Canton Ticino | 20 Maggio 2021

Ticino, alberghi e ristoranti: dalle chiusure forzate alle speranze per l’estate. Il punto della situazione

I dati del primo trimestre certificano una leggera ripresa per i pernottamenti, "ma il rilancio della ristorazione è decisivo per completare l'offerta turistica"

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Incertezza e preoccupazione sono i sentimenti che, per forza di cose, avvolgono ancora oggi le previsioni sul futuro a breve termine di albergatori e ristoratori ticinesi.

Per i primi, il primo trimestre del 2021, nonostante l’andamento negativo, ha offerto spiragli di miglioramento rispetto all’accoglienza dei turisti, e dunque ai pernottamenti. Un dato significativo anche a fronte del calo che persiste a livello nazionale, e che conferma il ruolo di ancora di salvezza, in tempo di pandemia, rappresentato dalla vocazione turistica della regione, dove già lo scorso anno, in piena estate, l’attività delle strutture ricettive era stata protagonista di un incremento dettato dal mercato interno e dunque dalla voglia di viaggiare dei cittadini elvetici, spinta fino al picco dei 2.6 milioni di pernottamenti nel mese di luglio (un movimento addirittura superiore alla media del “pre Covid”).

Per i secondi, invece, i primi tre mesi dell’anno sono stati avvolti nel buio pressoché totale. Scenario inevitabile data la prolungata chiusura e tutti i relativi sacrifici per scongiurare l’impatto con una terza ondata. Scenario che però, allo stato attuale, appare meno tetro in virtù delle speranze di rilancio in vista della bella stagione, condivise da tutti gli operatori del settore.

Le tendenze sono certificate dai principali indicatori che riguardano il monitoraggio su entrambi i versanti. Due sono particolarmente significativi e aiutano a comprendere l’andamento delle attività negli ultimi dodici mesi, da aprile 2020 ad aprile 2021. Il volume di vendite in questo arco temporale è passato da -80% al 12% per gli albergatori, e dal -54% al -96% per i proprietari di ristoranti. La situazione complessiva degli affari è passata dal -90% al -21% per gli albergatori e dal -69% al -95% per i ristoratori.

“L’andamento del primo trimestre rispecchia l’evoluzione della situazione epidemiologica nel nostro Paese – commenta Angelo Trotta, direttore dell’agenzia Ticino Turismo -. I mesi di gennaio e febbraio sono stati caratterizzati da una battuta di arresto per quanto riguarda i pernottamenti rispetto al 2020, anno in cui la vera e propria crisi si era manifestata solo a partire dal mese di marzo. Non sorprende, infatti, l’aumento considerevole di pernottamenti in quest’ultimo mese, pari al 193,5% rispetto all’anno precedente, quando si era in pieno lockdown”.

Una crescita che, come detto, conferma il potenziale in campo turistico della regione, rivelatosi di vitale importanza durante la prima, complicata estate vissuta sotto il condizionamento delle norme anti contagio. “Nel 2020 a sud delle Alpi sono arrivati più svizzeri francesi, più coppie, più giovani e più famiglie – prosegue Trotta -. Una tendenza che si sta confermando anche quest’anno. Molte strutture ricettive della regione sono già prenotate nella misura dell’80% nei mesi estivi. L’auspicio – conclude il direttore dell’agenzia – è che presto anche la ristorazione possa aprire completamente i battenti. Senza questo tassello fondamentale, l’offerta turistica non può dirsi completa”.

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