Torna ancora, come ogni domenica, “Luinesi all’estero”, la rubrica che periodicamente sta raccontando vite, esperienze e speranze di tutti quei luinesi che hanno deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferiti all’estero, alcuni anche in Usa o in Australia, con l’intenzione di lavorare oppure spinti dal seguire le proprie passioni. Per la prima volta siamo stati in Singapore a conoscere e trovare Federico Folcia, luinese che sette anni fa ha fondato Roomorama, una piattaforma Business to Business per appartamenti e case in affitto che gestisce immobili in qualsiasi parte nel mondo.
Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?
Sono andato a Madrid per seguire il programma Erasmus con l’intenzione di provare un’esperienza all’estero e non sono più rientrato. Attualmente vivo a Singapore.
Di cosa ti occupi?
Gestisco Roomorama.com, il sito che ho co-fondato 7 anni fa a New York ora con base a Singapore. Roomorama è una piattaforma Business to Business per appartamenti e case in affitto a breve termine (fino a 90 giorni). La nostra tecnologia permette prevalentemente a costruttori e gestori di immobili ovunque nel mondo di distribuire il proprio inventario a operatori del turismo online e offline. Dal punto di vista della domanda lavoriamo soprattutto con il mercato asiatico.
Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?
Sono spesso in viaggio per meeting o conferenze e lavoro principalmente dal telefono, quando sono in ufficio supervisiono vari aspetti dell’attività e interagisco con i miei collaboratori e dipendenti.
Hai avuto esperienze lavorative in Italia?
Non ho mai lavorato in Italia.
Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?
Vivo a Singapore da più di 4 anni e mi sento a casa, per quanto culturalmente ci siano notevoli differenze con l’Italia e l’Europa.
[slideshow_deploy id=’84998′]
Quali difficoltà hai riscontrato?
Con la premessa che a Singapore mi trovo bene e non cambierei la mia scelta, direi tre difficoltà: la distanza dall’Europa, il clima umido tutto l’anno e l’aspetto sociale delle volte alienante; quest’ultimo è forse condizionato dal fatto che per quanto cosmopolita Singapore rimane una piccola isola con una storia molto recente e uno stile di vita estremamente confortevole; delle volte è difficile relazionarsi con i singaporeani su temi culturali o di interesse generale perchè non hanno prospettiva o interesse.
In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato lavorativamente parlando?
Ho vissuto a Madrid, Cardiff, Londra e New York. Mi ritengo molto fortunato di avere lavorato sia a Londra e a New York e avere beneficiato di un sistema strutturato, meritocratico e dinamico.
Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?
La famiglia, uno scorcio di lago dalla finestra e la vicinanza all’Europa.
E invece, che progetti hai per il futuro?
Mi piacerebbe continuare a lavorare nell’ambito imprenditoriale tecnologico e possibilmente tornare più spesso o eventualmente fare ritorno in Europa, dove sono le mie radici.
Pensi che un giorno tornerai in Italia?
In passato mi sono sempre smentito riguardo i piani futuri, non escludo quindi un domani di fare ritorno in Italia se si presentassero le condizioni ideali.
Dopo quelle a Marco Zanatta, Nicholas Vecchietti, Silvia Camboni, Alice Gambato, Fabio Sai, Matteo Lattuada, Luciano Amadei, Antonio Buccinnà, Patrizia Dellea, Fabiana Sala, Giorgia Parodi, Emanuele Marano, Wilmer Turconi, Roberto Zanaldi, Serena Fortuna, Michel Andreetti, Giuseppe Scalese, Francesca Sai, Iros Barozzi e Rosita Cordasco questa è la ventunesima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”. Nelle prossime settimane continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.
© Riproduzione riservata
Vuoi lasciare un commento? | 0