Tiene banco anche oggi il punto Hotspot per i tamponi rapidi, che sarebbe dovuto partire nel pomeriggio di martedì nell’ex ufficio turistico di via della Vittoria a Luino. A fare il punto della situazione è il direttore del Dipartimento P.A.A.P.S.S. dell’ATS Insubria, il dottor Maurizio Tettamanti, a seguito delle numerose polemiche, di repliche e contro-repliche da parte del capogruppo di “#luinesi”, Alessandro Casali, della vicesindaca Antonella Sonnessa, del consigliere Paolo Portentoso e del sindaco Enrico Bianchi.
A margine della notizia sul mancato avvio dell’attività sanitaria, ieri il presidente della Croce Rossa di Luino e Valli, Pierfrancesco Buchi, aveva provato a gettare acqua sul fuoco, per stemperare le polemiche politiche e trovare una soluzione per il bene e la necessità di tutta la popolazione, in attesa di avere novità dal Comune e dall’ATS Insubria.
“Abbiamo effettuato un sopralluogo martedì – commenta il dottor Maurizio Tettamanti -, e abbiamo verificato che rispetto alla procedura che andava seguita, che era scaricabile e visibile sul sito dell’ATS, mancavano alcuni documenti. Non erano state preparate e prodotte queste auto-certificazioni e noi non abbiamo potuto far altro che richiederle prima dell’inizio dell’attività sanitaria.
All’azienda sanitaria, nel pomeriggio di martedì, però, è arrivata solo parte del materiale necessario dal Comune. “Abbiamo valutato la documentazione in nostro possesso – prosegue Tettamanti -, richiedendo ulteriormente ancora tutta la parte mancante, vale a dire l’incarico formale al medico come responsabile dell’attività, l’accordo con il laboratorio per l’effettuazione dei tamponi molecolari, il protocollo sulle modalità analitiche per lo svolgimento dell’attività e, infine, l’inadeguatezza logistica; non era ben identificata un’area di attesa sia pre che post tampone fuori dal locale individuato dall’amministrazione”.
Il Comune e dalla Croce Rossa di Luino e Valli, però, su questo ultimo punto, avevano organizzato in modo puntuale e rigoroso – secondo quanto affermato ad ATS -, la gestione delle prenotazioni, dei tempi per effettuare i test rapidi, ritenendo “inutile” lo spazio di attesa, e anche prevedendo aree di sosta disponibili per i cittadini coinvolti.
“Noi non abbiamo posto divieti o interrotto l’attività – conclude il direttore del Dipartimento P.A.A.P.S.S. dell’ATS Insubria -, abbiamo solo seguito quello che prevedeva il nostro protocollo. Ora, per autorizzare l’avvio dell’attività sanitaria, aspettiamo la documentazione necessaria dal Comune”.
“La documentazione mancante – spiega il sindaco Enrico Bianchi – sarà presentata in questi giorni all’azienda sanitaria, ma prima sarà valutata la modalità più idonea e in linea con le normative regionali, affinché la popolazione possa accedere a questo servizio. Le richieste sono numerose”.
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