Ancora intoppi e problemi burocratici per l’apertura del Luna Park di Luino, attrazione da sempre attesa con grande curiosità non solo dai giovani e dai bambini, ma anche da adulti che amano trascorrere una serata in compagnia tra amici, divertendosi tra le giostre e i giochi presenti. Per il secondo anno consecutivo, da venerdì scorso, l’area che avrebbe dovuto ospitare il Luna Park è l’ex Visnova, dietro la stazione ferroviaria, in una proprietà privata gentilmente concessa ai giostrai.
«Il tradizionale Luna Park della Festa del Carmine vive da parecchi anni momenti di difficoltà. Vuoi le norme antiterrorismo conseguenti ai fatti di Nizza e di Parigi, vuoi i fatti di Torino che hanno coinvolto la sindaca Appendino ed infine la pandemia, sono state situazioni che in diverso modo hanno complicato l’individuazione di un luogo stabile e definito per posizionare le diverse attrazioni», esordiscono da Palazzo Serbelloni.
Il Comune aveva individualo quest’anno come area possibile l’ex campo sportivo di via Lido, a patto che venissero effettuati lavori di messa in sicurezza riguardanti le entrate le uscite e ridotto il numero massimo di accessi. Il costo di questi lavori (4-5mila euro circa) avrebbe dovuto essere in carico agli stessi organizzatori del Luna Park. A questo punto gli organizzatori si sono rivolti ad un privato (area ex Visnova) che ha concesso loro l’area sulla quale hanno posizionato le diverse attrazioni ed i banchi di vendita dei tipici prodotti di queste fiere.
Sull’area era prevista ed in attuazione un opera di bonifica di vecchi serbatoi contenenti nafta – idrocarburo pesante – risalente ai primi del Novecento e l’accordo tra i privati, proprietario dell’area e giostrai, prevedeva l’installazione e l’apertura del Luna Park una volta terminati i lavori di bonifica.
«Purtroppo questo intervento non ha potuto proseguire con celerità stante le difficoltà di conferimento dei residui nelle apposite discariche, che consentono il successivo definitivo trattamento e smaltimento – spiegano ancora da Palazzo Serbelloni -. L’installazione delle attrazioni era proseguita dopo la sospensione dell’attività di bonifica e la messa in sicurezza e l’isolamento dei serbatoi, oramai completamente svuotati, in attesa della convocazione della Commissione comunale pubblico spettacolo. Questa convocata il giorno 8 e riconvocata il giorno 12 luglio in seguito ad un esposto di un cittadino residente in zona».
A questo punto, nonostante il parere positivo dei vigili del fuoco, riguardo le condizioni di sicurezza dell’allestimento e della Polizia Locale rispetto alle vie di fuga, l’intervento di ARPA e successivamente del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Insubria non hanno consentito il rilascio dell’autorizzazione di inizio attività.
«La sospensione di una attività che coinvolge diverse famiglie (una cinquantina circa, ndr) non sta lasciando indifferente l’amministrazione comunale di Luino e la sua struttura tecnica e di vigilanza – concludono dal Municipio -. Da diversi giorni stiamo cercando di trovare una soluzione ad una situazione che, tengono a precisare, non riguarda una attività che si svolge su aree di proprietà comunale ma su un’area privata e la cui autorizzazione dipende da valutazioni tecniche di enti indipendenti dalle competenze comunali. Fermo restando che solo nei i prossimi anni potrà essere individuata area idonea e permanente, ci auguriamo che gli enti coinvolti possano procedere con rapidità-tenuto conto dell’aspetto economico e sociale della situazione- nella definizione delle possibilità di apertura».
In questi giorni, oltre gli incontri in Comune con il sindaco Enrico Bianchi e la vicesindaca Antonella Sonnessa, i giostrai si sono confrontanti con gli enti preposti, con l’obiettivo di trovare una soluzione ed aprire il primo possibile il Luna Park. «Non c’è nemmeno odore – spiegano i giostrai -. Il cantiere è delimitato da una recinzione, noi ne abbiamo aggiunta un’altra, in modo che nessuno possa avvicinarsi al cantiere».
Così, per ovviare ai problemi di questi giorni, era stato proposto ai responsabili del Luna Park di spostarsi al “Lido”. «Per spostarci ora all’area Lido servirebbero almeno altri 5-6 giorni, senza contare le spese e i soldi che abbiamo già investito (l’affitto dei generatori, i servici igienici, le luminarie, ndr), senza poter iniziare a lavorare: sono coinvolte cinquanta famiglie. Spostandoci le spese raddoppierebbero. Nei dieci giorni circa di lavoro che ci rimangono, prima di spostarci a Laveno Mombello, rischiamo di non riuscire a recuperare nemmeno i soldi persi», concludono i giostrai.
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