Luino | 27 Aprile 2021

“Caro Carlo Alessandro, le tue opere e la tua saggezza non saranno dimenticate”

Una lunga e commovente lettera è quella inviata alla nostra redazione da Alessandro Franzetti, che racconta lo speciale rapporto con il noto 58enne e ne decanta le doti

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(Foto © Rotary Club Insubriae Malnate) La prematura scomparsa e triste scomparsa del 58enne germignaghese Carlo Alessandro Pisoni ha lasciato un grande vuoto in tutta la comunità del Verbano e, oltre alle centinaia di messaggi sui social network, sono numerosi i pensieri e le riflessioni a lui dedicati da volti noti del mondo della cultura ed amministratori locali del territorio.

Oltre ai cordogli del sindaco di Germignaga, Marco Fazio, di quello di Luino, Enrico Bianchi, alle quali si è aggiunta anche l’assessore alla Cultura, Serena Botta, e all’ex primo cittadino luinese Andrea Pellicini, oggi pomeriggio è voluto intervenire anche Alessandro Franzetti, ex presidente del consiglio comunale di Luino e cittadino attivo sia in ambito culturale che politico nel paese lacustre.

Nella sua missiva, rivolta direttamente a Carlo Alessandro, Franzetti racconta il loro rapporto, sin dalle sue origini nel 2005. Quella con Pisoni per Franzetti era “un’amicizia che ha significato molto“, essendo per lui un maestro del sapere.

Ecco la lettera di Alessandro Franzetti.

Caro Carlo Alessandro,

non mi pare vero tu te ne sia andato così prematuramente, e in un modo così terribile. La mia amicizia con te ha significato molto, e sei stato per me un maestro del sapere.

Ti conobbi nel 2005, allora ero un giovane universitario, e fin da subito apprezzai la tua capacità nel portare a termine quella grande avventura editoriale che fu il volume “Quarantaventi”, in cui alcuni ex alunni come me del Liceo “Vittorio Sereni” scrissero articoli per commemorare i quarant’anni della scuola e i venti dell’Associazione “Amici del Liceo”.

Quando nel 2010 fui eletto consigliere comunale e il sindaco Andrea Pellicini mi delegò a occuparmi dei rapporti con le associazioni culturali, potei sempre contare sul tuo valido contributo di idee, progetti ma soprattutto condivisione di valori.

Eri versato in entrambi i campi del sapere: quello scientifico (eri infatti ingegnere) e quello umanistico, e questo ti permetteva di spaziare agilmente tra diverse discipline.

Il Magazzeno Storico Verbanese da te fondato era una miniera di dati, informazioni preziose, per chiunque volesse immergersi nelle terre del nostro lago.

Il tuo spessore culturale era pari soltanto al tuo stile, al tuo garbo e alla tua grande finezza: non ti ho mai sentito pronunciare un giudizio fuori posto.

Ricordo quando mi regalasti il tuo bel libro “Ab oblivione vindicanda”, che parlava delle epigrafi cimiteriali lombarde: mi dicesti che ogni cultura, ogni singolo paese, vengono descritti come meglio non si può dai propri cimiteri, che raccolgono la storia delle persone; mi ha talmente appassionato questo argomento che da allora, seguendo il tuo consiglio, ogni volta che mi reco in una nuova città vado a visitare il camposanto.

Nel maggio del 2015, da presidente del Consiglio, ti invitai quale oratore ufficiale a Voldomino a celebrare il centenario del passaggio del Piave: fu una giornata radiosa.

Davi molta importanza a valori come quelli della famiglia, della patria (senza tuttavia essere nazionalista) e di Dio, e queste tue posizioni non sempre ti hanno fatto comprendere da certa intellighenzia.

Nel suo secondo mandato, il sindaco Pellicini ebbe gran merito a nominarti nel comitato scientifico dell’archivio Sereni: chi meglio di te avrebbe potuto ricoprire tale incarico.

La tua passione per la storia (che non amo definire locale, aggettivo quasi sminuente, la storia è storia) era nel DNA della tua famiglia e infatti il tuo caro papà Piergiacomo fu uno storico di ottimo livello e contribuì con l’ing. Pierangelo Frigerio (anche lui, come te, versato tanto nella scienza quanto nell’umanesimo) a scrivere pagine lucenti del nostro “genius loci (che è anche genius laci)”.

Grazie Carlo Alessandro.

Personalmente non ti dimenticherò mai, e cercherò di tenere viva la fiammella dell’amore per la storia che ci hai insegnato.

Le tue opere non saranno dimenticate, e nemmeno la tua saggezza. Mi unisco al dolore della moglie e delle figlie per questa gravissima perdita.

Tuttavia ho una certezza: non so tra quanto, caro Carlo Alessandro, ma di sicuro ci ritroveremo a guardare il nostro lago dall’alto, e potremo discutere di storia all’infinito.

Riposa in pace, amico mio carissimo.

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