Inghilterra | 21 Agosto 2016

“Luinesi all’estero”: Oxfordshire, Maria Giovanna Folci tra moda e impegno in un ospedale psichiatrico

" Mi trovo bene, ci sono molte opportunità ed è facile integrarsi. Nell’Oxfordshire il tenore di vita è piuttosto alto e la realtà è molto internazionale"

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Continua la serie di interviste per la rubrica “Luinesi all’estero” che, ogni domenica, sta raccontando vite, esperienze e speranze di tutti quei luinesiche hanno deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferiti all’estero, alcuni anche in Usa o in Australia, con l’intenzione di lavorare oppure spinti dal seguire le proprie passioni. Oggi siamo andati nella campagna inglese, precisamente nell’Oxfordshire, a trovare Maria Giovanna Folci che si divide tra il suo ruolo come Floor Manager di un brand di moda italiano e il training che sta effettuando presso un ospedale psichiatrico.

Raccontaci di te… Quando sei andata via dall’Italia? Dove vivi? 

Mi sono trasferita pochi mesi dopo aver conosciuto il mio compagno. All’epoca vivevo e lavoravo ad Arona, dall’altra parte del lago e lui, aronese, viveva e lavorava a Londra. Dopo circa sei mesi di relazione a distanza ho deciso di trasferirmi, prima a Londra e poi nell’Oxfordshire dove vivo tuttora.

Di cosa ti occupi? 

Al momento ho il “piede in due scarpe”: sono Floor Manager per un brand italiano di moda, che si chiama “Bottega Veneta”, dove gestisco un team di tredici venditori e faccio il mentore in un centro giovani e in un ospedale psichiatrico, come tirocinio per il mio training da psicoanalista.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Quando sono in negozio sviluppo strategie per promuovere i prodotti e raggiungere i target, gestisco il mio team e risolvo i problemi con i clienti. Quando sono al centro giovani o in ospedale, invece, vedo i ragazzi o i pazienti per sedute individuali, dove parliamo di problemi da gestire, dopodichè riporto tutto ai miei supervisors e scrivo i miei appunti clinici. Una volta a settimana partecipo ai seminari clinici dell’Istituto di Psicoanalisi di Londra, dove studio, e condivido la mia esperienza con altri studenti.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

In Italia ho lavorato in boutique, l’unica differenza che ho riscontrato è sulla scelta del prodotto per i negozi: c’è molta più ricerca sul prodotto di nicchia, mentre negli UK, anche se il prodotto è di lusso, è molto più commerciale.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrata nella società?

Mi trovo bene, ci sono molte opportunità ed è facile integrarsi. Nell’Oxfordshire il tenore di vita è piuttosto alto e la realtà è molto internazionale, in più la metropoli non è lontana… mi sono integrata molto bene, vivo in un villaggio molto pittoresco dove tutti più o meno si conoscono e si danno una mano.

Quali difficoltà hai riscontrato?

Non ho riscontrato grandi difficoltà, forse quando vivevo a Londra mi stressava un po’ la vita frenetica della città, ma poi mi sono trasferita in campagna…

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Mi manca la “vita di lago”, ma in realtà torno a casa spesso…

E invece, che progetti hai per il futuro?

Il mio obiettivo è quello di diventare analista e lavorare in proprio. Sto usando l’esperienza nel management per imparare a gestire un mini business…

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Si, prima o poi mi piacerebbe tornare. Voglio finire gli studi e fare un po’ di esperienza da professionista privata e in clinica e poi chissà…  magari portare la psicoanalisi sul lago…

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice GambatoFabio SaiMatteo Lattuada, Luciano AmadeiAntonio BuccinnàPatrizia DelleaFabiana SalaGiorgia ParodiEmanuele MaranoWilmer TurconiRoberto ZanaldiSerena FortunaMichel AndreettiGiuseppe ScaleseFrancesca SaiIros BarozziRosita CordascoFederico FolciaAlessio BadialiMarco Chimini e Mark Masneri questa è la venticinquesima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”. Nelle prossime settimane continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.

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