Brucia Palermo e tutta la Sicilia. A causa delle temperature roventi e del forte vento di scirocco, che dalla mattina sferza il capoluogo siciliano, sono divampati incendi in diverse zone della città. La situazione più critica si registra nella zona di via Alla Falconara, dove le fiamme stanno minacciando le abitazioni e l’Istituto zootecnico di via Roccazzo. Alcuni animali, raggiunti dalle fiamme, sono morti, mentre le case più a rischio sono state fatte evacuare. Un capannone è stato distrutto. Sul posto diverse squadre di Vigili del fuoco e mezzi aerei, ma il forte vento e le alte temperature rendono difficoltose le operazioni di spegnimento.

Foto di repertorio (hercole.it)
Bruciano ancora le colline intorno a Palermo, dove gli incendi hanno continuato a divampare per tutta la notte. La nube di fumo che si è prodotta offusca il cielo nella zona orientale della città. La Regione non si è ancora dotata di mezzi aerei antincendio, come stigmatizzato giorni da dal capo della Protezione civile, Gabrielli, e i vigili del fuoco non hanno potuto raggiungere le zone più impervie dove la vegetazione secca ha alimentato ampi fronti di fiamme, complici anche il forte vento di Scirocco e le elevate temperature, che hanno toccato i 35 gradi. Fino a tarda sera ieri erano rimaste chiuse le strade che collegano le borgate collinari di Baida e Bonagia, poi riaperte. I residenti hanno potuto fare rientro nelle loro abitazioni.
Le operazioni di spegnimento sono riprese all’alba con l’intervento dei Canadair della Protezione civile. Due sono impegnati in contrada Charanda’ e uno su Montagna Grande, a Misilmeri, a un ventina di chilometri dalla città. Un terzo aereo è intervenuto poco prima delle 9,30 nella contrada Manchie, alla perifieria di Palermo, lungo la strada che porta alla discarica di Bellolampo e dove tra l’altro il fronte minaccia abitazioni e strutture. Nella zona si trova anche una polveriera dell’Esercito.
Anche nel resto della Sicilia la situazione resta critica. Ancora in corso anche l’incendio su Monti Rossi a Nicolosi (Catania). Ingenti i danni a Pantelleria (Trapani) dove solo all’alba è stato circoscritto il fronte che ha devastato il monte Gibele. Ma le richieste di intervento alle centrali operative di Forestale e Vigili del fuoco già dalle prime ore del mattino sono diverse decine. A complicare l’emergenza, non solo la mancanza di mezzi aerei regionali ma anche il fatto che le squadre antincendio del Corpo forestale non sono ancora entrate in servizio: lo faranno solo da venerdì.
Coldiretti, gravi carenze di uomini e mezzi in Sicilia. Sono centinaia gli ettari distrutti e le fiamme hanno ucciso gli animali dell’Istituto zootecnico regionale. “Si tratta di un evento drammatico che pone in primo piano la sicurezza delle strutture pubbliche che pagano, evidentemente, la carenza di uomini e mezzi in grado di mantenere il loro scopo”, commenta il presidente regionale della Coldiretti, Alessandro Chiarelli, secondo cui “maggiore tutela, più controlli, più denunce sono indispensabili per evitare che si ripetano questi fenomeni. Provvedere al benessere animale è un obbligo di legge ed è uno dei requisiti fondamentali richiesti dall’Unione Europea”. Gli incendi, secondo il direttore regionale di Coldiretti, Giuseppe Campione, “sono la prova di quanto incida l’abbandono delle campagne. Riqualificare le aree interne significa affidare proprio agli agricoltori la tutela delle zone a rischio fuoco. Il pericolo di passare un’altra estate in fiamme, com’è successo negli ultimi anni, impone l’ immediata attivazione di strumenti d’emergenza”.
Legambiente, una pessima legge regionale crea disastro Sicilia. “I disastri degli incendi di questi giorni sono la prima, scontata e largamente preannunciata conseguenza di una pessima legge che ha accorpato gli operai antincendio e gli operai addetti alla manutenzione dei boschi in un’unica graduatoria, su pressante richiesta dei sindacati di categoria che si sono assunti una responsabilità gravissima e storica, che ha ridotto il Corpo Forestale ad un assurdo immobilismo in quanto ha i mezzi ma non più il personale e le risorse finanziarie per operare, trasferiti ad un altro ufficio della stessa Regione, il Dipartimento Regionale per lo Sviluppo Rurale e Territoriale”. E’ questa la denuncia in una nota di Angelo Dimarca, responsabile del dipartimento Conservazione natura di Legambiente Sicilia, che punta il dito anche contro i “gravissimi silenzi di questi giorni sulla mancata realizzazione dei viali parafuoco a difesa dei boschi demaniali. Servirebbero almeno 50 milionidi euro ed in questo momento non sono stati assunti dalla Regione gli operai per ripulire le aree perimetrali dalle erbe secche. Un incendio oggi non trova più alcun ostacolo alla sua propagazione”, sottolinea il dirigente di Legambiente.
(agi.it)
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