Laveno Mombello | 30 Settembre 2020

Laveno, falso e peculato per un buco da 70 mila euro: 54enne a processo

La donna è una ex funzionaria dell'Autorità di bacino lacuale, ora accusata di aver architettato un sistema per alterare le ricevute sui rimborsi delle Poste

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E’ iniziato ieri davanti al collegio del Tribunale di Varese il processo che vede imputata Renata Panighini, ex dipendente dell’Autorità di bacino lacuale, per i reati di falso e peculato.

La donna, 54 anni, è accusata di aver architettato un sistema di truffa che in cinque anni, tramite la posizione ricoperta, le avrebbe consentito di manomettere le ricevute dell’ufficio postale sulle procedure di rimborso per le spese dell’economato dell’ente.

Dietro i sospetti c’è un buco di circa 70mila euro, evidenziato attraverso le indagini della Guardia di Finanza di Luino, scaturite dalle segnalazioni dei colleghi della donna, ora chiamati a testimoniare in sede processuale. Una di loro, come riporta oggi il quotidiano La Prealpina, è già comparsa davanti ai giudici, nel corso della prima udienza, per ricostruire l’accaduto.

“A insospettire la responsabile del servizio finanziario dell’Autorità, Viviana Splendori, nel luglio 2017, furono le correzioni e cancellazioni su alcune ricevute rilasciate dall’ufficio postale e allegate ai buoni di economato – si legge sulle pagine del quotidiano locale -. Quindi chiese spiegazioni a Panighini, all’epoca economo dell’ente che si occupa delle concessioni demaniali sui laghi Maggiore, Comabbio, Monate e Varese”.

La dottoressa imputò la responsabilità alle Poste, contattate poi dai colleghi per ulteriori chiarimenti, dai quali emerse la conferma delle cifre alterate, per un giro partito nel 2012 e ricostruito interamente dalle fiamme gialle luinesi.

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