Luino | 24 Gennaio 2023

Frana di Creva, “Regione intervenga, non vogliamo diventino palazzi fantasma”

Anche la rabbia per il caro-affitti nell’incontro fra Comune e residenti, che hanno richiesto un incontro con i vertici regionali. Il sindaco Bianchi: «Situazione difficile, stiamo facendo di tutto»

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C’è il Comune che sta mettendo in campo tutto quanto è nelle sue possibilità per alleviare le difficoltà dei residenti dei due condomini del complesso “La Cavetta” di via Creva, a Luino. E ci sono i residenti stessi, alcuni ormai da quasi venti giorni fuori casa, per via della frana che lo scorso 5 gennaio, e nei giorni successivi, ha reso inagibile prima uno e poi un secondo edificio residenziale.

Chi implora di poter rientrare in casa anche se c’è il rischio che i massi la colpiscano. Chi, questi sassi, anche di grandi dimensioni se li è visti entrare in casa. Tutti quanti, insieme all’amministratore Paolo Della Rossa, si sono confrontati durante la riunione di condominio straordinaria organizzata nel pomeriggio di ieri, lunedì 23 gennaio, nella sala consiliare di Palazzo Serbelloni, con il sindaco Enrico Bianchi, la vicesindaca Antonella Sonnessa, l’assessora ai Servizi Sociali Elena Brocchieri, l’assessore ai Lavori Pubblici, Francesca Porfiri, l’assessore alla Sicurezza, Ivan Martinelli, il consigliere Giuseppe Cutrì e la segretaria comunale, Carla Amato.

Il punto più complesso da affrontare, al di là della necessaria messa in sicurezza del versante, come ha sottolineato il primo cittadino, è quello della sistemazione dei cittadini rimasti senza la propria abitazione: «Stiamo cercando di intervenire per ridurre il più possibile i disagi, ma possiamo provvedere fino a un certo punto, le risorse non sono infinite. Abbiamo anche chiesto il supporto della Comunità Montana e stiamo cercando di capire con Regione Lombardia se c’è la possibilità di aumentare il sostegno agli affitti per questa situazione, ma ci dicono che è complicato avere soldi in più».

I fondi disponibili a bilancio comunale ammontano a 20mila euro, ai quali si potrebbero aggiungere fino a 133mila utilizzando quelli del Piano di Zona. Ma in quest’ultimo caso si tratta di un fondo a uso non esclusivo dell’amministrazione, dato che l’organismo raggruppa molti Comuni del territorio.

Nel frattempo l’amministrazione sta contattando i vari istituti bancari della città per capire come procedere con i mutui accesi da chi ha acquistato gli appartamenti nei due edifici ora inagibili, auspicando almeno la possibilità di sospenderli per un anno. In più la Camera Condominiale di Varese, attraverso la voce del direttore Andrea Leta, ha espresso il proprio sostegno all’amministratore e ai condòmini, da concretizzare anche attraverso la creazione di un’associazione con cui reperire fondi da destinare agli sfollati.

«La situazione è difficile – ha chiosato Bianchi – Ma ci stiamo provando, cercando di andare incontro alle esigenze dei residenti, in questa fase, anche con l’ufficio dei Servizi Sociali. Sento che gran parte della fatica è su di voi – ha proseguito il sindaco rivolto ai condòmini –. Su di voi e sul Comune di Luino, che è il primo interlocutore. Posso assicurare che da parte nostra stiamo lavorando con insistenza, facendo di tutto per sostenere chi si trova in difficoltà».

Quel che è certo è che, come ha confermato l’assessora Brocchieri, «l’emergenza abitativa è molto sentita. Dobbiamo muoverci nel mercato del privato e farci sostenere da questo». Ma il caro-affitti, con prezzi insostenibili anche per le spese, e le speculazioni hanno scatenato la forte rabbia dei residenti.

Oltre alla questione “casa”, però, i timori dei cittadini coinvolti riguardano non solo la preoccupazione degli anziani di non trovare altre soluzioni abitative, ma anche i lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa franata, sulla quale stanno intervenendo i rocciatori: alcuni, infatti, hanno paura che da parte della Regione o dello Stato arrivi la richiesta di pagare di tasca propria gli interventi necessari – «A quel punto si tengano gli appartamenti», ha affermato una signora – e, anche per questo motivo, hanno richiesto tramite l’amministratore un incontro diretto con i vertici lombardi, attraverso una delegazione con alcuni rappresentanti.

«Il Comune desidera che dalla Regione arrivi qualcuno che guardi, valuti e ci dia una risposta – ha puntualizzato Bianchi –. Noi ci muoviamo con gli strumenti che abbiamo e abbiamo prodotto i documenti necessari per ottenere i fondi in somma urgenza». Oltre a ciò, Palazzo Serbelloni ha avviato anche le necessarie procedure per chiedere chiarimenti in merito alla proprietà privata della montagna, appartenente a una società con tre proprietari diversi, con l’invio di una PEC che intima un intervento entro 30 giorni, alla quale finora non è giunta alcuna risposta.

«Ci troviamo provati da questa situazione psicologica, tra spese e problematiche varie. Siamo qui oggi, ma non ci sono certezze sull’inizio dei lavori o sui pagamenti degli affitti – hanno sottolineato altri residenti – con il rischio di trovarci di fronte a dei “palazzi fantasma”. E non vogliamo che diventino tali».

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