9 Gennaio 2016

Domani torna Presadiretta, con vaccini e foreign fighters. Raddoppiano le inchieste per ogni puntata

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Con la battaglia dei vaccini e l’inquietante fenomeno dei foreign fighters prende il via la nuova edizione di Presadiretta, dal 10 gennaio ogni domenica alle 21:45 su Rai3. “Le puntate sono 11, ma – dice all’ANSA Riccardo Iacona – le inchieste di ciascun appuntamento raddoppiano e, in alcuni casi, triplicano per raccontare i tanti temi caldi di un’attualità sempre più complessa”.

(rainews.it)

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Domani torna Presadiretta, con vaccini e foreign fighters. Raddoppiano le inchieste per ogni puntata. Il linguaggio è, come di consueto, quello dell’approfondimento con un punto di vista allargato alla realtà di altri Paesi europei ed extraeuropei. Al centro le urgenze legate alla salute, alla sicurezza, al sociale, all’economia. “Usiamo con parsimonia gli ospiti in studio perchè – spiega Iacona – preferiamo dare voce ai protagonisti dei nostri servizi”. L’intenzione è quella di trasmettere un’informazione precisa e intelligente, che possa servire anche a smascherare le bufale che circolano sul web. Quello con la rete è uno scambio stimolante e costante, con i giornalisti di Presadiretta in studio e una ricca attività interattiva in diretta sui social.

Si parte con l’inchiesta “La battaglia dei vaccini“: mentre in Italia aumentano le persone che rinunciano a vaccinarsi, tornano malattie che si pensava fossero sconfitte per sempre. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha lanciato un allarme, ma da dove nascono le tesi e le convinzioni del fronte del no, quello degli antivaccinisti? Le telecamere di Presadiretta sono andate nelle province italiane dove tanti genitori scelgono di non vaccinare i propri figli. Sono state in Spagna, dove la scorsa estate un bambino di sei anni è morto di difterite, una malattia scomparsa da 30 anni. In Gran Bretagna, dove dalle tesi di un medico inglese è nata la convinzione di una relazione tra vaccini e autismo, “una bufala che, a distanza di anni, ancora si fatica a demolire”, spiega Iacona, che si è recato personalmente in Uganda per capire come le campagne di vaccinazione di massa sono riuscite ad abbattere la mortalità infantile.

“La guerra dentro” è il titolo dell’altra inchiesta della prima puntata in cui si raccontano la guerra globale del Califfato e la forza della propaganda dello Stato Islamico con un’intervista esclusiva alla madre di un giovane foreign fighter danese, partito da Copenhagen per andare a combattere in Siria. Presadiretta ha raccolto la storia di Karolina, una coraggiosa mamma, una donna che non smette di cercare risposte da quando il figlio Lukas ha lasciato la sua casa per arruolarsi con le forze del Califfato. Lukas non è più tornato, è morto in Siria. Aveva 18 anni.

La trasmissione porta la firma di Riccardo Iacona, con la collaborazione di Cristina De Ritis. I servizi sono di Iacona e della sua suqdra composta da Liza Boschin, Rebecca Samonà, Elena Stramentinoli, Elena Marzano, Fabrizio Lazzaretti e Massimiliano Torchia, con la collaborazione di Marco Piazza.

Tra i tanti temi delle prossime puntate, anche la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, “una legge – dice Iacona – che non viene applicata, con oltre il 70% di obiettori di coscienza, costringendo ad un percorso ad ostacoli per poter esercitare la libera scelta di avere o non avere un figlio”.

La ricerca scientifica e la sanità tornano anche in un’inchiesta sul caro farmaco, con un approfondimento sul vaccino per l’epatite C. Un servizio è dedicato anche all’obesità e alla necessità di restrizione calorica come tecnica di prevenzione e di taglio della spesa sanitaria. Spazio anche ai problemi dell’agricoltura, con un focus sul discusso batterio killer xylella, sugli abbattimenti di alberi secolari e sull’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce. E poi, gli interessi in gioco nella partita globale del riscaldamento del clima, Volkswagen e dieselgate, il tema del lavoro attraverso un bilancio sul jobs act e un’inchiesta sugli investimenti stranieri in Italia, in particolare quelli cinesi.

Il menu è molto ricco. “In ogni inchiesta – conclude Iacona – cerchiamo di trasmettere al pubblico quello che noi stessi abbiamo imparato nel tentativo di uscire dalla demagogia e di pulire dalle scorie un dibattito politico troppe volte solo autoreferenziale”. (ANSA)

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