Ieri, 29 agosto, cadevano i vent’anni dal giorno in cui, nel 2004, la campana degli Alpini della Zona 7 – i gruppi di Bogno, Caravate, Cardana, Cocquio Trevisago, Gemonio, Laveno, Leggiuno e Monvalle – fu posata al santuario di San Clemente, sul monte Sangiano.
Una campana realizzata attraverso la fusione di rottami di bronzi, cannoni e campane della Moldavia e giunta sul territorio grazie all’associazione Italia-Moldova e alla spinta del gruppo Alpini di Gemonio.
“Quel suono solitario continuerà a esaltare i valori dei nostri Alpini andati avanti”, si legge nel breve testo di ricordo realizzato da Doride Sandri per l’occasione.
“Un manufatto con campana come simbolo perenne di richiamo all’unità e alla pace, per la memoria di tutti i soldati non solo alpini che, combattendo anche molto lontano da casa, hanno dato la propria vita, per la pace di cui oggi noi godiamo”, viene definita la campana in questo breve memoriale che riporta la data della “toccante cerimonia di inaugurazione”, avvenuta “domenica 29 agosto 2004 alla presenza delle autorità alpine, dei sindaci della zona e di centinaia di alpini, accorsi in cima al monte”.
Occasione per la quale l’alpino Francesco Biasoli, poeta, ha scritto alcuni versi dedicati proprio a questo momento così sentito per la comunità delle penne nere.
Eccola di seguito, dal titolo “Campana del ricordo, nata per la pace”.
Novella campana dal fuoco purificata,
fusa con rottami di cannone.
dalla Moldavia arrivata
per una nobile missione.
Gli alpini della zona 7 ti han voluta
al santuario del monte S. Clemente
a ricordo della guerra vissuta
dai soldati caduti eroicamente.
Fa che il tuo richiamo, o pia campana,
corra giù nella vallata,
messaggio di pace cristiana,
monito alla guerra sciagurata.
Nel riconoscere tanto orrore,
i giovani della comunità
abbiano a capire quanto
sacrificio e dolore
sia costata la pace e la libertà.
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