Castelveccana | 8 Aprile 2023

“La via della Croce calpesta la via dello spaccio”, anche il Prefetto alla Via Crucis di Castelveccana

Tanti fedeli insieme al parroco, don Luca Ciotti, hanno percorso ieri sera la strada verso la cascata della Froda: un segnale forte e un appello a tutta la comunità a non essere indifferenti

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Un Venerdì Santo che ha cercato di scuotere animi e coscienze andando a toccare, anzi a calpestare, la “via dello spaccio” con una Via Crucis.

A Nasca, frazione di Castelveccana, qualche centinaio di fedeli, guidati dal parroco don Luca Ciotti, ha percorso a piedi la strada verso la cascata della Froda dove, lo scorso 10 febbraio, uno spacciatore nordafricano è stato ucciso da un carabiniere durante una delle numerose operazioni antidroga svolte dai militari dell’Arma sul territorio.

Un episodio che, come ci ha raccontato lo stesso don Luca, «mi piacerebbe non passasse nell’indifferenza, come qualcosa di normale». Da qui la genesi dell’iniziativa con cui dare un segnale forte in primo luogo alla comunità stessa, affinché tenga desta l’attenzione su un problema che da anni preoccupa molto cittadini e istituzioni e che vede proprio quella direttrice, tra la Froda e il Cuvignone, tra le più utilizzate dai pusher e dai clienti che da loro si riforniscono di droga.

Nulla di più significativo, dunque, che scegliere il giorno in cui la comunità cristiana celebra la Passione di Cristo e prega in modo particolare per le sofferenze che le persone si ritrovano ad affrontare, per puntare lo sguardo qui, su un fenomeno come questo, e non girarlo dall’altra parte. Con chiarezza, limpidezza, e una grande voglia di fare la differenza, tutti insieme e in senso positivo, per contrastarlo.

Forti e significativi, in questo senso, anche i titoli scelti per indicare le sei stazioni inserite all’interno della celebrazione: “I venditori di morte”, “I galoppini dello spaccio”, “I destinatari della roba”, “Tra noi ci sono i conniventi”, “Preoccupati per il futuro dei giovani e il presente delle famiglie” e “La morte degli uomini… perché questo è l’effetto di una società drogata”.

Una scelta che ha colpito anche il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, che ha scelto di partecipare alla celebrazione «sia come rappresentante del Governo, sia come persona religiosa. E non solo come rappresentante del Governo, ma anche, direi, della Repubblica, perché ho avuto l’alto onore di portare la testimonianza e la vicinanza di tutte le istituzioni e dei rappresentanti della società civile che si occupano di contrastare il fenomeno criminoso dello spaccio della droga e/o di prevenire l’uso delle sostanze stupefacenti, spesso mortali, sempre assai nocive alla salute e al benessere di tutti, soprattutto dei nostri amati adolescenti, di cui ci stiamo in tanti occupando congiuntamente».

«Da una parte, Magistratura, Forze dell’Ordine, Parlamentari, rappresentanti della Regione Lombardia a tutti i livelli, a cominciare dal Presidente, degli Enti Locali – in particolare il Presidente della Provincia, i Sindaci, i Presidenti delle Comunità Montane e il Presidente della Camera di commercio; rappresentanti delle Università, del mondo della scuola – in particolare il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale – dell’azienda sanitaria e delle aziende ospedaliere. Dall’altra, le associazioni dei datori di lavoro, le organizzazioni sindacali, Coni, Sport e Salute e le varie associazioni soprattutto quelle sportive, gli oratori e i rappresentanti delle fedi religiose, gli organi d’informazione, ecc … Tutti», prosegue il Prefetto, «siamo concentrati sul tema e impegnati con la massima determinazione e con enormi energie – ritenendoci anche “comunità educante” – a individuare e proporre soluzioni, spesso incontrandoci e confrontandoci all’interno della Conferenza Permanente da me presieduta».

