Luino | 22 Gennaio 2021

Cento anni dalla nascita del Partito Comunista: breve storia della sua diffusione nel Luinese

Il professor Giovanni Petrotta ha raccolto in questo suo scritto alcuni cenni sulla nascita e i primi anni di vita del PCI nel territorio dell’alto Verbano

Tempo medio di lettura: 6 minuti

(A cura di Giovanni Petrotta) Un secolo è passato da quel fatidico 21 gennaio 1921, quando a Livorno, al XVII congresso del Partito Socialista Italiano, centinaia di delegati “comunisti puri”, seguendo le direttive del II Congresso dell’Internazionale Comunista, abbandonavano il vecchio partito e costituivano il Partito Comunista d’Italia con lo scopo di guidare i lavoratori verso la rivoluzione proletaria, così come si era fatto in Russia nel 1917.

Il Partito Comunista italiano, protagonista nella lotta alla dittatura fascista e nella Repubblica nata dopo la Resistenza, sarà il baluardo della Sinistra impegnato nella lotta per i diritti dei lavoratori, per il progresso civile, per la giustizia sociale e nella lotta alle mafie e al malgoverno. Nel campo internazionale, pur restando, formalmente, sino agli anni ’60-‘70 nel blocco antidemocratico sovietico, si impegnerà nella pace fra i popoli e nella lotta contro l’imperialismo occidentale per l’indipendenza dei paesi coloniali.

La storia del Partito Comunista Italiano finisce a Rimini, il 3 febbraio 1991, al XX° congresso. Dal PCI nascono il Partito democratico della Sinistra (Pds) e il Partito della Rifondazione comunista (Prc).

Anche nel Luinese il Partito comunista, sin dalla nascita, sarà un protagonista della vita politica e sociale. Protagonista nella lotta al fascismo, prima e durante la dittatura, nella Resistenza. Nel dopoguerra, prima al governo e dopo il 1948 nell’opposizione opererà per i diritti sociali e politici dei lavoratori. Negli anni ’70 diventerà con Berlinguer il primo partito italiano e si segnalerà nella lotta al terrorismo nero stragista e terrorismo rosso delle Brigate Rosse.

Dal dopoguerra, sindaci comunisti governeranno i comuni di Germignaga, Porto e per due volte il comune di Luino (sindaci Giorgio Maglia e Piero Tosi).

Ma torniamo alla nascita del Pci.

Nel 1921, un secolo fa, il Luinese, a differenza di oggi, era territorio industriale con diverse industrie nel settore tessile, meccanico, chimico con migliaia di operai. Presenti altre attività manifatturiere (falegnamerie, vetrerie, piccole imprese, alberghi, ristoranti, ecc.). Buoni i trasporti lacuali, tramviari e ferroviari, con una Stazione ferroviaria “internazionale” in cui prestavano servizio fra ferrovieri, doganieri, forze dell’ordine, più di 450 persone. Presenza di fabbriche e di attività manifatturiere significa presenza del Movimento operaio, presenza di sindacati di categoria. In politica il Movimento operaio luinese di sinistra aveva come referente politico, il Partito socialista.

Nel 1921, il Movimento operaio socialista nel luinese era da decenni ben organizzato con Circoli operai, con cooperative di lavoro e di consumo, con sindacati di categoria riunite nella Camera del Lavoro e si era distinto nella provincia varesina per aver tenacemente lottato per i propri diritti nel biennio precedente, (1919-1920), il famoso “Biennio rosso” con grandi scioperi vittoriosi e partecipate manifestazioni politiche culminate nell’occupazione (armata) delle fabbriche metallurgiche e meccaniche nel settembre 1920. Occupazione sindacalmente vittoriosa che però non fu preludio della “rivoluzione proletaria”, tanto verbalmente annunciata dal Partito socialista, ma che spaventò il padronato, il quale iniziò seriamente ad organizzarsi in difesa delle loro fabbriche e dei loro patrimoni, cioè finanziando i fascisti.

La scissione nel Partito socialista, nel 1921, a differenza del resto del Varesotto dove non ebbe effetti consistenti, causò nel Luinese profonde spaccature, causa una forte componente comunista all’interno del PSI e di una numerosa federazione giovanile socialista. La sezione socialista di Germignaga aderiva quasi al completo al Partito comunista. Sceglieva il PCI il segretario della sezione di Luino, Bernardino Grassi che però non veniva seguito dalla maggioranza degli iscritti. Aderiva al nuovo Partito della sinistra il capo dei ferrovieri di Luino, Luigi Gallina, seguito da molti ferrovieri.

