Il tema del lavoro da remoto per i lavoratori di confine è da tempo al centro del dibattito politico e istituzionale, in particolare nei territori dell’Alto Varesotto e del Verbano. Negli ultimi anni, anche sulle pagine di LuinoNotizie.it, si è più volte fatto il punto sull’evoluzione normativa legata alle intese bilaterali e alle percentuali consentite di attività svolta da casa.
In una prima fase, a seguito dell’emergenza sanitaria, era stata introdotta una sperimentazione straordinaria, poi seguita da accordi che fissavano limiti temporanei e percentuali ridotte. Successivamente, Italia e Confederazione Elvetica avevano concordato una soglia del 25%, mentre ulteriori aggiornamenti avevano portato la percentuale fino al 33% dell’orario complessivo.
Nelle scorse ore, come annunciato dal deputato varesino della Lega Stefano Candiani, l’Aula ha approvato in via definitiva la modifica sottoscritta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con il suo omologo elvetico. «Poco fa è stato approvato nell’aula della Camera in via definitiva la modifica sottoscritta dal Ministro Giorgetti con il suo omologo svizzero in appendice agli accordi tra Italia e Svizzera sul lavoro frontaliere per consentire in via definitiva il telelavoro», ha dichiarato Candiani.
Il parlamentare ha inoltre anticipato un ulteriore passaggio legato alla legge di bilancio. «Il ministro Giorgetti ha disposto l’inserimento di un emendamento per inserire nell’articolo 11 della legge di ratifica i 40 milioni, oggetto di polemica nei giorni scorsi riguardo ai ristorni dei frontalieri. I soldi che nascono dai frontalieri restano sui territori di confine: lo avevamo detto e lo confermiamo», ha aggiunto.
Soddisfazione è stata espressa anche dal deputato luinese di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini. «Il telelavoro per i frontalieri è finalmente legge», ha dichiarato, sottolineando come il provvedimento sia stato approvato all’unanimità e in via definitiva.
Pellicini ha ricordato che la modifica dell’intesa internazionale stabilisce la possibilità di svolgere fino al 25% dell’attività lavorativa annua dal proprio domicilio nello Stato di residenza. «La sperimentazione in atto dai tempi del Covid diventa finalmente legge – ha spiegato – i nostri lavoratori di frontiera potranno così lavorare da casa per un quarto dell’orario di lavoro, con un miglioramento della qualità della loro vita e con diminuzione del traffico lungo le strade verso il Canton Ticino».
Anche il senatore Pd, Alessandro Alfieri, esprime soddisfazione per questa “vittoria del territorio”: «37,6 milioni vengono restituiti ai Comuni di frontiera. Il Governo emenda se stesso visto che li aveva già trasferiti in altri capitoli e riporta i soldi dove dovevano stare. Tra stasera e domani voteremo convintamente l’emendamento. Bene abbiamo fatto come Partito democratico a sollevare il tema dei ristorni dei frontalieri presentando un emendamento e un ordine del giorno per dire che le tasse pagate dai frontalieri vanno ai comuni in cui risiedono. Bene la mobilitazione bipartisan dei rappresentanti istituzionali del territorio. Tutto bene quel che finisce bene».
Un passaggio normativo che segna dunque un punto fermo su un tema centrale per migliaia di famiglie del territorio, interessando non solo gli aspetti occupazionali ma anche quelli economici e infrastrutturali delle aree di confine.
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