Agra | 14 Agosto 2018

Regione Lombardia diffida Comunità Montana, Agra si “chiama fuori dalla guerra politica”

Entro il 6 ottobre il nuovo presidente e la giunta per evitare il commissariamento. Il sindaco Baglioni: "Ai comuni di montagna non servono le lotte di partito"

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Nessuna luce in fondo al tunnel, in questo momento, per risolvere la crisi della Comunità Montana Valli del Verbano che, dal giorno delle dimissioni dell’ex presidente Giorgio Piccolo, ancora non ha indicato un nuovo presidente e una nuova giunta esecutiva.

Se ad inizio agosto il consigliere regionale Giacomo Cosentino aveva auspicato un intervento di Regione Lombardia per risolvere la situazione, i suoi due colleghi di maggioranza, Emanuele Monti (Lega) e Angelo Palumbo (Forza Italia), avevano dichiarato di sostenere l’autonomia del territorio e il senso di responsabilità degli attori locali, il sindaco di Rancio Valcuvia, ed esponente leghista, Simone Castoldi, ad incontrare l’assessore regionale Sertori, per parlare del futuro dell’ente e rassicurare l’assemblea e i cittadini, la scorsa settimana era intervenuto l’attivista luinese M5S, Gianfranco Cipriano.

Qualche giorno fa, invece, l’ente di secondo livello ha ricevuto una lettera di diffida da parte del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dove si invita Comunità Montana “a voler procedere all’elezione del Presidente e della Giunta Esecutiva entro il termine di 60 giorni dal ricevimento della stessa. Decorso inutilmente tale termine Regione Lombardia provvederà alla nomina di un commissario ai sensi dell’art. 15, comma 4, lett. a), nr. 2, e comma 5 della L.R. 19/2008″. La data indicata, quindi, entro la quale eleggere il nuovo esecutivo è quella del 6 ottobre.

Dopo gli incontri di giugno e luglio, tra le due parti, che sembravano vicine ad un accordo, dopo il comunicato congiunto del sindaco di Germignaga Marco Fazio (area Pd) e del sindaco di Rancio Valcuvia, Simone Castoldi (area Lega), ora è ancora tutto fermo, a causa di alcuni nomi non condivisi. Se il mese di agosto non vedrà con tutta probabilità grandi sorprese, sarà settembre a decretare i nuovi equilibri di potere in Comunità Montana, con il placet di amministratori locali e segreterie di partito.

Nel frattempo, però, sono i comuni piccoli a criticare duramente proprio i partiti, perchè impediscono di trovare un accordo, facendo rimanere l’ente in una situazione di impasse che non porta giovamento a nessuno, soprattutto a qui paesi di montagna che, invece, avrebbero bisogno della Comunità Montana per risolvere i tanti piccoli e grandi problemi, concreti, che li riguardano.

Tra loro c’è anche Agra, con la posizione del nuovo sindaco Luca Baglioni che non usa mezze misure: “La guerra interna non ci appartiene, non conosciamo il significato delle fazioni contrapposte e non lo vogliamo conoscere – spiega Luca Baglioni -, anzi lo riteniamo dannoso per i veri comuni di montagna che non hanno bisogno di politica, ma di politiche solidali. Rimaniamo in attesa del ricambio ‘generazionale’ della Comunità Montana, auspicando in amministratori che si presentino con una nuova voglia di essere comunità, anzi più comunità, e davvero montana, nel vero senso della parola. Proprio per questo, in vista delle prossime elezioni, non staremo né con uno schieramento, né con l’altro. Daremo la possibilità all’ente di avere la maggioranza. Invece di 32 sindaci, 31. È un motivo etico, attendiamo che cambino le cose per aprire ad un vero dialogo. Spero che venga fatta una riflessione molto profonda per arrivare ad un governo condiviso”.

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