Luino | 8 Ottobre 2024

Da Maccagno e Grantola in Provincia, Fabio Passera si racconta

L'ex sindaco del paese lacustre è risultato il più votato nel gruppo "Civici e Democratici". Dopo gli incarichi in Alfa e Autorità di Bacino, arriva a Villa Recalcati. «Lavorerò per il territorio»

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A poco più di una settimana dalle elezioni provinciali, che soprattutto all’interno di Fratelli d’Italia hanno lasciato strascichi politici tutti da risolvere, il primo eletto a Villa Recalcati a parlare è l’ex sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca ed attuale consigliere comunale di Grantola, Fabio Passera.

Passera è stato il più votato all’interno della lista “Civici e Democratici”, e ha ottenuto preferenze in maniera omogenea tra i paesi con popolazione fino ai tremila (43), dai 3.001 ai 5.000 (30), dai 5.001 ai 10.000 (12), dai 10.0001 ai 40.000 (14) e, infine, dalle città con più di 40mila abitanti, dove ha ottenuto 4 voti, per un calcolo ponderato di 4.741 voti.

Tra i consiglieri provinciali dell’alto Varesotto il più votato è stato il leghista Sergio Ghiringhelli con 4.921 voti, mentre il sindaco di Besano, Leslie Mulas, si è fermato a 3.428, risultando eletto tra le fila di Lombardia Ideale, così come Franco Compagnoni che con i suoi 1.087 voti, per Fratelli d’Italia, ha ottenuto l’incarico a Villa Recalcati.

«Sono certamente soddisfatto del risultato complessivo, e devo ringraziare il mio partito per aver creduto in me e per il supporto», ha esordito il consigliere provinciale Fabio Passera. Ecco l’intervista.

Prima incarichi a Maccagno, poi la fusione che ha costituito il Comune di Maccagno con Pino e Veddasca, per arrivare fino a Grantola e adesso la Provincia di Varese… Come reputi la tua carriera politica?

Maccagno è il paese dove sono nato. A 19 anni sono entrato come l’ultimo dei consiglieri, ho scalato tutte le posizioni fino a diventare sindaco. Il mio sogno era la fusione dei comuni, che abbiamo vinto. Al termine di questa esperienza l’anno scorso sarei anche rimasto, ma probabilmente ero diventato troppo “ingombrante”, quindi ho ritenuto giusto prendere altre strade.

E perché hai scelto di candidarti consigliere proprio a Grantola?

Dopo tutte le proposte ricevute, ho accettato quella di Grantola per amicizia e vicinanza. È un Comune molto vicino a Maccagno, e sono andato lì con l’intento di aiutare il sindaco Renzo Stocco a entrare in questo mondo così complesso. Poi, è arrivata l’occasione della Provincia, ed eccomi qua.

Alcuni addetti ai lavori, però, credono che miravi alla Provincia candidandoti a Grantola. È vero?

Non è vero. Avrei preferito rimanere a Maccagno, ma come dicevo ho capito che sarei stato di troppo e ho deciso di andare altrove. Quando ho annunciato che non sarei rimasto, ho ricevuto molte proposte, tra cui quella di Grantola, che ho scelto perché abbiamo sempre avuto servizi in comune. Adriano Boscardin, un amico fraterno, mi ha incoraggiato. Oggi mi sento ancora bene e voglio impegnarmi per la comunità e per la pubblica amministrazione. La candidatura alle provinciali è stata un’evoluzione naturale, grazie anche alla proposta del PD Varese.

Qual è il tuo giudizio sull’esito del voto? Ti aspettavi di essere eletto e di risultare il più votato del gruppo “Civici e Democratici”?

Sono certamente soddisfatto del risultato complessivo, e devo ringraziare il mio partito per aver creduto in me e per il supporto. Figure come Alessandro Alfieri, Samuele Astuti, Alice Bernardoni e Davide Galimberti mi hanno sostenuto molto. Anche le mie esperienze con Alfa e l’Autorità di Bacino mi hanno permesso di farmi conoscere e, spero, di farmi apprezzare. Il risultato complessivo mi riempie di gioia, ma devo dire che il dato sui piccoli Comuni non è stato soddisfacente. Mi aspettavo di più, nonostante l’aiuto di tanti amici. Tuttavia, alcuni, nonostante la stima, hanno fatto scelte diverse.

