“Cosa deve ancora accadere per capire che siamo a rischio?“. All’interrogativo condiviso con i luinesi dal comitato “Bocciamo Alptransit” attraverso la lettera inviata alla nostra redazione nei giorni scorsi, risponde oggi Nicola Colombo, fabbro e tecnico d’arte di Bellinzona, che per il legame professionale con la fascia di confine dell’alto Varesotto, segue con attenzione il dibattito sull’importante progetto dedicato al traffico merci nel nord Europa che impatterà anche sulla vita quotidiana dei comuni lacustri che si affacciano sul lago Maggiore.
L’attenzione dell’artigiano, riprendendo i temi toccati dal comitato locale attraverso la recente lettera, si sofferma sull’idoneità ambientale del territorio al progetto Alptransit.
“Un inquinamento a bordo lago può avere conseguenze molto gravi per tutta la comunità e per l’ecosistema – scrive Colombo in riferimento alle sostanze pericolose trasportate dai treni merci, che con l’avvento della linea veloce aumenteranno considerevolmente nei passaggi di ogni giorno -. Danni che tutti pagheremmo per un tempo indeterminato. Io umano ho una data di scadenza. Se muore accidentalmente un gruppo di alcune persone saliamo di livello, ma se mettiamo a rischio un’intera comunità, l’ecosistema di un lago con il suo defluente Ticino e poi il Po e via dicendo, ci spostiamo ad un livello di un multiplo superiore”.
L’umanità e l’ecosistema non si rinnovano, questo il messaggio centrale del ragionamento che poi prosegue attraverso il paragone con la catastrofe del Porto di Beirut, dove lo scorso 4 agosto un’esplosione in un magazzino di prodotti infiammabili causò la morte di oltre duecento persone e il ferimento di altre settemila.
“A Beirut – prosegue Colombo – tutti sapevano della presenza di 3700 tonnellate di nitrato d’ammonio, qui tutti sappiamo del grave pericolo ma nessuno è in grado di misurarne la portata. Se vi serve qualche stimolo – conclude – chiedete ai pompieri cosa significherebbe il riversamento nel lago, ad esempio, di un vagone cisterna pieno di cloruro di vinile. I comuni rivieraschi pescano l’acqua dal lago per la distribuzione di acqua potabile, l’acqua del lago alimenta campi e risaie”.
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