Varese | 16 Gennaio 2021

ATS Insubria, vaccini: “Da febbraio via alla fase 1 bis”. Si allunga la lista dei beneficiari

Quasi 7 mila dosi somministrate dall'ASST Sette Laghi. Il vaccino Moderna apre al ricalcolo della categorie a rischio e si pensa già alla vaccinazione di massa

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I numeri dei nuovi positivi crescono sulla linea del monitoraggio di ATS Insubria, ma non sono più gli unici a descrivere il cambiamento e l’evoluzione (o involuzione, a seconda dei casi) nella lotta al Covid in provincia di Varese.

Anche gli avvicendamenti relativi alla prima fase di vaccinazione cominciano ad avere un peso, accanto al sopracitato fattore che dalle feste di Natale in avanti ha ripreso ad agitare i pensieri dei medici dell’Agenzia per la Tutela della Salute. I nuovi positivi sono passati dai 2.673 individuati dal 2 all’8 di gennaio (1602 in provincia), ai 3.077 registrati in totale dal 9 gennaio ad oggi (1756 sul territorio varesino), a fronte però di un aumento di tamponi (da 23.430 a 29.678). Ma l’attività vaccinale è come detto in crescita (quasi 7 mila le dosi somministrate nell’area di competenza dell’ASST Sette Laghi), e se da una parte questo elemento va preso “con le pinze” per evitare che sfugga l’attenzione rispetto alle buone norme anti contagio che restano cruciali, dall’altra consente al direttore sanitario di ATS Insubria, Giuseppe Catanoso, e ai suoi più stretti collaboratori, di intravedere l’avvio della cosiddetta “fase 1 bis“.

Il periodo di rodaggio delle inoculazioni è ormai alle spalle e l’approvazione del vaccino di Moderna, più “facilmente manovrabile” di quello di Pfizer per quanto concerne la conservazione e la possibilità di utilizzo anche da parte dei medici di base, consentirà con l’inizio di febbraio di aumentare il raggio dei soggetti a cui garantire una somministrazione prioritaria della cura.

Chi sono queste persone? La lista, fortunatamente, è lunga. Si va dal personale “di supporto” negli ospedali agli operatori sanitari appartenenti a tutti gli ordini e agli albi professionali non strettamente connessi al sistema regionale, fino a coloro che esercitano negli ospedali privati e nelle strutture socio sanitarie del territorio (centri psichiatrici, diurni, di semi residenzialità), senza dimenticare gli ultra ottantenni autonomi e le persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni.

La raccolta dei dati è già in corso, assicurano dall’ATS Insubria, e ogni singola dose di siero – nei conteggi per arrivare a soddisfare tutte le richieste – farà la differenza, comprese quelle non ancora in distribuzione ma già assicurate dall’azienda AstraZeneca, in attesa dell’ok dall’Ema. Sarà poi la Regione, a sua volta su indicazioni ministeriali, a dare il via libera per aumentare il ritmo, segnale che i vertici di ATS attendono per pesare con ottimismo le aspettative da qui alla conclusione del primo semestre, nell’arco del quale l’Italia riceverà circa 40 milioni di dosi.

Si tratta del quantitativo necessario ad avviare la vaccinazione di massa, tutt’altro che lontana – in termini logistici e organizzativi – dalla realtà attuale. Infondo si tratta di una impresa senza precedenti, quella di immunizzare decine di milioni di persone in meno di un anno, facendo ricorso a più vaccini contemporaneamente.

Una sorta di “sbarco sulla Luna”, così il dottor Catanoso ha inquadrato il valore di una missione decisiva al fine di uscire dalla crisi pandemica, che come tale necessita di un alto livello di preparazione, sufficiente a garantire la riuscita dell’atterraggio. Che cosa significa, al di fuori del paragone, è presto detto: predisposizione dei mezzi e degli spazi per affrontare un’attività che, indicativamente a ridosso dell’estate, sarà scandita da migliaia di somministrazioni quotidiane e da un meccanismo di lavoro che sarà in funzione, si stima, fino a diciotto ore circa ogni giorno.

I dettagli ruotano intorno alla disponibilità dei vaccini e, come detto, all’individuazione dei luoghi idonei. La ricerca è già iniziata e si ragiona in termini di maxi presidi come Malpensa, l’ippodromo di Varese, alcune caserme nel Comasco. Sono questi i primi punti fissati sulla mappa progettuale che, una volta completata, verrà sottoposta al giudizio di Regione Lombardia. L’ultimo prima del “lancio”.

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