Passarono, infine, al Partito comunista le sezioni giovanili socialiste del territorio, guidate dal germignaghese Gianetto Campeggi. E furono proprio i giovani a caratterizzare il nuovo partito. Essi condussero una serrata critica alle vecchie organizzazioni politiche del proletariato e ai vecchi metodi usati in passato, proposero nuovi sistemi di organizzazione e nuovi metodi di far politica. Adeguandosi ai tempi, considerati prerivoluzionari, abbandonarono i comizi pubblici a vantaggio di riunioni clandestine nei boschi o in riva al lago, con discussioni interne con il principio di creare quadri dirigenti preparati e decisi. Gli iscritti non avevano una tessera nominativa, ma una numerata e la corrispondenza tra numero e nome era nota solo ai dirigenti.

Al primo congresso provinciale dei giovani comunisti, a Como, il 27 febbraio, (allora Luino era provincia di Como e non Varese), parteciparono rappresentanti delle sezioni di Germignaga e di Creva che contava oltre trenta iscritti. Venne in quell’occasione fondata la Federazione Giovanile Comunista.

Il 6 marzo, sempre a Como, si tenne il primo congresso Provinciale del PCd’I a cui parteciparono le sezioni di Germignaga, Luino e Voldomino.

Nella sezione di Voldomino, primo segretario è stato Danilo Frapolli, padre di Orazio Frapolli del Direttivo del Circolo Risorgimento di Voldomino, Aristide Bianchi, Battista Zegna, Luigi Canova, Luigi Berzi, Mario Spozio detto “Picett” ed il sarto Egidio Sala che fu costretto a trasferirsi in Francia.

La prima assemblea pubblica i comunisti luinesi la tennero l’11 marzo al teatro di Germignaga alla quale parteciparono gli iscritti delle sezioni di Luino, Germignaga, Mesenzana, Voldomino e di “altre non ancora formate”. Per i giovani comunisti intervenne De Marchi, per il PCd’I, Zapparoli.

Alle elezioni politiche del maggio 1921 i comunisti erano per l’astensione e solo 15 giorni prima vennero “costretti” dalla Direzione nazionale a partecipare. Candidato locale del PCd’I fu Bernardino Grassi.

Per la cronaca ecco i risultati delle elezioni:

Liste Blocco (liberali+fascisti) Partito popolare Partito socialista Partito comunista
Mandamento di Luino 999 1.155 1994 328
Luino 329 295 670 80
Voldomino 55 69 128 84

Le lotte dei comunisti dal 1921 al 1925.

Gli anni che precedettero la dittatura fascista (dal 1921 al 1925) furono nel Luinese caratterizzati da iniziative e lotte operaie (nascita dell’Università proletaria, dell’Alleanza del Lavoro con lo sciopero “legalitario”, da scioperi indifesa del posto del lavoro nel marzo 1925) e da scontri tra i violenti fascisti e gli antifascisti comunisti, anarchici, socialisti ed anche cattolici.

Ecco in breve sintesi le date più significative:

– 1921, 4 dicembre. Inaugurazione del gagliardetto della sezione fascista di Luino. Scontri in Piazza Risorgimento e sequestro, alle ore 22.00, dei fascisti di Luigi Gallina, Bernardino Grassi e Attilio Moroni e portati alla sede dei fascisti nel Palazzo Verbania per essere interrogati alla presenza del comandante locale dei carabinieri Motta.
1922, fine ottobre. La “marcia su Roma”. Squadristi fascisti armati assaltano i circoli operai e sequestrano le loro bandiere rosse. Occupato il municipio di Voldomino (allora comune a sé) e chiedono le dimissioni del sindaco socialista Ulisse Mondini.
1922. Con Mussolini come capo del governo inizia la “fascistizzazione dello stato liberale”. Le forze dell’ordine accompagnati da squadristi fascisti iniziano una serie di rastrellamenti per la cattura di comunisti nei vari comuni della zona. Rimase nella memoria di molti il rastrellamento del 2 e 4 dicembre a Voldomino con più di settanta fermati e con il ferimento di diverse persone. Per la liberazione dei voldominesi intervenne don Piero Folli, da pochi mesi nominato parroco di Voldomino. Inizia nel territorio una forte emigrazione di luinesi costretti per motivi politici e sindacali ad emigrare verso Milano e verso l’estero (Francia, Svizzera).
1924, 25 marzo. Ancora rastrellamenti con perquisizioni in abitazioni, circoli e con 39 arresti a Luino a Voldomino e a Germignaga.
1924, 6 aprile. Elezioni politiche nazionali, caratterizzate da violenze fasciste poi denunciate al Parlamento dal socialista Giacomo Matteotti. Violenze fasciste si ebbero in particolare a Mesenzana. Ecco i risultati nel nostro territorio:

