Cuasso al Monte | 10 Marzo 2020

Coronavirus, l’Ospedale di Cuasso: “Per questa emergenza faremo la nostra parte”

Il nosocomio è stato inserito da Regione Lombardia nella “rete” del Servizio Sanitario Nazionale, ecco il comunicato dei membri del comitato della struttura

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“L’emergenza attuale sembra ci faccia rientrare a pieno titolo nella rete. Abbiamo registrato ogni parola scritta in questo contesto, e sicuramente nel momento opportuno la ricorderemo”. Inizia così la lettera con cui gli esponenti del comitato “Ospedale di Cuasso” prendono posizione rispetto alla notizia, annunciata ieri da Regione Lombardia, che il nosocomio verrà attrezzato a ricevere i pazienti affetti da Covid-19 in uscita da altre strutture, ma che necessitano di proseguire la convalescenza.

L’ospedale di Cuasso, come spiegato dal consigliere regionale Emanuele Monti, può attivare nell’immediato un numero massimo di trenta posti letto, per poi arrivare nel breve periodo a 134 posti, fornendo così un’importante azione di supporto ai presidi lombardi che si trovano in piena emergenza sanitaria.

“Decidere di dedicare l’ospedale di Cuasso ad una funzione straordinaria e limitata nel tempo, avrebbe dovuto figurare tra le misure adottate dalla ASST Sette Laghi, anziché essere appresa dagli organi di stampa locali – affermano dal comitato -. Comprendiamo che le decisioni assunte siano in continua evoluzione, ma siamo anche in attesa di capire l’esito del bando di interesse scaduto il 29 febbraio. Come ‘Cuasso’, per questa emergenza, faremo la nostra parte. Questo non deve far dimenticare però il percorso che doveva condurre ad una regia condivisa tra Regione, ATS, ASST, Comunità Montana e Comuni. Percorso interrotto dalla pubblicazione del bando”.

Pur riconoscendo che quello attuale non è propriamente il momento delle polemiche, i membri del comitato sottolineano che le parole spese nel recente passato restano e resteranno, e che il futuro del nosocomio, tornato ora in primo piano in relazione all’epidemia del Covid-19, dovrà essere ridiscusso, secondo le sua prospettiva originaria, una volta ristabilita la normalità.

“Auspichiamo che passato il periodo di emergenza venga riconfermata dall’azienda la missione riabilitativa (pneumologica e neuromotoria), come base di rilancio per altre iniziative – affermano ancora gli autori dello scritto -. Constatiamo che, nonostante il sempre sbandierato stato di abbandono e precarietà del luogo, siano sufficienti pochi interventi manutentivi per riattivare un congruo numero di posti letto, diversamente da quanto sempre sostenuto dai vertici sanitari“.

Un ultimo appunto, dagli esponenti del comitato, riguarda la stretta attualità e dunque la degenza di coloro che verranno ospitati a Cuasso dopo i trattamenti sanitari ricevuti altrove per contrastare il coronavirus. “Da oltre tre anni siamo impegnati per risolvere il problema della telefonia mobile con i vari soggetti interessati. A questo scopo tutto l’iter burocratico è stato svolto e perciò chiediamo all’Azienda di concludere in tempo utile l’installazione degli apparati. Sarebbe impensabile addossare a questi pazienti un secondo isolamento”.

“Molti vedono in questa occasione emergenziale una svolta nel futuro di Cuasso – concludono dal comitato pro ospedale – vogliamo crederci. E che ci serva come esperienza, proprio per quello che verrà”.

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