2 Giugno 2016

Luino, lettera in redazione: “Ogni giorno vedo l’area ex Ratti abbandonata. Perchè non prendere spunto da Locarno?”

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L’area ex Ratti, sita nella zona sud della fascia a lago di Luino, è da decenni ormai che versa in condizioni di abbandono. In diverse circostante è stato affrontato il tema, soprattutto nel momento in cui si è lanciato e si è discusso del “Concorso di Idee” che, attualmente, risulta non abbia premiato nessuno dei partecipanti. Gli spazi e gli edifici, ancora di proprietà privata, sono stati oggetto molteplici volte di studi, di analisi e di lavoro da parte, prima dei dipendenti comunali, poi di professionisti privati. Oggi, in redazione, ci è arrivata una lettera di Alberto Comunetti, che vive a Luino da otto anni. Ecco la sua proposta.

L'area Ratti, uno degli spazi interessati dal "Concorso di Idee" - Foto progetto architetto Stefano Seneca (divisare.com)

L’area ex Ratti – Foto progetto architetto Stefano Seneca (divisare.com)

Luino, lettera in redazione: “Ogni giorno vedo l’area ex Ratti abbandonata. Perchè non prendere spunto da Locarno?”

“Mi chiamo Alberto Comunetti e vivo da otto anni a Luino, questa incantevole cittadina. Tutti i giorni tornando a casa, vedo l’area ex Ratti malinconicamente abbandonata all’oblio, e penso che un luogo come quello, che per decenni ha coltivato eccellenze tecnologiche, ha dato lavoro a centinaia di persone contribuendo al benessere di Luino e dintorni, non meriti di restare in quelle condizioni, ma debba avere un destino migliore. Lo stesso concetto si può allargare ad altre aree dismesse in zona, ma sicuramente l’ex Ratti per collocazione è quella che più risalta.

Si sente parlare (forse è meglio dire si sentiva parlare perché da un po’ tutto tace) di tanti progetti di riqualificazione, ma la mia paura è che si finisca nel riqualificare l’area realizzando un supermercato, qualche negozio, e appartamenti (da vendere a chi?). Lo troverei riduttivo a livello di gestione del territorio, sterile dal punto di vista dello sviluppo a medio e lungo termine e oltretutto con un impatto economico e occupazionale effimero. Ma fino ad oggi, sia ben inteso non solo a Luino, questo è il massimo che si riesce ad esprimere in tema di riqualificazione. Io avrei un proposta.

Locarno ha in studio la realizzazione di un polo tecnologico orientato alla Meccatronica, per riqualificare l’area dell’ex macello comunale. L’idea è quella di realizzare un centro che ospiti società che operano nella ricerca e sviluppo, studi di progettazione, laboratori ecc. Non parliamo di colossi industriali, ma di aziende di piccole dimensioni, le cosiddette Startup. Strutturalmente si tratta di costruire delle infrastrutture con locali di metrature standardizzate, dotati di servizi di connettività, una sorta di centro servizi. Bene, alcune formazioni politiche ticinesi si oppongono al progetto, perché vedono il pericolo della realizzazione di un polo che richiami solo aziende italiane e frontalieri. Non scendo nella retorica degli argomenti utilizzati per avvalorare questa tesi.

Mi chiedo: perché non approfittarne? Perchè Luino non pensa a un progetto come questo per l’area ex Ratti?

Idea folle? Può darsi, però vorrei ricordare alcune cose. Nell’area di Rho Expo sorgerà un polo di ricerca tecnologico, con distaccamenti universitari e centri ricerca di primarie multinazionali. Queste entità richiamano a se una moltitudine di piccole attività che sono a loro interconnesse, ma essendo appunto piccole, non possono accedere a strutture come quelle previste nell’area Expo perché non possono sostenerne i costi. Ecco quindi l’esigenza che nei territori e nelle province attorno si creino centri opportunamente attrezzati per accoglierle. Esagerando, è un po’ quello che accadde negli USA e che portò alla nascita della Silicon Valley.

Luino è a stretto contatto con la Svizzera, è collegata direttamente con la ferrovia a Rho Expo (si lo so, bisognerebbe chiedere un’efficienza maggiore a Trenord), è in un contesto unico particolarmente apprezzato dagli stranieri, ha vicino l’università dell’Insubria e quella di Lugano. Si innescherebbe un volano virtuoso che porterebbe nuove risorse e nuova vivacità al nostro territorio, e chissà, magari anche un impulso al turismo di cui tanto si parla e per il quale poco si fa. Il presupposto è il coinvolgimento di enti locali, regione, università e privati.

Qualcosa di simile esiste. Per chi volesse farsi un’idea di come può essere strutturato un progetto di questo tipo, può cercare in internet il centro COMO NEXT http://comonext.it/home. E’ un polo nato a Turate (CO) sulle ceneri di una vecchia azienda tessile dismessa da anni. Quello è un’esempio di ciò che intendo. Per una volta, proviamo a guardare un po’ più avanti!”.

Si chiude così la lettera firmata da Alberto Comunetti.

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