(A cura di Alessandro Franzetti, già presidente del Consiglio comunale di Luino) Ho letto con vivo interesse il comunicato del consigliere comunale Furio Artoni e la risposta dell’Anpi, che condivido dalla prima all’ultima parola.
Per quanto concerne il pezzo di Artoni, a mio parere, vi sono alcune obiezioni che vorrei muovere. Premesso che stimo l’avvocato Artoni come professionista serio e politico che da sempre ama la nostra Città, aggiungo che la sua proposta di spostare a Palazzo Verbania il punto tamponi è da me condivisa, soprattutto ora che il Verbania é sottoutilizzato.
Vorrei però soffermarmi sulla seconda parte. L’avvocato Artoni cita Carl Schmitt, che come ha ben spiegato Ester de Tomasi, presidente provinciale dell’ANPI, fu iscritto al partito nazionalsocialista e da molti considerato ideologo di Hitler.
Non condivido assolutamente la definizione di “nobile costituzionalista” e ritengo che citare un simile personaggio oggi, anche se solo dal punto di vista intellettuale, sia un errore. Io a differenza di Artoni non condivido la teoria dell’hostis, forse perché non ho nemici poiché cerco, da cristiano peccatore, di essere in buoni rapporti con tutti.
Io semmai, e solo in politica, ho avversari ma nessun nemico. Sappiamo tutti a chi si riferisse Schmitt con la sua teoria dell’hostis… oggi l’unico nemico che dobbiamo tutti combattere è il covid.
Non esistono razze, anzi, l’unica razza é quella umana come disse il geniale ebreo Einstein. Oggi per combattere il “nemico invisibile”, che è il covid, dobbiamo tutti unirci e essere un cuor solo e un’anima sola. L’unica rivoluzione di cui abbiamo bisogno é quella della tenerezza…
Al consigliere Artoni, uomo di cultura, consiglio la lettura dell’ultima enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti“. Sono anche disponibile a un dibattito pubblico su questi temi con l’avvocato Furio Artoni per confrontarci in un modo alto, in una vera disputa.
“..Se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete da bere; facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo..” (dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani).
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