Porto Ceresio | 7 Agosto 2018

Porto Ceresio, “Botel 2.0”: un incubatoio ittico naturale?

Dopo le uova di Germano Reale, a stazionare nei pressi della struttura galleggiante sono banchi di avannotti e piccoli gruppi di persici

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Si avvicendano le sorprese che, inaspettate, continuano ad avere come protagonista l’innovativa struttura galleggiante e a impatto zero, che staziona nelle acque antistanti il parco giochi di Via Roma a Porto Ceresio:”Botel 2.0“.

Un progetto dalle caratteristiche uniche sul territorio, che ha iniziato nel dicembre dello scorso anno la sua avventura portoceresina. Dalla scelta dei colori alla volontà di non avere la necessità di nessun collegamento alla rete elettrica, fino ad arrivare alla totale assenza di immissioni nell’ambiente circostante, tantissime sono le caratteristiche che fanno di questo prototipo, selezionato tra le tre start up finaliste del Premio Cambiamenti, una vera e propria fucina di sperimentazione proiettata verso una nuova concezione di turismo. Mesi di grandi soddisfazioni per i progettisti che quotidianamente lavorano all’ottimizzazione e al potenziamento di tutte quelle le apparecchiature che consentono “Botel 2.0” di essere una struttura totalmente autosufficiente. Non solo. Al vaglio dei progettisti vi è, inoltre, la definizione di nuovi e più elevati livelli di confort, dedicati ai futuri ospiti della struttura. Nelle scorse settimane, infine, per consentire a turisti e visitatori di conoscere tutte le caratteristiche della struttura che si trovano ad osservare passeggiando sul lungolago, è stato apposto un cartello contenente tutte le informazioni e le curiosità.

Una fucina di sperimentazione in piena attività, dunque, nella quale, come spesso accade, a non mancare è il sorprendente “imprevisto”. Non sono trascorsi, infatti, neanche quattro mesi da quando una femmina di Germano Reale ha scelto di deporre le sue preziose uova in una delle fioriere che incorniciano la struttura, “stravolgendo” i piani e le tempistiche dei progettisti, che già gli ideatori si trovano ad osservare un nuovo fenomeno generato, con ogni probabilità dalla presenza della struttura.

A raccontarlo è Gaetano Gucciardo, che ancora una volta si trova a scoprire un ulteriore aspetto legato alla struttura, rispetto al quale non vi era nessuna volontarietà o previsione progettuale. “Dopo qualche mese che la piattaforma è stata varata – racconta Gaetano – ho incominciato a notare formazioni di alghe nella parte sommersa. Premetto che non sono né un pescatore né un appassionato di ittiologia e quel poco che ho appreso sono informazioni stimolate dalla curiosità di ciò che stava avvenendo intorno a me. Nel periodo della ‘fregola’, infatti, ho visto l’acqua frizzare e i pesci saltare. Dopo poco ho cominciato ad osservare fitti banchi di avannotti intorno al Botel ed un piccolo gruppo di persici stazionare nel lato”.

“Ho pensato ad una casualità, oppure al fatto che avessimo occupato uno spazio destinato alla riproduzione – prosegue Gaetano -. Ho quindi cercato informazioni tra i pescatori del luogo ed uno in particolare, un simpatico pensionato che arriva prima di noi la mattina e si posiziona nella darsena antistante, mi ha confermato che quest’angolo non è mai stato così pescoso. La curiosità è cresciuta man mano che acquisivo informazioni. Ho scoperto, ad esempio, che nei canali di una grande città del nord Europa hanno realizzato una piattaforma con bottiglie di plastica di recupero e le hanno inverdite con la finalità specifica di un ripopolamento ittico. Questa sperimentazione, dalle prime informazioni che circolano, pare stia dando risultati positivi”

“Per il Ceresio le informazioni non sono molte ma mi sono imbattuto in un interessante studio del 2012 dell’ ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dal titolo ‘Le strutture sommerse per il ripopolamento ittico e la pesca’ nel quale si spiega come i corpi immersi possono consentire alle fasi giovanili di alcune specie di trovare rifugio dai loro predatori naturali e ciò possa favorire la loro sopravvivenza. Se così fosse, – conclude Gaetano -, che dire di questa nuova ed inaspettata funzione del Botel? Davvero la struttura, nel suo piccolo, può contribuire al ripopolamento del Lago Ceresio?”

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