Quarantuno anni dopo i tragici fatti collegati all’incendio che nei primi giorni del 1981 strinse nella sua morsa la Val Veddasca, è ancora vivo e intenso il ricordo dell’uomo che sacrificò la propria vita pur di arginare le fiamme.
Luciano Pettik, quarantacinquenne capo squadra dei vigili del fuoco di Milano lottò contro il rogo, insieme a tutti gli altri colleghi giunti da ogni parte della regione per porre fine a quella tragedia, dalla quale però ne scaturì una seconda: la morte dello stesso Pettik, divorato dal fuoco.
Il suo nome compare da tempo in una iscrizione collocata in località “Quadra”, nei boschi della Forcora, proprio nel luogo del mortale evento. Alcuni giorni fa una seconda targa commemorativa è stata posizionata in una zona accessibile a tutti, dove già era presente una foto del capo squadra, sul muro esterno della chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi, sempre in Forcora.
“Un segno di riconoscenza, un segno per non dimenticare – commenta il gruppo consiliare di maggioranza maccagnese, Impegno Civico, attraverso il proprio profilo Facebook -. La nostra Valle ha apparentemente una scorza dura ma, in realtà, ha un cuore grande”.
L’area scelta per l’omaggio a Luciano Pettik è centrale per le attività di tutti coloro che salgono in vetta per sport e relax, dettaglio che rende oggi ancor più saldo il legame tra la Forcora e l’uomo che diede la vita per salvarla. Un legame messo ulteriormente in evidenza dal messaggio impresso sulla targa: “Il suo sacrificio sia a tutti noi monito a non commettere gesti insensati“.
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