Mesenzana | 21 Novembre 2018

A Mesenzana no al regolamento antislot, Rossi: “Tuteliamo le nostre attività”

"Rischi per l'ordine pubblico e danni economici. Non è la strada migliore". Il paese è l'unico su 24 comuni del piano di zona a non averlo approvato

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Mesenzana dice no al gioco d’azzardo legale, ma non nel senso auspicato dopo l’ultima assemblea del Piano di Zona del luglio scorso, quando i ventiquattro comuni del distretto luinese votarono all’unanimità il regolamento messo a punto per contrastare la dipendenza dalle macchinette mangiasoldi. Il provvedimento da trasformare in ordinanza, attraverso il dibattito interno alle singole amministrazioni, non ha infatti trovato posto nell’ultimo consiglio del piccolo borgo, dove la maggioranza ha deciso di rimanere in attesa, per la seconda volta dopo quella riunione estiva presso il municipio di Luino, per delle ragioni ben precise.

A spiegarle è il sindaco del paese Alberto Rossi, il quale non se l’è sentita, a detta sua, di mettere in votazione una misura potenzialmente dannosa per gli esercenti del posto. L’accordo distrettuale poggia infatti su una regola tanto semplice quanto scomoda da mettere in pratica per i gestori di bar e locali: spegnere gli apparecchi in tre diversi momenti della giornata: dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21, invitando i giocatori, dagli occasionali ai più accaniti, ad abbandonare la postazione una volta scoccata l’ora x.

Non vogliamo creare difficoltà ai nostri commercianti – spiega Rossi – che dovrebbero stare sempre all’erta per invitare i clienti ad allontanarsi dalle macchinette negli orari prestabiliti, andando incontro peraltro a possibili problemi di ordine pubblico ma anche a possibili sanzioni, e quindi ad ulteriori danni economici, qualora non dovessero rispettare, anche solo per una svista, i dettami della norma. Visto che in molti locali alle slot sono affiancate tutte le mansioni che riguardano il bar”.

Perplessità, quelle del primo cittadino mesenzanese, portate in primo piano nei mesi scorsi anche dai negozianti luinesi e da Ascom, che con una nota chiese esplicitamente una proroga finalizzata ad un più ampio confronto, in grado di coinvolgere esperti del settore per valutare possibili alternative. Che al momento ancora non vi è stato.

Le slot sono legittimate da una legge nazionale – prosegue Rossi – e io sono statalista per natura. Se un giorno lo stato dovesse dire stop, sarei il primo ad adottare provvedimenti in merito per far rispettare le regole. Ma in questo momento – si chiede il sindaco – chi sono io per andare sopra la legge? Se le macchinette creano una dipendenza patologica, che dire allora di altri sistemi come i gratta e vinci e il gioco del lotto? Un altro aspetto merita poi di essere tenuto in considerazione: la posizione geografica di Mesenzana rispetto agli altri comuni del Piano. Siamo infatti al confine del distretto, particolare che ci penalizza non poco. Chi vuole continuare a giocare negli orari di blocco, può tranquillamente farlo presso i locali dei paesi limitrofi che non fanno parte del piano, come ad esempio Cassano Valcuvia”.

Ma perché allora Mesenzana ha detto sì in assemblea distrettuale per poi compiere questo passo indietro? Fermo restando che al momento nessuna amministrazione è passata dalle parole ai fatti, attivando cioè il regolamento tramite ordinanza per gli esercenti dei singoli territori comunali. “Il nostro assessore, di cui ho estrema fiducia – sottolinea Rossi a riguardo – si è comportato in maniera corretta, seguendo la linea di tutti gli altri comuni, con la promessa di ridiscuterne con la propria maggioranza per passare poi al giudizio del consiglio. E la maggioranza, nell’ambito di una riunione collegiale, ha detto no, schierandosi a tutela di chi gestisce attività nel nostro paese“.

E’ dunque finita per il regolamento anti slot nei locali del borgo? “Solo gli stolti non cambiano mai idea – conclude il sindaco di Mesenzana -. Il tempo potrà darci delle indicazioni, consentendoci nel caso di rivedere le scelte adottate. In questo preciso istante per noi quella del regolamento non è la strada migliore da intraprendere“.

Nel frattempo, però, pare che gli altri ventitré comuni del Piano di Zona siano intenzionati ad andare avanti per la loro strada, anche senza Mesenzana, trasformando il regolamento in ordinanza.

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