Pavia | 11 Novembre 2021

Caso Eitan, mandato di cattura per il nonno

Shmuel Peleg è indagato per il rapimento del piccolo. Per il gip di Pavia sussiste il rischio concreto di reiterazione del reato

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Un “piano strategico e premeditato“, a cui si aggiunge il rischio di reiterazione del reato. Queste le motivazioni alla base dei mandati internazionali di cattura emessi nelle scorse ore dal gip di Pavia nei confronti di Smhuel Peleg – nonno del piccolo Eitan Biran, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone – e di un uomo israeliano di cinquant’anni.

La vicenda è quella del rapimento del piccolo, avvenuto lo scorso 11 settembre quando il bambino si trovava in compagnia proprio del nonno materno, giunto in Italia per una visita. A conclusione di quella giornata Eitan non tornò a casa degli zii paterni. Viaggiò insieme al nonno e ad un autista (il cinquantenne a sua volta indagato per il fatto) fino all’aeroporto di Lugano, dove con un volo privato Shmuel e il bambino raggiunsero poi Israele.

Il rischio che un simile atto si ripeta è concreto per il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, e che è ora in attesa di riscontri dalle autorità israeliane, mentre i legali italiani di Peleg hanno già annunciato il ricorso contro l’ordinanza, presso il tribunale del Riesame di Milano.

Anche l’ex moglie di Shmuel Peleg, nonna di Eitan, è coinvolta nelle indagini della procura di Pavia, che a breve verranno chiuse. Non era in Italia al momento del rapimento, ma gli inquirenti sono convinti che abbia comunque partecipato alla preparazione del piano, a cui ha fatto seguito un ulteriore filone processuale, portato avanti presso il tribunale di Tel Aviv che alcune settimane fa – dopo la richiesta della zia Aya, residente in Italia e tutore legale di Eitan, di applicare la convenzione Aja sul rapimento di minori – ha individuato il nostro Paese come luogo ideale per la crescita del bambino di cinque anni, rimasto orfano dopo il tragico incidente dello scorso 23 maggio. Anche per questo procedimento i nonni residenti in Israele hanno presentato ricorso.

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