Come mai il dato sui piccoli Comuni non è stato gratificante?

I problemi non credo siano legati al candidato, ma piuttosto al partito. Il PD e il centrosinistra devono riflettere su come non riescano a essere un punto di riferimento per il nord della provincia. È un problema che sento in prima persona, e ho segnalato la questione alla segreteria provinciale. Sono pronto a farmene carico, perché il mio percorso politico nel PD non si ferma qui, anzi, continuerà e si rafforzerà.

Le elezioni provinciali, essendo di secondo livello, potrebbero anche essere percepite come un “gioco di poltrone” da parte dei partiti. Cosa ne pensi?

Astrattamente, potrebbe essere giusto. Ma più che parlare di “poltrone”, dovremmo parlare di territori e della cultura politica che permea certe aree. Se dicessi che questo territorio vota per il 70% a destra, non mi sbaglierei. Tuttavia, il risultato dei “Civici e Democratici” dimostra un’importante affermazione centrista. Bisogna dare contenuti e costruire un’identità forte e chiara.

Come reputi l’elezione del candidato leghista Sergio Ghiringhelli?

Ghiringhelli è una figura storica della Lega Nord, lo conosco dal 1990. Non posso non riconoscere in lui la coerenza, un valore che in politica è sempre meno riconosciuto, ma molto importante.

E quella del sindaco Leslie Mulas, tra le fila di “Lombardia Ideale”?

Non lo conosco personalmente, ma ho sentito dire che si è inserito bene nel contesto tra Lega e Lombardia Ideale. Sembra essere molto apprezzato nei paesi in cui ho girato, e questo rende interessante capire come si muoverà la Lega internamente.

L’altro eletto nell’Alto Varesotto, il quarto, è il dottor Franco Compagnoni, per Fratelli d’Italia. Come si inserirà a Villa Recalcati?

Compagnoni è stato il mio vicesindaco a Maccagno nel 2006, quindi abbiamo un rapporto stretto in queli anni. Ha una vita più travagliata della mia, ma grazie alla sua presenza sul territorio e alla sua credibilità personale, che va oltre la politica, avrà un ruolo importante. Tuttavia, la sua attuale collocazione politica potrebbe creare delle tensioni nel centrodestra. Staremo a vedere come si comporterà.

Che direzione prenderà la Provincia di Varese? E quale sarà la posizione dell’attuale presidente Magrini?

Marco Magrini è un mio amico e lo conosco benissimo. Ha dimostrato di sapersi muovere con destrezza tra Comuni e Provincia, ma il suo lavoro sarà complicato. La lista centrista ha ottenuto un’importante affermazione, e sarà fondamentale che i partiti collaborino per il bene della provincia. Io, personalmente, contribuirò a fari spenti e mi allineerò alle decisioni del partito.

E cosa pensi delle tante chiacchiere uscite sulla stampa locale in questi giorni?

Sono normali giochi di posizionamento, tipici di questo periodo. Ci sono partiti che cercano di affermare la propria identità e altri che, con la responsabilità di governare, cercano di mantenere una posizione più moderata. Noi, come “Civici e Democratici”, vogliamo fare sintesi e lavorare per appianare le differenze, non per acuirle.

Quali obiettivi ti sei posto all’interno dell’amministrazione provinciale? Che ruolo vorresti avere?

Sono un uomo di partito. Faccio ciò che il partito mi chiede, con dedizione e competenza. Il mio obiettivo è dare una mano a Magrini, affinché possa rispondere alle esigenze dei sindaci e delle persone.

Come giudichi la possibilità di tornare alle elezioni dirette del consiglio provinciale?

Potrei essere favorevole al ritorno alle elezioni dirette, sopratutto in un momento storico in cui c’è disaffezione verso la politica e il voto di secondo livello potrebbe sembrare distante dalla popolazione. Allo stesso tempo, però, sono convinto che le province abbiano un senso e che l’attuale sistema mantenga un legame forte tra amministratori e provincia, per questo cito il motto di Magrini “La Provincia è la casa dei Comuni”.

Qual è il tuo auspicio per questo nuovo ruolo?

Voglio fare qualcosa di importante per la mia Provincia. Quello che ho fatto per il Comune e per il mio territorio lo dimostra. Ora mi piacerebbe misurarmi con un ente superiore per capire se questa esperienza può essere gratificante. L’importante è lo spirito, i risultati verranno di conseguenza.

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