Berna | 19 Agosto 2021

Crisi in Afghanistan, la Svizzera non accoglierà in massa i cittadini in fuga

Il Consiglio federale ha escluso la possibilità di accettare migliaia di richieste di ammissione immediata sul territorio. "Situazione ancora tutta da chiarire"

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La Svizzera non accoglierà in massa i cittadini afgani in fuga dal Paese dopo la riconquista armata della capitale Kabul da parte dei talebani.

Prima di tutto, ha spiegato il capo del Dipartimento federale degli Affari esteri, Ignazio Cassis, al momento non è possibile far decollare aerei civili per raggiungere il Paese del Medio Oriente. In secondo luogo le informazioni che arrivano dall’Afghanistan in queste ore di grande tensione sono poche e precarie, e non consentono ancora di valutare con criterio le necessità relative alla ridistribuzione delle persone.

Sono queste le motivazioni ufficiali, fornite dal Consiglio federale durante un incontro con la stampa tenuto a Berna nelle scorse ore, poste alla base della decisione di rigettare le richieste avanzate da diverse organizzazioni – sostenute poi da alcuni partiti d’oltre confine, in particolare Verdi e socialisti – di favorire l’ingresso in Svizzera di migliaia di afgani a rischio, senza ostacoli burocratici.

Il Consiglio federale è in stretto collegamento con l’Alto commissariato delle Nazioni unite, per studiare l’evoluzione del complesso caso che sta interessando il mondo intero. Una prima svolta, per quanto concerne gli interessi della Confederazione, si è però già registrata grazie alla possibilità di impiegare voli militari per il collegamento tra Afghanistan e Paesi europei (tra cui l’Italia, dove sono attesi in totale circa duecento afgani, collaboratori di organizzazioni e Stati).

La Svizzera, su questo fronte, è impegnata per l’espatrio di circa duecentotrenta persone tra collaboratori, personale dell’ufficio di coordinamento della Direzione dello sviluppo e della collaborazione e le relative famiglie. Tutti, stando alle prime informazioni, usufruiranno di un visto umanitario, secondo quanto previsto dal diritto elvetico: il visto umanitario va richiesto presentandosi personalmente presso una rappresentanza svizzera all’estero, e ha come requisito per l’accettazione della richiesta, la presenza di una minaccia concreta, diretta e seria alla base della decisione di lasciare il proprio paese.

Nel frattempo hanno già lasciato l’Afghanistan i membri della rappresentanza svizzera a Kabul. Sei persone in totale, a cui si aggiungeranno i circa trenta cittadini impegnati presso l’ambasciata di Islamabad in Pakistan – sede dei rapporti diplomatici tra Confederazione elvetica e Afghanistan – i quali hanno manifestato la volontà di lasciare il paese.

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