programmi e si pensano e discutono nuove strategie di comunicazione. Ovviamente anch’io non faccio eccezione con qualche motivo di ottimismo in più: una lista di persone competenti, motivate, che vivono questa esperienza con l’entusiasmo, l’attenzione, la fatica che Luino merita, con un riscontro tra la gente che va oltre l’incoraggiamento di rito, ma che viene confermato anche da alcuni dati obiettivi provenienti dai social.
Per quanto riguarda il programma, come procede?
Fin dall’inizio dalla formazione di questo gruppo, ognuno si è impegnato duramente in questo lavoro. E’ nato un vero e proprio laboratorio per Luino, sono uscite proposte anche come risultato di commenti e dialoghi con amici, associazioni, colleghi ai quali si sono aggiunti imprenditori, artigiani e commercianti, operatori del settore turistico. Si è dovuto fare un gran lavoro di razionalizzazione, classificazione per rendere comprensibile e concreto il documento con progetti realizzabili. La maggior parte sono stati presentati il 25 luglio; altri sono stati aggiunti e completati in seguito. Non si tratta però di un programma chiuso, i nostri incontri di questi giorni ci consentiranno di dare ulteriore concretezza alle cose che abbiamo in mente di fare. Mi riferisco in particolare alle “50 piccole opere per la qualità di vita dei quartieri e delle frazioni” e agli incontri in atto con le associazioni del territorio. Abbiamo sintetizzato il programma in “15 punti programmatici di Proposta per Luino”. Sono già disponibili nella sede di via Battisti e verranno distribuiti alla città capillarmente.
Quali punti a suo parere, per quanto avete potuto verificare soprattutto dopo il suo discorso “programmatico” del 25 luglio, sono parsi da subito innovativi ed interessanti ai cittadini di Luino che avete incontrato fino ad ora?
Devo dire che non sono stati pochi… ognuno ha colto l’aspetto che ha ritenuto più vicino alla propria sensibilità. Uno di questi ha riguardato la questione della classificazione dell’area luinese come zona dalle caratteristiche economiche e sociali particolari, potremmo dire speciali. Luino si trova in mezzo a due poli di attrazione molto forti, da una parte la Svizzera e dall’altra Milano ed il suo hinterland. In una situazione come quella che stiamo vivendo è impensabile che possano arrivare investimenti consistenti su questa zona. Si pagano le medesime tasse e gli stessi contributi che si pagherebbero in altre aree con servizi più efficienti (strade, ferrovie). Invece qui le aziende si trovano ad operare con costi maggiori dovuti a queste carenze. Si parla di un 10- 12 % in più solo per il trasporto di materiali. Il personale una volta addestrato è spesso attratto da salari più alti praticati oltre confine e le conseguenze sono che chi opera qui lo fa in mezzo a grandi difficoltà con costi e rischi maggiori. Occorre guardare la realtà, ogni giorno solo da Luino si recano al lavoro in Svizzera circa 4000 lavoratori frontalieri. Un numero enorme che affronta ogni giorno diverse difficoltà a partire dal traffico, il tempo tolto alle proprie famiglie ed ai propri interessi, con un inquinamento atmosferico che nelle ore di punta è diventato insostenibile. Non credo si possa in tempi brevissimi operare sulle infrastrutture. Però ipotizzare agevolazioni fiscali per gli imprenditori ed i lavoratori in modo tale da consentire loro di lavorare in Italia a condizioni economiche se non uguali almeno vantaggiose e tali da optare per una migliore qualità di vita, è obbligatorio farlo. La domanda fondamentale è: perché un imprenditore o una catena alberghiera dovrebbero investire a Luino se poi avranno costi tasse e burocrazia maggiori rispetto ad altre zone o addirittura rispetto alla vicina Svizzera? Guardando al passato ricordo che l’esperienza “Obiettivo 2” (che fu preceduta da uno studio ed una analisi accurata) aprì un varco. Dobbiamo vedere di ripercorrerlo in collaborazione con i comuni vicini e la Comunità Montana.
