Quasi tredici chilometri di itinerario in mezzo ai boschi, tra il municipio di Mesenzana e il monte San Martino, un importante finanziamento di Regione Lombardia per riqualificare il percorso e, soprattutto, la volontà dell’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Rossi di valorizzare il patrimonio naturalistico e la storia locale. Anche in chiave turistica.
I lavori sono durati circa due mesi e hanno restituito a tutti gli appassionati di camminate immerse nel verde un tracciato sicuro, ricco di riferimenti storici da scoprire e circondato da un panorama che si estende dalle montagne delle valli luinesi a quelle del Vco, della Valtellina e del Canton Vallese.
Lo scorso weekend la prima camminata di gruppo dopo la riqualificazione. Un’iniziativa organizzata da Comune e Alpini, che ha avuto come destinazione il forte di Vallalta, dotato di un suggestivo punto panoramico. Con i 260mila euro stanziati dalla Regione, il Comune ha commissionato le opere per proteggere dal dissesto idrogeologico e dalle intemperie i muri a secco delle trincee della Linea Cadorna, presenti lungo il percorso, e quelle per sistemare o aggiungere scalinate, ponticelli in legno e parapetti in vari punti dell’itinerario, così da agevolare il passaggio anche agli escursionisti meno esperti. Nei pressi del punto panoramico è stata inoltre allestita una parete di roccia, per consentire a tutti di avvicinarsi alla disciplina dell’arrampicata.
Il percorso trekking “Alpini dell’Intra” è un omaggio alle penne nere mesenzanesi e all’omonimo battaglione sciolto dopo la seconda guerra mondiale, e impegnato durante il conflitto nella difesa del territorio italiano. «Si tratta di un vero e proprio trekking di montagna», spiega il sindaco Alberto Rossi, che avendo svolto il servizio militare nelle penne nere sottolinea un concetto a cui tiene particolarmente: «Quando si diventa alpini, si resta alpini per sempre».
E’ per questo stretto legame tra il primo cittadino e la storia del paese che alcuni settori del percorso verranno dedicati agli alpini deceduti nelle due guerre mondiali. Nell’elenco ci sono i nomi di chi ha ricevuto una medaglia al valor militare, chi ha fatto la campagna di Russia, chi quella di Eritrea; chi è caduto in Slovenia, chi sul Pasubio, chi durante la prigionia in Germania. «Giovani morti per la Patria e per obbedire agli ordini – aggiunge in conclusione Rossi – Da amministratore ritengo sia corretto ricordarli e omaggiarli con qualcosa di speciale».
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