Laveno Mombello | 26 Marzo 2021

“Le celebrazioni per la morte di Dante una speranza di vita per la nostra società”

Il lavenese Alberto Morandi commenta l’iniziativa che ieri ha “unito e coinvolto tutto il nostro Paese”: “La luce della cultura e della conoscenza può aprire le menti”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata alla nostra redazione dal lavenese Alberto Morandi, in occasione delle celebrazioni del “Dantedì” tenutesi ieri, giovedì 25 marzo, nel settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri.

Egregio Direttore,

in occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, Sommo Poeta e padre della lingua italiana, mi permetto di disturbarLa per evidenziare che, nella grave epidemia che ci ha colpito così duramente, affinché la vita proceda anche grazie alla Cultura immortale, la quale non porta guadagno materiale immediato ma certamente ci insegna sempre a pensare con la nostra intelligenza e a conoscere il nostro passato, la nostra storia e le basi della nostra civiltà, grazie a questo importante evento culturale, che ha unito e coinvolto tutto il nostro Paese con innumerevoli manifestazioni svoltesi ovunque, la luce della cultura, della conoscenza e dell’arte può ancora rappresentare, come già nel passato, una speranza di vita per la nostra società, spesso interessata solo all’arido e al vuoto profitto economico, per aprire e arricchire le menti degli uomini e per superare il buio della nostra arida e vuota indifferenza nei confronti degli “altri” esseri umani e del Bene comune al fine di (ri)trovare la luce del pensiero: “Beato l’uomo che si dedica alla sapienza e riflette con la sua intelligenza” (Libro del Siracide).

Con la speranza che i numerosi gesti di solidarietà e di altruismo dimostrati da molti, soprattutto operatori sanitari e volontari, durante questa grave epidemia rappresentino un profondo senso umano che possa durare anche dopo l’emergenza sanitaria, per celebrare il Sommo Poeta il Presidente della Repubblica ha dichiarato che la coerenza umana di Dante deve essere un esempio per noi tutti infatti in un momento così difficile attorno alla figura di Dante vi è una grande coesione nazionale e lo stesso poeta ci ha indicato la strada da seguire attraverso le avversità dell’esistenza umana quando, alla fine del lungo, difficile e tormentato percorso attraverso l’oscurità dell’inferno verso la luce della salvezza, ha pronunciato il celebre verso “e quindi uscimmo a riveder le stelle”!

Lo stesso Papa Francesco ha dedicato a Dante la lettera apostolica “Candor lucis aeternae” scrivendo con sagge parole che “In questo particolare momento, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere”.

Desidero quindi ricordare che proprio oggi sono sempre più attuali gli insegnamenti dei grandi pensatori dell’umanità: Socrate affermava che “Per l’uomo il bene maggiore è ragionare ogni giorno della virtù” e che “Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta”, Tommaso d’Aquino affermava che “Qui non intelligit, non perfecte vivit” ed Hegel sosteneva che “L’uomo è veramente uomo soltanto grazie alla Cultura”! In tal senso per cercare di uscire dal buio della nostra misera esistenza umana e arricchire così il nostro animo dobbiamo ricordare sempre gli immortali versi espressi da Dante nel XXVI canto dell’Inferno: “Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza”!

Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.

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