Luino | 10 Maggio 2018

Luino, “Siamo sicuri che il Palazzetto dello Sport sia necessario? I cittadini lo vogliono?”

Alcune riflessioni che mettono sotto la luce dei riflettori il Centro Sportivo "Le Betulle", per non disgregare i poli sportivi cittadini in più punti diversi del paese

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Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata da Diego Intraina, architetto che da tempo segue le questioni del PGT e della trasformazione urbanistica delle “aree centrali” di Luino, dopo l’annuncio del sindaco di Luino, Andrea Pellicini, riguardante il progetto per la realizzazione del Palazzetto dello Sport, ormai in dirittura d’arrivo.

Come già spiegato in altre occasioni, politicamente sembra essere opportuno percorrere la strada del “mai dire mai”. Anche per il Palazzetto dello Sport, tanto auspicato dal nostro Sindaco, è da responsabili comportarsi in tale modo. Dunque, è altrettanto doveroso porsi delle domande d’ambito per riuscire a dare delle risposte giustificabili.

Iniziamo dagli enti. Esiste veramente una domanda reale di necessità per un palazzetto? L’attività e le condizioni finanziarie delle Società sportive giustificano questa presenza, oltre essere in grado di gestire questa struttura? I cittadini sono disposti a spostare delle risorse finanziarie per la sua costruzione e per l’ancor più onerosa e prolungata gestione?

Passiamo alla città. È corretto, urbanisticamente, portare in centro città, in una zona strategica per la ricucitura del tessuto urbano, una struttura sportiva che “sospende la città” per la maggior parte dei giorni settimanali? Questo “consumo di suolo” potrebbe essere meglio sfruttato per rendere armoniosa e produttiva la città?

Analizziamo possibili opportunità. Esistono sul territorio luinese migliori localizzazioni, visto che stiamo parlando di Società che operano in ambito sovracomunale? Qualora ci si ostinasse di volerlo localizzare in Luino, esistono altre opportunità che potrebbero creare, grazie alla costruzione del palazzetto, ulteriori vantaggi?

Ebbene, si potrebbero aggiungere altre domande, ma queste sembrano essere sufficienti per iniziare ad affrontare con sufficiente responsabilità il “desiderio”. Alle domande sulle Società e sul piano finanziario lascia la parola ad un serio studio di fattibilità che mi auguro venga allestito e discusso con le forze politiche, con la cittadinanza e con altri enti interessabili.

Per quanto riguarda il secondo ambito credo che si possa solo rispondere discutendo, completando e approvando definitivamente uno studio serio, che oggi sembra rallentato e poco convincente del Piano di Governo del Territorio. Per l’appunto uno studio su tutte le aree dimenticate dal PGT denominate “aree centrali”, un planning che vada oltre alle semplici indicazioni di indirizzo date (che tutto possono giustificare) al fine di indicare, finalmente, una reale e possibile rappresentazione organica della città evitando così di cadere nei soliti rimaneggiamenti puntuali portatrici di interessi. Rimaneggiamenti che purtroppo nulla dicono, salvo quello di contraddirsi, sul percorso di indirizzo che si vorrebbe (uso il condizionale per evidenti aspettative differenti) dare alla Città di Luino.

Invece sul terzo ambito qualcosa si potrebbe già dire. Personalmente nelle realtà di dimensione medio-piccole, come quella di Luino, non trovo che la disseminazione geografica delle strutture sia un comportamento adeguato alle ricerche di sostenibilità, sia economica, gestionale e soprattutto funzionale. Luino ha già due centri sportivi, uno recente dedicato al calcio ed uno misto, “Le Betulle”, che non vive in buone condizioni di salute. Personalmente mi concentrerei nel capire se questa nuova “opportunità” del palazzetto non potrebbe risolvere la precarietà di questo secondo centro.

Perchè non riflettere sull’esistente presenza di un campo da gioco (basket, pallavolo e tennis), l’attuale struttura energivora delle piscine, ospitata in un edificio di vaste dimensioni facilmente trasformabile in palazzetto, e la presenza di aree ancora a disposizione per la costruzione di una piscina moderna? Proverei anche a verificare e considerare la possibilità di poter trasferire in questa riflessione possibili introiti finanziari (standard qualitativi) derivanti dall’edificazione delle aree centrali. Trasferimento di un possibile surpuls che potrebbe derivare dal “rasserenamento” degli investitori privati che, resisi più disponibili, potrebbe diventare “ulteriormente generosi”.

Con queste considerazioni, qui semplificate, ci si avvicinerebbe ad una possibilità di razionalizzazione e gestione di un centro sportivo non più energivoro e con una gestione semplificata, a sua volta derivata dalla concentrazione di servizi funzionali e logistici e da potenzialità organizzative di eventi multi-sport.

Questa soluzione rasserenerebbe la politica. Garantirebbe, infatti, le promesse elettorali. Allo stesso tempo sarebbe utile anche per l’ambiente. Si andrebbero ad eliminare gli inaccettabili sprechi energetici e si toglierebbe la città dall’immediato stress: dalla inadempienza del ridisegno del cuore della città e dalla “illegalità deontologica” dello strumento amministrativo del Piano di Governo del Territorio.

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