Luino | 31 Gennaio 2018

“Ci avete dimenticato…”, la lettera della giovane luinese Stefania per il “Giorno della Memoria”

Dopo le polemiche degli scorsi giorni, pubblichiamo una lettera che mira a far riflettere su una tra le pagine più buie della storia dell'umanità

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Il “Giorno della Memoria” è la ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Quest’anno, però, le dichiarazioni e il post Facebook del sindaco di Gazzada Schianno, Cristina Bertuletti, hanno innescato polemiche a non finire con chi difende, giustamente, la memoria di quel momento storico così nefasto, che ha visto la morte di milioni di persone.

Tra queste, c’è anche la giovane luinese Stefania, che già in passato aveva dimostrato grande sensibilità verso i temi sociali universali (in quel caso con una lettera rivolta alla nonna, vittima di violenza, ndr): oggi Stefania, invece, vuole esprimere alcune riflessioni proprio sul “Giorno della Memoria”.

Ecco le sue parole.

Ci avete dimenticato,

Anche se avete promesso di non farlo.

Ci avete dimenticato o, forse, non ci avete mai nemmeno conosciuto, in fondo eravamo solo numeri.

Non eravamo figli, genitori, dottori, studenti, operai.

Non eravamo un nome, una storia, un futuro, eravamo solo l’accusa di volergli sottrarre il mondo, il potere.

Avete dimenticato i chilometri che ho corso per scappare dai soldati, i vestiti nuovi che mi sono stati strappati, avete dimenticato i miei capelli lunghi che volevo far ancora crescere.

Avete dimenticato ogni cosa.

Poi, avete promesso di non rifarlo, di insegnare ai vostri bambini ad apprezzare la diversità, lo avete promesso davanti a quei film che trasmettete solo il 27 gennaio, e dove alle volte vi vengono gli occhi lucidi.

Lo avete promesso a voi stessi durante la visita ai campi di concentramento dove avete potuto solo vagamente immaginare le atrocità, dove qualcuno di voi si è scattato anche una foto ricordo, come si fa per le cose belle, senza pensare che di cose belle noi lì non ne abbiamo vissute.

Per un po’ di tempo ve ne siete ricordati, poi avete ricominciato ad accusare chi non è come voi di volervi portare via il lavoro, ma prima degli stranieri avete accusato i meridionali e ancora prima non lo avete permesso alle donne.

Avete dimenticato il messaggio che doveva arrivarvi, e alcuni di voi azzardano ad esclamare “si stava meglio quando si stava peggio” o, “con Mussolini si dormiva con le porte aperte” senza pensare che quella non era una realtà di tranquillità e di fiducia ma di terrore, e al terrore dovreste preferire le porte chiuse.

Vi dimenticate di noi tutti i giorni, ogni volta che agite da razzisti, che vi fate convincere che con la violenza si arrivi alla pace, ogni volta che già il 28 gennaio non parlate più di noi.

Vi dimenticate di noi, ma noi no, non potremo mai dimenticare.

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