Luino | 4 Ottobre 2018

Luino, incontro tra comune e genitori per i buoni pasto. “Ancora grosse perplessità sui conti”

Sul banco degli imputati anche la qualità dei pranzi serviti. Il sindaco Pellicini: "In commissione mensa per affrontare insieme all’appaltatore tutte le criticità" 

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Dopo le polemiche scaturite dall’aumento dei buoni pasto della mensa scolastica (1,20 euro in due anni), si è tenuta nel tardo pomeriggio di martedì, in Municipio a Luino, una riunione tra i rappresentanti del comune e il Comitato dei genitori. Il primo giorno di scuola, infatti, una circolare scolastica consegnata ai bambini avvisava i genitori dell’aumento a 5,50 euro dei buoni pasto, che ha causato non poco malumore, sin da subito.

Un malumore che nei giorni successivi era stato raccolto da parte di tutta la minoranza luinese, che con una forte presa di posizione richiedeva al comune un passo indietro. Era stato l’assessore al Bilancio Dario Sgarbi a spiegare i motivi di tale decisione, che i genitori hanno accolto parzialmente. Per questa ragione, martedì, il comune ha invitato il Comitato dei Genitori, una decina circa, che si è confrontato a lungo con l’assessore all’Istruzione Pier Marcello Castelli, il responsabile dei Servizi Sociali, Claudio Marzanati, e il consigliere delegato Alberto Baldioli, presente in doppia veste perchè anche membro del Consiglio d’Istituto della scuola. A loro si è unito anche il sindaco Andrea Pellicini, che ha ascoltato tutti i genitori e la presentazione del bilancio degli scorsi anni.

“Ringraziando il comune per la disponibilità – spiega uno dei rappresentanti dei genitori nei quattro comitati dei plessi scolastici -, rimangono tante perplessità sui numeri presentati in Municipio e nel prossimo incontro della Commissione Mensa chiederemo al comune di essere più chiaro nel dettagliare le entrate e le uscite riguardanti la mensa scolastica, magari con la presentazione di un bilancio con tutte le voci in capitolo di spesa. Vogliamo sapere dove finiscono tutti i soldi che le famiglie pagano. Non abbiamo capito il perchè, a dispetto di una ‘teorica’ entrata del 24% in più (3.87 pagato 4.80 incassato) il comune non sia riuscito ad incassare nemmeno i soldi per pagare i pasti all’azienda appaltatrice, e di conseguenza invece di recuperare tutti i soldi e riuscire a gestire le spese extra (utenze e personale mensa scolastico comunale, ndr), si è trovato ad avere, anche l’anno scorso, un bilancio negativo. Questo non sarebbe dovuto accadere, anche solo se prendiamo in considerazione il rapporto tra pasti pagati e pasti incassati, visto il sovrapprezzo di ben 93 cents a pasto che ogni famiglia ha pagato per ogni pranzo lo scorso anno. E allora sorge una domanda, spontaneamente: perchè il comune incassa molto meno rispetto a quello che dovrebbe incassare?”.

Ad intervenire in merito, ancora una volta, è l’assessore al Bilancio Dario Sgarbi: “L’aumento della tariffa è dovuto all’aumento del costo del servizio. Il costo per il comune nell’appalto 2014 era di 3,87 euro a pasto. Oggi, con l’appalto 2018, il costo a pasto per il comune è lievitato a 5,05 euro. Nel 2014 si era partiti da una base d’asta di euro 4,50 e l’appaltatore si era aggiudicato il servizio con un forte ribasso d’asta. Nel 2018, dopo preliminare indagine di mercato, la base d’asta è stata portata a 5,20 euro a pasto IVA esclusa. L’attuale gestore si è aggiudicato il servizio con un ribasso d’asta del 3% rispetto alla base d’appalto. Da qui il costo di 5,05 euro IVA compresa a pasto a carico del comune”.

“Nella definizione della tariffa finale – spiega l’assessore Sgarbi – sono stati anche compresi gli ulteriori costi generali del servizio (costo del personale comunale dedicato, energia, luce), applicando un incremento del 15% alle tariffe del 2017, che ha determinato una tariffa massima di 5,50 euro IVA compresa, utile a coprire anche i minori introiti derivanti dalle riduzioni tariffe per le famiglie con redditi molto bassi: infatti le fasce tariffarie determinate in ragione del reddito familiare sono quattro (oltre a quella per i non residenti) e le correlate tariffe per singolo pasto sono, in ordine decrescente, €5,50, € 4,15, € 3.45 ed € 2,60, ma circa 2000 pasti vanno erogati gratuitamente alle famiglie più indigenti”.

“Oltre a questo, nella riunione con i genitori – afferma il sindaco di Luino, Andrea Pellicini -, è emersa la necessità di un confronto sulla qualità del servizio. A tal fine ho chiesto all’assessore Castelli e ai funzionari competenti di convocare entro due settimane la commissione mensa. Sono convinto che questa sia la sede migliore per affrontare insieme all’appaltatore le criticità emerse nel corso della riunione. Ognuno deve svolgere il suo ruolo fino in fondo per il benessere dei bambini delle nostre scuole”.

Nasce proprio dalle lamentele di parecchi bambini con i genitori, infatti, il problema della qualità: i piccoli alunni hanno lamentato alcuni piatti proposti dal menù che, come dice il sindaco, sarà oggetto di confronto con i genitori. Poco meno di un mese fa, il Consiglio di Stato ha confermato la possibilità di portare il cibo da casa, già in vigore da un anno circa. Le famiglie, oggi, potrebbero chiedere l’autorizzazione alla scuola, per preparare un panino ai loro figli, tramite una richiesta scritta formale: i comitati genitori auspicano che nei prossimi giorni l’Istituto faccia sapere le modalità affinché questa opportunità possa concretizzarsi.

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