Liste Lista nazionale fascista Partito Popolare Italiano Partito Socialista unitario Partito Socialista Partito Comunista
Mandamento 1.903 861 598 681 266
Luino 631 214 197 241 78
Voldomino 47 56 23 51 32

1924, 29 aprile. Per evitare festeggiamenti Primo Maggio, a Germignaga chiusura del circolo operaio “Sempre avanti” ed arresto dell’attivista sindacale comunista Violetta Gozzolo e di Gianetto Campeggi. Nonostante ciò, diversi germignaghesi festeggiano con canti comunisti. Il 2 maggio i fascisti pestano, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine inerme, mentre le donne urlavano dalle finestre, Luigi Frattini, Pasquale Fioroli, Ermenegildo Colombo ed un certo Dagnoni.
1924, 28 settembre. “Il delitto Bagnati”. In quella sera durante una festa danzante al Circolo Ferrovieri di Luino una provocazione fascista si trasforma in tragedia. Muore il fascista Giuseppe Bagnati, ucciso da un colpo di pistola partita dal fascista Emilio Croci, suo camerata. Incolpato Guido Lombi, presunto corrispondente locale dell’organo comunista “l’Unità” che verrà nascosto nel “casotto” di Mamma Rosa per giorni e poi scapperà in Francia. Arrestati Bernardo Pelogi, Giovanni Piazza, Roberto Liborio, Secondo Sassi, Riccardo Lusa (padre del ex Presidente Soms, Gianni Lusa), e Paolo Tatti (fratello di Luigina Tatti benemerita della mensa dei poveri di Luino). Dopo i funerali seguirono distruzioni di circoli operai, bastonature di antifascisti in tutto il mandamento, e con la distruzione dell’edicola di Piazza Risorgimento, rea della vendita di giornali democratici.
– 1925, 4 agosto. Delitto Gerlin. A Germignaga con un colpo di pistola alla testa venne ucciso, per sbaglio, il fascista Tiziano Gerlin di anni 16. Arrestati Romolo Rovetta, Mario Capoferri e Carlo Angelini. Seguirono, come al solito dopo i funerali, distruzioni e violenze fasciste.

Il Luinese, per la sua organizzazione comunista era scelto come luogo di passaggio di molti dirigenti del PCd’I in viaggio per raggiungere o per tornare dalla Russia sovietica. Nel febbraio del 1922 a Creva venne ospitato nella casa di Bernardino Grassi per qualche giorno Antonio Gramsci che doveva partecipare al congresso di Como. Nell’estate del 1924 vengono arrestati alla frontiera tra Dumenza e Monte Lema diversi comunisti che avevano partecipato alla IV Internazionale a Mosca tra cui Alfonso Leonetti, futuro direttore de “l’Unità”, Carlo Venegono di Legnano, futuro prestigioso sindacalista, e Ennio Gnudi, ex sindaco di Bologna. Nel marzo del 1925, a Porto Ceresio venne fermato Luigi Repossi del Comitato centrale del Partito Comunista.

Poi dal 1926 il fascismo inizia a creare un regime totalitario. I comunisti già in clandestinità si organizzano anche nel Luinese a combattere il regime. Seguirono arresti per propaganda sovversiva con invio nelle località di confine.

La fonte delle notizie è la tesi universitaria del professor Petrotta, laureatosi nell’anno accademico 1986/1987 alla Statale di Milano, intitolata “Agitazioni sociali e lotte politiche nel mandamento di Luino dal 1914 al 1926” (IV e V capitolo). I primi due capitoli della tesi sono stati pubblicati nella rivista varesina “Tracce” alla fine degli anni Ottanta. (Fonte immagine © Wikipedia)

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

Lascia un commento

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127