Luino | 11 Giugno 2018

Assemblea di fuoco in Comunità Montana, è scontro: il presidente Piccolo si dimette

Il presidente declina le accuse: “Senso di responsabilità e onestà intellettuale. Vado via a testa alta, ho sempre cercato di fare il meglio”. Ok al bilancio

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Un’assemblea incandescente quella che ha visto oggi pomeriggio i rappresentanti della Comunità Montana Valli del Verbano riunirsi a Luino, dopo le numerose polemiche tra maggioranza e minoranza degli scorsi giorni.

In primis, è stata respinta la presenza di Ernesto Griggio, sindaco uscente di Agra, che ieri ha passato il testimone a Luca Baglioni. Dopo la presa di posizione da parte di Marco Magrini che già durante l’appello ha chiesto di verificare la delega all’ex primo cittadino (per statuto la delega sarebbe dovuta arrivare ieri, ndr), si è andati al voto sulla possibile presenza ed Agra non ha potuto partecipare al voto dell’assemblea. La maggioranza va così sotto 13-16, con le assenze di Cittiglio (giustificato), Cocquio Trevisago ed, appunto, Agra.

Scontro prevedibile, accesosi subito, ad una manciata di minuti dall’inizio della seduta, con le parole del sindaco Marco Fazio che chiarisce subito l’andamento della riunione: “Siamo disposti ad astenerci dal voto per il bilancio, per far proseguire l’attività dell’ente, solo ed esclusivamente se il presidente Piccolo si dimette. Crediamo che non siete più legittimati ad amministrare, il voto appena effettuato lo dimostra. Partendo da questo presupposto, senza dimissioni voteremo contro il bilancio”.

Spalle al muro quindi per l’amministrazione di Comunità Montana guidata da Piccolo. “Andiamo a votare il rendiconto di gestione 2017 per garantire la piena regolarità dell’attività dell’ente – afferma il presidente -. Prendo atto di questo e non entro nelle polemiche, come ho sempre fatto, rispettando il mio ruolo istituzionale. Evidentemente non è stata compresa questa mia scelta. La mancanza di maggioranza questa sera è evidente”. A questo punto il presidente dichiara di volersi confrontare con la sua giunta e di informare l’assemblea nei prossimi giorni su eventuali decisioni da prendere in merito alle dimissioni. La minoranza, però, non ci sta e chiede la sospensione della seduta per riunire i propri membri e capire il da farsi.

Dopo una decina di minuti, si torna in aula e a prendere la parola è proprio il presidente Giorgio Piccolo. “In questi anni ho amministrato in modo democratico, e la giunta della quale sono responsabile ha sempre preso decisioni in modo collegiale. Le diverse sensibilità politiche sono sempre state tenute in considerazione ed il gruppo che mi ha sostenuto ha condiviso in modo limpido la mia attività. Negli anni ho sempre manifestato la posizione che Comunità Montana debba essere sorretta da un’ampia convergenza. Prendo atto che la maggioranza non c’è: per spirito di responsabilità, onestà intellettuale e tutela per chi lavora nell’ente, non intendo paralizzare Comunità Montana. Sono disposto a lasciare e domani stesso formalizzerò le mie dimissioni. Sottolineo, si tratta di un atto di estrema responsabilità verso tutti”.

“Ho letto sulla stampa frasi roboanti sul territorio – continua Piccolo -. Tutto condivisibile a livello teorico, ma qua si parla di chi si lamenta per non aver ricevuto 10mila euro o 5 mila euro. Se un ente di secondo livello deve funzionare come un bancomat io me ne vado serenamente. Auguro alla CM una seria cooperazione, intesa non ‘come quanto posso portare a casa, ma quanto io posso dare agli altri’. Non ho alcun rimpianto, questa sera mi guarderò allo specchio e sarò contento di quello che vedrò riflesso. Spero da oggi vi sarà collaborazione e cooperazione seria, non giochi di appartenenza, soldi portati a casa e campanili vari“.

Un discorso apprezzato dall’aula intera, con qualche applauso che arriva anche dai banchi dei rappresentanti dell’ex minoranza. “Apprezziamo l’assunzione di responsabilità da parte del presidente – interviene ancora Fazio -, evita una lacerazione doppia. Tengo a ribadire che la nostra posizione non contraria significa che vogliamo l’apertura ad una nuova fase. Per questo lanciamo un appello a tutte le forze politiche e civiche, condividendo la cooperazione tra le parti, che è sempre stata nei nostri intenti. Una chiusura che è ovvio ha anche una dose di delusione personale, ma meglio non parlare di favori o sfavori, contributi dati o non dati. Parliamo di questioni politiche, ma in ogni caso ci rendiamo disponibili per qualsiasi confronto”.

Stabilita così la formalizzazione delle dimissioni che avverranno domani, l’assemblea è andata avanti tra l’astensione della minoranza e l’approvazione dei punti all’ordine del giorno sul rendiconto di gestione grazie ai voti della maggioranza.

Scontro a margine dell’Assemblea, inoltre, tra diversi sindaci delle due fazioni con Gavirate “cacciata” durante la sospensione della seduta nel confronto “chiuso” della maggioranza. “Non abbiamo mai avuto nulla – spiega il vicesindaco Massimo Parola -, non abbiamo mai chiesto chissà che cosa, ma non c’è stata data mai neanche la prospettiva. Ai fatti che ho raccontato si aggiunge anche l’atto brutto di questa sera, almeno a livello personale”.

Ora, chiuse le polemiche dell’assemblea, si apre una fase nuova per Comunità Montana Valli del Verbano: ci sarà da capire se le parti, come si auspica, troveranno un punto di incontro condiviso per lo sviluppo del territorio o se, invece, si proseguirà sulla strada che porterà alle elezioni provinciali. La scacchiera politica recente che da Roma porta a Milano e al territorio di Varese si è totalmente trasformata e ci sarà da capire ulteriormente in che modo sindaci ed assessori scriveranno il futuro dell’ente. A partire da domani.

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