«A credenti e non credenti, in sintesi, “La via della Croce calpesta la via dello spaccio. L’indifferenza fa la differenza” regala pagine e riflessioni di una grande bellezza e di una straordinaria sollecitudine a compiere il proprio dovere tenendo sempre presente il bene comune e l’interesse generale. Originale anche l’inserimento tra una stazione e l’altra di brani musicali molto profondi, come “Se ci fosse un uomo” di Giorgio Gaber, “Mi fido di te” di Jovanotti” e “Pensa” di Fabrizio Moro. Un ulteriore, potente stimolo, dunque, per me e per ciascuno di noi, di ogni educatore istituzionale e sociale, per l’attività quotidiana di accompagnare i ragazzi e i giovani nel loro stupendo percorso di sana crescita. Una carica eccezionale a fare di più e a fare meglio!», ha concluso il dottor Pasquariello augurando a tutti gli abitanti della provincia una buona Pasqua.

Verso il termine della celebrazione è stato letto un forte appello rivolto ai rappresentanti di amministrazioni comunali, forze dell’ordine, scuole, associazioni del territorio, Pro loco e a tutti i cittadini: «Non possiamo tacere, l’indifferenza fa la differenza». Di seguito il testo integrale.

I nostri boschi si sono insanguinati e noi non possiamo tacere di fronte alla morte di un uomo. Non possiamo tacere di fronte alla mancanza di libertà, perché le dipendenze (droga, alcol, gioco…) ci rendono schiavi. Non possiamo tacere perché non vogliamo essere complici! Il desiderio di costruire reti educative forti ci spinge a fare un appello a tutti perché ciascuno possa alzare lo sguardo e collaborare fattivamente per dare un futuro di speranza al nostro territorio, ai nostri ragazzi.

Perché i nostri boschi possano tornare ad essere luoghi di crescita e scoperta della natura e non di morte. Perché i nostri paesi siano luoghi di vera accoglienza in cui possa crescere l’attenzione all’altro, a chi è nel bisogno, a chi vive fragilità.

Ecco perché promuoviamo una raccolta firme, è un modo per concretizzare alcuni passi, per camminare insieme e non essere indifferenti.

1. INFORMARE: chiediamo alle Amministrazioni Comunali un incontro pubblico in cui essere aggiornati sui passi compiuti e su quelli da compiere in ordine alla sicurezza (telecamere, sistemi di controllo, azioni di disturbo). Desideriamo essere partecipi e informati di ciò che sta avvenendo quale segno di una cittadinanza attiva.

2. PREVENIRE: è necessario un cospicuo investimento di energie e di denaro per lavorare con esperti sulla comunità. Per questo chiediamo un concreto impegno di spesa nel bilancio del Comune di Castelveccana e in quelli limitrofi per elaborare e mettere in atto un importante impegno educativo. In questo processo di comunità, per fare rete, si dovranno coinvolgere le varie istituzioni (società sportive, parrocchie, associazioni, scuole, ecc.).

3. VIGILARE: chiediamo che si rispettino le regole del gioco. Che vengano attuati tutti gli aspetti della legge regionale n. 11 del 6 maggio 2015 sul nostro territorio. In particolare di verificare che i locali per il gioco d’azzardo lecito osservino le prescrizioni introdotte dal regolamento regionale n. 10 del 14 dicembre 2015, approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 4463 del 10 dicembre 2015.

4. SEGNALARE: I care…Tu mi interessi! Per questo invitiamo tutti a non volgere lo sguardo e a non giudicare ma ad aiutare chi vediamo in difficoltà anche attraverso la segnalazione di situazioni agli assistenti sociali, al parroco, ai sindaci, ai famigliari, ai Ser-D (Servizio per le Dipendenze) del sistema sanitario, alle forze dell’ordine (anche attraverso l’applicazione YouPol- permette di interagire con la polizia inviando immagini e testi relativi a episodi di spaccio). Insieme possiamo creare una rete di aiuto discreta ma significativa.

5. OCCUPARE: promuoviamo iniziative su queste montagne. Arriva la bella stagione pensiamo a un coordinamento per favorire iniziative con la presenza di gruppi organizzati, camminate, mostre, corse campestri, itinerari di mountain bike… c’è da occupare spazi per vivere al meglio il territorio.

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