Berna | 15 Ottobre 2020

Coronavirus, Svizzera: attese nuove restrizioni

Ieri 2823 casi, la presidente Sommaruga in conferenza "Fondamentale la collaborazione, adeguare al contesto il coordinamento tra Consiglio federale e Cantoni"

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(Foto di copertina © diretta RSI) Manca poco alla mezzanotte“. Non ha lasciato spazio alcuno alle interpretazioni la presidente della Confederazione svizzera, Simonetta Sommaruga, nel fare il punto sulla situazione Covid durante la conferenza stampa che questa mattina ha riunito a Berna Consiglio federale e rappresentanti dei Cantoni.

2823 i nuovi casi positivi riscontrati ieri (79 quelli relativi al Ticino), e per oggi non sono attese buone notizie. Da qui la scelta di una frase evocativa che dice molto rispetto al senso reale del progressivo peggioramento che da due settimane a questa parte rappresenta un problema notevole per l’intera Svizzera.

Le misure prese dai singoli Cantoni (le nuove restrizioni per il Ticino sono state comunicate esattamente una settimana fa) a breve non saranno più sufficienti e ulteriori provvedimenti, ha fatto sapere Sommaruga, saranno presto necessari. E’ bene che la popolazione lo comprenda il prima possibile. L’appello, infatti, è rivolto a tutti i cittadini: “Dobbiamo tenere il virus sotto controllo. L’obiettivo è raggiungibile soltanto attraverso la collaborazione di tutti“.

Non trapelano al momento dettagli sulle misure ma è certo che il coordinamento tra Cantoni e Consiglio federale cambierà, così come quello tra Cantoni confinanti, per mettere a punto una gestione più efficace, in ogni caso improntata al sacrificio in termini di spazi e relazioni. Lo ha ribadito in conferenza anche il capo del Dipartimento federale dell’Interno, Alain Berset, rifacendosi non soltanto al peggioramento dei dati statistici, ma focalizzando l’attenzione anche sul fatto che il Covid sta colpendo oltre frontiera tutte le fasce d’età, e che di conseguenza il distanziamento sociale e la corretta applicazione delle misure di igiene diventano ancor più determinanti, affinché ogni cittadino possa fare la propria parte.

Gli ospedali restano osservati speciali – per scongiurare eventuali situazioni di sovraccarico – così come le aziende e i cantieri. Perché una sola chiusura può scatenare un effetto a catena potenzialmente devastante.  “La crisi economica nei diversi Cantoni è molto differenziata – ha spiegato Urban Camenzind, vice presidente della Conferenza dei direttori economici – ma quelli più toccati hanno visto diminuire il loro Pil fino al 10%”. Ne sa qualcosa il Ticino, dove a causa della pandemia e del lockdown, 12 mila aziende hanno dovuto ricorrere ai crediti agevolati inseriti nel programma voluto da Berna, per un totale di 1,3 miliardi di franchi, che salgono a 17 a livello di Confederazione).

Tenere altissima l’attenzione ora per non sacrificare l’inverno: questo è il procedimento da accettare, in quanto inevitabile, e da seguire. Nella giornata di domani la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità (CDS) avrà un tavolo, dal quale potrebbero emergere ulteriori elementi sui passi successivi da compiere.

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