E quali punti invece dall’impatto “più diretto e più immediato”?
Il sindaco dovrà svolgere il proprio mandato a tempo pieno. Luino è una città di 15.000 abitanti, non ci si può dedicare part-time come fosse un hobby o un passatempo. Amministrare è cosa importante e seria. Se il comune fosse un’azienda con 15.000 azionisti – i suoi cittadini- vi fidereste di un Amministratore delegato part-time? Un altro impegno sarà la riduzione dell’indennità del 25% per il sindaco e del 10% degli assessori. Con questi risparmi sarà creato un fondo per le emergenze “last minute”, utile soprattutto in questo periodo di crisi economica. Quindi non solo testimonianza ma anche molta concretezza.
E per l’infanzia?
Nascono pochi bambini? Cominciamo ad aiutare chi li fa. E’ un tema di grande attualità, la crisi economica e i problemi connessi alla covid-19 hanno messo in difficoltà molte famiglie per il pagamento delle rette degli asili. Ci siamo domandati durante la costruzione del programma quale potesse essere il ruolo di una Amministrazione comunale per venire incontro alle difficoltà delle famiglie. La prima risposta che pensiamo di poter dare sarà l’istituzione di un tavolo di lavoro con i rappresentanti delle scuole paritarie coordinato dall’Assessore all’Istruzione. Obiettivo di questo tavolo sarà garantire alle famiglie l’accesso a questo importante servizio attraverso un contributo alle famiglie in difficoltà per affrontare il pagamento delle rette di frequenza. Allargare la platea di coloro che potranno usufruire della scuola sarà l’altro obiettivo di mandato per quanto riguarda l’infanzia. Su come agire ne abbiamo discusso a lungo sia all’interno del gruppo sia con le famiglie e soprattutto le mamme. Fermo restando il nostro convinto sostegno alle scuole paritarie ed al mondo generoso che sostiene da anni con diverse modalità le scuole dell’infanzia, riteniamo che non si debba abbandonare l’idea di intraprendere uno studio di fattibilità per l’istituzione di una scuola materna statale (in passato si era provato ad intraprendere questa strada ma per varie ragioni non si era potuto proseguire). Ora che si intravedono all’orizzonte maggiori fondi per l’istruzione riteniamo che non si possa abbandonare questo progetto. Pensiamo che una amministrazione pubblica non debba rinunciare a nessuna possibilità per tutelare l’infanzia e favorire la maternità. Per noi ogni problema, ogni difficoltà deve essere affrontata guardando alla realtà, entrando nel merito delle cose senza pregiudizi ideologici, ma tenendo presente sempre il binomio infanzia-vita. Senza dimenticare che in questo modo si potrebbero liberare ulteriori risorse per il sostegno alle scuole paritarie.
Un’ultima domanda: la lista che lei ha presentato è fatta da persone quasi tutte estranee all’esperienza politica. Questo viene considerato un punto debole dagli avversari.
Preferisco non farle l’elenco delle cose non fatte dagli “esperti” politici che sono a fine mandato. Ritengo che la mia esperienza politica accumulata negli anni unita alla competenza e alla voglia di fare dei candidati siano un mix più che adeguato alla responsabilità amministrativa che intendiamo svolgere. Vedrà che un ingegnere ambientale, biologi, un avvocato, educatori, commercianti, persone da tempo nel volontariato, insegnanti, per non parlare poi di due giovani studentesse impegnate nel sociale, riusciranno a fare per l’ambiente qualcosa che l’esperto assessore uscente non è mai riuscito nemmeno a immaginare. Aggiungo che solleciteremo la collaborazione di tutte le competenze esistenti sul nostro territorio: lo strumento saranno le commissioni e in particolare le consulte, composte da consiglieri e aperte alla partecipazione di cittadini interessati a cambiare il volto di questa città.
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