Luino | 12 Settembre 2021

Luino, chat di fuoco contro la ex: condannato 56enne

L'uomo era accusato di diffamazione per i messaggi offensivi inoltrati a figli, parenti e colleghi della donna. Aveva scoperto di essere stato tradito

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La sua relazione era arrivata al capolinea senza un perché. Poi i nodi sono venuti al pettine. E non ci ha più visto.

Oggi non lo rifarei“, ha spiegato nell’aula del Giudice di pace un cinquantaseienne di Arcisate accusato di diffamazione nei confronti dell’ex compagna, una donna di cinquantasette anni residente a Luino.

La loro relazione, iniziata alla fine del 2018, era terminata quasi un anno dopo per volere di lei, apparentemente senza ragioni specifiche. Almeno secondo l’uomo, che ha poi ammesso di aver perso la testa scoprendo i vari tradimenti consumati alle sue spalle. Per vendicarsi di quegli atti di infedeltà, l’uomo scaricò la sua rabbia attraverso una serie di messaggi dal contenuto pesante, inoltrati via smartphone ai figli adolescenti della donna, ad un suo familiare e ad alcuni colleghi.

Chat offensive, incentrate sulla presunta immoralità della ex, sul suo opportunismo, sulla sua capacità di attirare gli uomini per approfittare di loro, puntando alla disponibilità economica o ad altri favori. Per difendersi da quei racconti infamanti, costruiti prevalentemente attorno alla sua vita sessuale e diventati di pubblico dominio, la donna decise di denunciare.

Era una di famiglia – ha ricordato la figlia dell’imputato, testimoniando durante l’ultima udienza – papà aveva fatto tanto per lei, prima della rottura. Inizialmente non riusciva a capire i motivi del distacco, per mesi ha avuto bisogno del sostegno di uno psicologo”. “Dopo ventiquattro anni di matrimonio ero alla ricerca di una nuova relazione stabile – ha raccontato l’uomo – le mie intenzioni sono state chiare fin dall’inizio. Scoprire la verità mi ha fatto male ma non dovevo reagire in quel modo”.

Quelle frasi forti, fatte scorrere via whatsapp, non furono episodi isolati ma il punto conclusivo di un’escalation di collera. “Non si è trattato di uno stato di malessere momentaneo, visti gli altri fatti accaduti – ha sottolineato il pubblico ministero Marco Brunoldi in riferimento ad un patteggiamento dell’uomo per il furto e l’incendio dell’auto della ex, e ad una denuncia per stalking -. Quanto ai messaggi – ha aggiunto il pubblico ministero – la prova della diffamazione c’è ed è aggravata dall’attribuzione di fatti specifici”.

Fatti portati alla luce da chi aveva ricevuto in privato quegli sfoghi. “Affermazioni che sarebbero rimaste nelle chat se i destinatari non si fossero rivolti alla diretta interessata, suggerendole di tutelarsi – ha invece affermato l’avvocato Pasquale Schiariti, chiedendo l’assoluzione del suo assistito per insussistenza dei fatti -. Quelle chat non erano pubbliche, altri hanno deciso di divulgarne il contenuto”. In ogni caso i giudizi sulla moralità della ex compagna, “particolarmente espliciti nel riferire offese alla dignità e all’onore”, hanno fatto il giro dei telefonini, arrivando poi all’attenzione della signora: questa la linea dell’avvocato Chiara Di Giovanni, difensore della cinquantasettenne.

Il giudice Davide Alvigini ha condannato l’uomo al pagamento di una multa di 600 euro e al risarcimento della persona offesa, da calcolare in sede civile.

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