Luino | 9 Febbraio 2020

“Come eravamo”, la Signorina della mensa di Luino

Un approfondimento di Giorgio Roncari sulla figura di Luigina Tatti, che per anni ha gestito la vecchia mensa dei poveri e il suo dormitorio

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(Fonte Eco del Varesotto) Con l’approssimarsi dell’inverno diventa più importante l’assistenza a disperati e senza tetto, e così mi è ritornata alla mente la Signorina della mensa di Luino, Luigina Tatti. Pensavo di recuperare qualche notizia in internet ma,con stupore, ho dovuto constatare che non ho trovato praticamente nulla.

Ho provato a sfogliare il mio rifornito archivio, ma inutilmente anche lì. Allora, mi son detto che avrei dovuto comunque ricordare questa donna simbolo di abnegazione, umanità e altruismo anche se la mia sarà una revocazione breve e molto personale. Dunque, della Signorina della mensa, com’era comunemente conosciuta, me ne parlava mio padre depositario di molte storie luinesi, vissute o udite nei suoi tanti anni al Calzaturificio Elio.

Non so quando fu aperta la mensa per i poveri a Luino, che faceva anche da dormitorio, se prima della guerra, durante, oppure dopo, so che era situata in via Bernardino Luini, dopo la Posta, praticamente dove c’è il ponte dellaferrovia. Oggi è il magazzino del municipio. Vi venivano preparati una grande quantità di pasti dei quali ne beneficiavano, per poche lire, anche molti operai delle tante fabbriche di Luino, tra cui anche mio padre.

A gestirla, praticamente da sola, lei, Luigina Tatti, piccola, rotonda, capelli corti, due occhiali che ingigantivano un viso quadrato, agli antipodi delle moderne modelle, ma con un dinamismo, un’instancabilità e una simpatia unici. Faceva di tutto, lavava e stirava montagne di panni, rammendava e cuciva quantità enormi di vestiti, spazzava e puliva da cima a fondo mensa dormitorio, cucina e gabinetti, e soprattutto preparava e cucinava quantità industriali di cibo, cotto su fornelli grandissimi usando smisurati pentoloni che, quando mi capitò di vederli, mi fecero pensare ai film di Charlot. Mio padre ogni tanto tornava a casa con un cartoccetto dal quale toglieva una fetta di formaggio, o un pezzetto di bollito o un trancio di torta caserec-cia e diceva che glielo aveva regalato la Signorina della mensa perché gli voleva bene.

La prima volta che la incontrai ero molto piccolo, andavo all’asilo, e fu quando con mia madre andammo a Luino, forse era un giorno di mercato. A mezzogiorno mio padre mi portò alla mensa. Ricordo poco di quella visita; pensavo di trovare una giovane snella come mia mamma e invece trovai una donna ai miei occhi anziana, che ricordava di più un comodino, ma agile e che mi fece tante feste e carezze. Rammento anche che rimasi a pranzo sulle ginocchia di mio padre e che i suoi colleghi, tutti quanti complimentosi con me, si divertivano a canzonarlo: “Lui è dentro la manica della Luigina – dicevano ridacchiando – e i bocconi più buoni son per lui”.

Perché la Signorina avesse questa simpatia per mio padre non saprei è molto probabile che avesse preso a cuore la nostra situazione familiare in quegli anni difficili, resa ancora più penosa da una mia grave malattia, e mio padre deve aver trovato in lei la persona giusta per confidare le proprie pene ricevendone parole di conforto. Negli anni la rividi altre volte, non moltissime, sempre rotonda, cerimoniosa e svelta. Nel nostro ultimo incontro mi regalò un volume della collana ‘Selezione’ del Reader’s Digest che ancora conservo.

Il passare degli anni e il migliorare della vita fecero sì che la mensa non fosse più così essenziale, così arrivò anche per la Signorina Luigina il tempo della pensione. Non la vidi più, mio padre morì e di lei non sentii più parlare, fino a quando anch’essa morì. I giornali locali scrissero di un funerale affollato con molte persone alle quali aveva fatto del bene, furono ricordate le sue doti morali. Alle esequie vi fu una nutrita presenza di bandiere e rappresentanze partigiane; questo perché durante la resistenza, me lo aveva raccontato più volte mio padre, lei aveva partecipato attivamente come fiancheggiatrice, rischiando grosso nell’aiutare e nascondere parecchi di loro.

La mia è stata una rievocazione sommaria di questa donna che ha passato la vita ad aiutare disinteressatamente i poveri, ma sono sicuro che altri potrebbero aggiungere aneddoti e fatti più importanti per onorare la straordinaria Luigina Tatti, la Signorina della mensa di Luino.

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