Luino | 7 Dicembre 2018

Luino, una ex dipendente dei Gal: “Opportuni questi chiarimenti su conti e chiusura degli enti”

L'acceso dibattito in Comunità Montana e le successive domande di Nogara in consiglio comunale a Luino hanno condotto l'ex dipendente Lilia Borin a intervenire

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Nell’ultima assemblea di Comunità Montana Valli del Verbano, vi è stato un acceso dibattito sui Gal Valli del Luinese e Gal dei Laghi e della Montagna, a seguito della chiusura dei due enti e del successivo avvio del processo di liquidazione attivato.

Il sindaco di Laveno Ercole Ielmini aveva votato contro il bilancio consolidato proprio per questa ragione, criticando duramente i soggetti incaricati della gestione delle due società, per non aver ancora risposto con precisione sugli scompensi di carattere finanziario generati dal 2010 al 2016, anno di chiusura.

Allo stesso tempo, però qualche giorno più tardi, anche in consiglio comunale a Luino, si è parlato del tema dei Gal, con la consigliera di minoranza, Enrica Nogara, che ha posto alcuni quesiti, chiedendo di chi fossero le responsabilità della fine dell’ente e se ci fossero opere incompiute chi sarebbe intervenuto per ultimarle.

Oggi, però, a parlare è Lilia Borin, una ex dipendente dell’ente, che ha voluto raccontare nel dettaglio cosa sia successo, dopo aver lavorato all’interno della realtà territoriale dal 2010 al 2016. Ecco le sue parole.

Avendo letto l’articolo ed essendo stata una dipendente dei due Gal, vorrei chiarire alcuni dettagli/caratteristiche amministrative degli stessi. La struttura, se per struttura si intende la forma giuridica dei Gal, è stata dettata e determinata da precise regole dell’Unione Europea e recepite da Regione Lombardia: più precisamente dovevano essere soggetti di diritto privato con partecipazione pubblica/privata.

I soldi, quelli versati ai territori direttamente da Regione Lombardia, sono stati “spesi” sulla base di precisi progetti presentati dai relativi beneficiari (comuni e privati, ndr). Vorrei ricordare che senza questi soldi dei Gal molti comuni (compreso quello di Luino) non avrebbero potuto effettuare importanti interventi di manutenzione straordinaria, interventi urgenti sul piano di salvaguardia del territorio (sistemazione di aree con dissesti idrogeologici) e interventi per il turismo.

A quanto mi risulta non ci sono opere finanziate e non terminate per mancanza di fondi perché tutta la dotazione dei Gal è stata totalmente distribuita ai beneficiari che ne avevano il diritto; naturalmente dopo che le opere sono state concluse, fatturate e pagate dagli stessi beneficiari che poi hanno potuto rendicontare a Regione le spese sostenute, se per soldi spesi si intendono quelli utilizzati per la gestione della struttura amministrativa/operativa dei due Gal.

Vorrei sottolineare alcuni meccanismi che hanno poi portato ad avere una situazione di passività nelle due società: alcuni costi di gestione e più precisamente interessi passivi, interessi passivi bancari e ritenute di accontoIVA passivatasse.

Queste spese non potevano essere rendicontate a Regione Lombardia e quindi non rimborsate – questo ovviamente nel corso degli anni ha generato una situazione passiva. Nel corso comunque della programmazione si sono messe in campo delle attività extra Gal che hanno generato dei ricavi proprio per cercare di coprire questi costi non rendicontabili.

Come si può evincere queste attività non sono bastate anche perché non si è potuto “andare sul mercato” in maniera più aggressiva. Questi meccanismi erano conosciuti da tutti i soggetti coinvolti o almeno avrebbero dovuto esserlo. Per esempio l’attività dei Gal è cessata perché si è conclusa al 30 giugno 2016 la Programmazione 2007/2013 e non per il dissesto economico.

Tutto quanto sopra non è da me espresso per polemica politica o per presa di posizione pro o contro qualcuno, ma solo per cercare di fare chiarezza circa quanto accaduto con il rammarico che i nostri territori non potranno più usufruire di fondi di questo tipo nel prossimo futuro, che io ho perso un lavoro che mi ha appassionato e per il quale voglio tutelare la mia reputazione lavorativa.

A mio parere se si fossero messe da parte le “beghe di cortile” e si fosse lavorato veramente per i territori forse ora staremmo pensando a come distribuire i fondi della Programmazione Europea 2014/2020.

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