Regione Lombardia ha approvato la delibera con cui sono stati delimitati e definiti i danni registrati alle aziende agricole causati dalla siccità dei mesi scorsi. Sarà dunque inoltrata al ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali la richiesta di risarcimento.
A partire dal mese di maggio gran parte del territorio nazionale è stato interessato da scarse precipitazioni che hanno inciso fortemente sui livelli dei principali fiumi e invasi idrici.
La Regione Lombardia si è subito attivata per raccogliere le schede relative ai danni subiti dalle aziende agricole non assicurate a copertura dei danni da siccità per l’anno 2022 e sono stati registrati danni totali per 417 milioni di euro a oltre 9mila imprese del settore. Nella sola provincia di Varese i danni ammontano a 8.254.000 euro e hanno coinvolto 485 aziende agricole.
«Ci auguriamo – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi – che da parte dello Stato arrivi un risarcimento adeguato e in tempi rapidi. Questa estate abbiamo fatto un lavoro di squadra con tutti i gestori per garantire all’agricoltura una quantità di acqua che potesse salvare i raccolti. Abbiamo vissuto una crisi idrica senza precedenti».
«Ora è necessario un grande piano nazionale invasi per affrontare le difficoltà delle prossime stagioni – ha aggiunto l’assessore – Per realizzarlo servono volontà politica, risorse e soprattutto procedure autorizzative rapide a burocrazia zero. Regione Lombardia si è già dotata di una legge per incentivare il recupero delle ex cave come bacini irrigui. Dobbiamo dare risposte al territorio se non vogliamo che le aziende agricole chiudano».
«I danni – ha concluso Rolfi – sono arrivati fino al 70% di incidenza in alcune zone. Particolarmente rilevante il dato di Pavia, con perdite significative al comparto del riso. In un periodo di cambiamenti climatici è necessario per il nostro Paese uno scatto in avanti sul tema dell’innovazione agricola per efficientare ulteriormente le risorse idriche. La crisi di quest’anno dimostra la necessità abbattere burocrazia e tabù ideologici che hanno frenato l’evoluzione agricola nel nostro Paese».
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