Luino | 1 Dicembre 2017

Da gennaio la IMF tornerà a Luino: si punterà su sviluppo, ricerca e tecnologia

La nuova strategia è stata confermata, nei prossimi giorni nuovi incontri. Inizialmente saranno una ventina circa i dipendenti che lavoreranno nella sede di Creva

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Dopo le varie vicissitudini dell’ultimo anno, lo scorso ottobre avevamo raccontato quale sarà il futuro della IMF, che verrà rilanciata nel mondo grazie ad una società di Hong Kong, la Rungfengtai, in seguito all’acquisto nel mese di luglio degli ancora noti marchi IMF nel mercato mondiale della fonderia, per 2 milioni e 460mila euro. Il territorio, come raccontato ieri a Luino nel tavolo di lavoro sulla crisi, è in difficoltà, con le chiusura della Masci e della Italtrasfo, a Germignaga, e con tutti i dati allarmanti che sono stati presentati.

Però oggi arrivano alcune novità importanti, che riguardano anche la nostra comunità. La nuova proprietà, che fa riferimento ad un gruppo industriale cinese, ha deciso che riaprirà a Luino, e probabilmente a partire da gennaio verranno impiegati una ventina circa di dipendenti. Si occuperanno dello sviluppo del nuovo marchio, tornando a lavorare sulla qualità dei prodotti IMF, tra alta ricerca e tecnologia.

Le realtà produttive della nuova IMF saranno tre: una in Cina, come nel periodo antecedente al fallimento, una in Italia, ma si sta valutando ancora la sede, anche se non viene escluso il nord della provincia di Varese, ed un’altra potrà essere costituita nell’Europa Orientale, tra Repubblica Ceca e Polonia. L’obiettivo prioritario della nuova realtà industriale vedrà compiere a Luino un lavoro di fondamentale importanza: analisi, studio e progettazione di tutte le nuove attrezzature che, in base a visioni e strategie d’insieme, con la nuova proprietà di Hong Kong, saranno portate a produzione.

Certo, la IMF una volta a Luino dava lavoro a 450 persone del territorio, tra impiegati diretti e consulenti esterni, mentre il nuovo gruppo da gennaio 2018 ne darà ad una ventina circa. Secondo la nuova proprietà, non si riuscirà a riportare la IMF ai fasti di un tempo: significherebbe dare da lavoro a cento persone e creare un fatturato di 70-80 milioni di euro all’anno. E’ impensabile se si pensa che il settore della fonderia nel mercato internazionale è ormai in crisi, anno dopo anno.

Allo stesso tempo, però, è priorità del nuovo gruppo non voler perdere la grande competenza degli esperti del settore del territorio luinese.

Seguiranno quindi nuovi aggiornamenti sulla situazione di una delle aziende che, almeno fino al novembre 2016, era un fiore all’occhiello del luinese. Sono in programma, infatti, diversi incontri tra le parti per programmare il futuro.

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