“Dobbiamo ritrovarci subito e discutere la questione del nuovo accordo con la Svizzera. Le minacce del Canton Ticino verso i nostri Comuni vanno prese molto sul serio, anche se stiamo parlando di temi, per i ticinesi, da campagna elettorale”, lo dice Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd e componente della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, che invita a riunirsi urgentemente.
Astuti si riferisce alla boutade della Lega dei Ticinesi e del suo presidente del Consiglio di Stato Zali che parlano di bloccare i ristorni come forma di ricatto verso il mancato accordo. “Non solo: stanno dicendo che potrebbero arrivare a disdire unilateralmente l’accordo, anche a costo di una sorta di azione di forza del Cantone, se per caso Berna non intendesse farlo. Insomma, la situazione è davvero incandescente oltre confine”.
Il consigliere Pd è consapevole del fatto che “a parlare sono i candidati alle prossime elezioni cantonali, che si terranno in aprile, e hanno bisogno di aumentare o consolidare i consensi. Magari, a urne chiuse, tutto rientra. Ma intanto per noi e soprattutto per Regione Lombardia è un campanello d’allarme. Farebbe bene a chiedere a Roma di occuparsi della faccenda. Noi lo abbiamo fatto sempre, a costo di diventare impopolari. Ma almeno ci siamo presi la nostra quota di responsabilità”.
Solo nel pomeriggio di oggi l’intervento del presidente del consiglio regionale lombardo, Alessandro Fermi, dove affermava che “L’intesa non si tocca. Ristorni e imposizione fiscale attuale saranno mantenuti”.
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