Luino | 3 Novembre 2018

Luino, Pellicini: “I chiarimenti sulle incisioni legittimi, ma non rovinare lo spirito di identità”

Il sindaco Pellicini placa le polemiche con la minoranza: "Celebrare la giornata per amore della Patria. Giusto ricordarla per il sacrificio di 650mila italiani"

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Nella mattinata di oggi i consiglieri di minoranza Franco Compagnoni, Enrica Nogara, Giovanni Petrotta e Pietro Agostinelli, insieme al parere personale dell’attivista M5S Luca Pandolfi, hanno voluto esprimere alcune perplessità in riferimento alla “Campana dei Tre Anniversari” che, in occasione della Festa delle Forze Armate di domani, sarà posizionata e benedetta. I consiglieri hanno sollevato alcuni dubbi per la presenza dei ringraziamenti ad un giornalista che ha fatto da trait d’union per realizzare l’opera.

“Non ci possono essere ‘Campane della discordia’ in un anniversario così importante per la Patria – esordisce Andrea Pellicini -. Ogni richiesta di chiarimento sulle incisioni è legittima, ma non deve rovinare lo spirito di questo giorno, fondamentale per la nostra identità nazionale. Sono certo che anche le opposizioni ne siano consapevoli e domani mi aspetto che vi sia la massima unità nel celebrare i i cento anni della Vittoria del 4 novembre 1918″.

Perché è giusto ricordarlo: si trattò di una grande Vittoria, ottenuta con il sacrificio di 650.000 caduti italiani – spiega ancora Pellicini -. Fu anche una guerra contrassegnata da errori gravissimi da parte del Governo e dei generali dello stato maggiore. Errori che culminarono nella disfatta di Caporetto e nelle moltissime fucilazioni di presunti disertori. Fatti allucinanti che oggi non potremmo nemmeno comprendere. Bisogna quindi rispettare anche chi sostiene che fu una guerra sbagliata, una inutile carneficina, come la bollò Papa Benedetto XV”.

“La Resistenza sul Piave fu però il vero atto di cementificazione dell’unità e dell’identità nazionale, vero e proprio momento di crescita spirituale italiana – conclude il primo cittadino -. Ecco perché la Vittoria che ne derivò va celebrata. Non per un insulso e retorico nazionalismo, ma semplicemente per amore della Patria, intesa come terra dei padri e quindi di quei ragazzi che morirono a vent’anni e che domani ricorderemo con commozione”.

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