Luino | 23 Febbraio 2018

Alto Varesotto, commercio e turismo in emergenza. “Invertire il trend insieme ai comuni”

Stefano Meloro, vicedirettore di Ascom: "La chiusura di cento singoli negozi fanno meno notizia rispetto al dramma della chiusura di una grossa azienda"

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E’ una situazione di emergenza che richiede un cambio di strategia, quella dei commercianti luinesi. Con l’inizio del nuovo anno si è purtroppo ripresentato il problema delle chiusure, troppe e in diversi settori, aggravato dalla scomparsa di attività storiche, come il fruttivendolo, assorbite dalla grande distribuzione. Un quadro allarmante, condiviso a livello nazionale, come raccontano i dati.

In Italia tra il 2011 e il 2016 ci sono state ben 267mila chiusure nell’ambito della piccola e media impresa, con una netta diminuzione nel numero di imprenditori e lavoratori in proprio, passati da da 4,3 a 3,7 milioni. A salvarsi, è soltanto il franchising, ancora di salvezza per molti piccoli commercianti: il fatturato complessivo del 2016 supera infatti i 24 miliardi di euro, con una crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente.

I numeri, ma ancor di più le serrande chiuse, parlano di un vuoto che va necessariamente colmato, nonostante cambiamenti epocali di società, mercato ed economia che non possono essere controllati. Il territorio rimane una risorsa a cui aggrapparsi per ripartire, invertendo la rotta se necessario, e costruendo nuovi piani attraverso la collaborazione tra soggetti diversi.

Opinione condivisa da Stefano Meloro, vicedirettore di Ascom Luino, il quale sottolinea la necessità di “cambiare strategia insieme ai comuni, investendo in continuità, con lungimiranza. Turismo e commercio sono in questo caso strettamente legate tra loro, ma non è un singolo evento a garantire il futuro di una attività. Un progetto ben realizzato non può ad esempio impedire di avere spiagge in regola e attrezzate per tutta la stagione estiva”.

Un altro capitolo delicato riguarda le tendenze che subentrano durante le fasi di difficoltà, che spesso incrociano l’ipotesi chiusura: “Opzione largamente diffusa – prosegue Meloro -, oppure sostituita ponendo l’età anagrafica e il traguardo del pensionamento davanti ad altri obiettivi, come portare avanti un’azienda, magari in collaborazione con dei soci. Senza contare  che quando un attività commerciale chiude, le persone hanno la sensazione di essere abbandonate, perché il loro caso non fa notizia. Ben diverso è invece il dramma che riguarda la chiusura di una grossa azienda, con centinaia di dipendenti”.

Tornando al binomio commercio e turismo, il vicedirettore si sofferma su un altro aspetto: “Entrambi i settori devono poter trovare la loro reale applicazione terminata la campagna elettorale, fuori cioè dalle strategie politiche, dove i progetti rischiano di non concretizzarsi. Il loro ruolo è troppo importante, anche a livello sociale. Non può essere confuso con alleanze o con la volontà di appoggiare un nome in vista delle elezioni. Gli amministratori devono lavorare a stretto contatto con gli esponenti del settore commerciale, pensando a soluzioni come nuove programmazioni urbanistiche. Opportunità di rilancio già impiegate con successo in altre zone d’Italia”.

Un’ulteriore nota è riservata infine al mondo delle organizzazioni sportive, motore di tante iniziative di successo che legano tra loro commercianti e turismo: “Siamo una provincia sportiva con tante strutture di qualità che si occupano di moltissime discipline. Il loro coinvolgimento in manifestazioni pubbliche non può limitarsi a comparse spot. E’ necessario aiutare le società a diventare punti di riferimento – ha concluso Meloro -, come accade per la 24 ore di basket, tradizione estiva che coinvolge cittadini e turisti in modo perfetto, o per gli eventi sportivi sul lago Maggiore, come quelle legate a canottaggio e vela. Tante altre società attendono di essere valorizzate“.

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